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λamβo di RH+, il casco in dotazione al Team Wanty-Group Gobert

di - 18/07/2017

λamβo, sicuramente difficile da pronunciare, da scrivere ma comunque, un nome che è destinato a rimanere impresso nella mente degli appassionati, che porta con se un significato di innovazione, performance, oltre ad una sorta di approccio aggressivo. Questo è il nuovo casco di RH+, un prodotto tecnico che è stato presentato ufficialmente al Tour de France, indossato dai ragazzi del Team Wanty-Group Gobert.

Lambo di RH+ è un progetto che si ispira al mondo dell’automotive, con concetti molto moderni e con aerodinamica estremizzata. Le forme compatte permettono una penetrazione dello spazio di livello ottimale, senza sacrificare la ventilazione e offrendo una calzata comoda con un fit aderente. Il design esterno quello interno al casco, combinati con il posizionamento delle feritoie, obbliga l’aria ad incanalarsi nel casco, massimizzando il flusso, il ricircolo e facendo uscire dalla porzione posteriore il calore e il vapore.

La calzata è resa ottimale grazie al nuovo divider Y e al sistema di ritenzione Power FIT Evo. Il casco permette di alloggiare gli occhiali con asta dritta e con asta ricurva, senza difficoltà e particolari frizioni, grazie alla lavorazione interna dell’alloggio. Lambo è disponibile in doppia versione, con o senza MIPS, rispettivamente ai prezzi di 119,90 e 149,90 euro. Due le taglie disponibili, xs-m (54/58), l-xl (58/62), con pesi che variano da 250 a 270 grammi.

www.zerorh.com

foto credits: Wanty-Groupe Gobert, Photonews

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.