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Jornet, neanche la spalla lo ferma…

di - 22/07/2017

L’Hardrock 100 è considerata insieme all’appuntamento di Leadville la massima espressione dell’ultratrail negli States. Il fatto che non sia inserita nel World Tour non intacca minimamente il prestigio della corsa, anzi ne fa una perla extra, ambita da molti dei big del settore tanto è vero che quest’anno si è registrata un’autentica invasione dall’Europa per conquistare la gara 100 miglia a Silverton in Colorado. Una gara che ogni anno nel suo sviluppo riserva sorprese e anche quest’edizione non è sfuggita alla regola.

Il personaggio di spicco dell’Hardorck 100 era Kilian Jornet, il leggendario campione spagnolo che ormai centellina le sue apparizioni agonistiche dopo una carriera nella quale ha vinto tutto. Con la gara americana Killian ha un rapporto particolare, dopo aver vinto le ultime tre edizioni aveva fatto del poker consecutivo il suo obiettivo stagionale. Jornet è partito subito di gran carriera trovando un prezioso appoggio nel connazionale Iker Karrera, ma il percorso del Colorado riserva sempre sorprese e quando l’iberico era già nettamente al comando è stato vittima di una brutta caduta: “Fra neve e rocce facevo attenzione a dove poggiare i piedi – racconterà a fine gara – ma non ho potuto evitare la caduta, ruzzolando per terra col risultato che mi è uscita una spalla”. In alta montagna, con 85 miglia ancora da affrontare, la gara per ognuno sarebbe finita lì, non per Jornet che dopo i soccorsi, contro il parere dei medici ha ripreso la gara. Al 42° miglio, nuovo intervento medico e Jornet ha chiesto di immobilizzargli il braccio al corpo, per continuare. E soprattutto per tornare davanti e andare a vincere in 24h32’20”, il tempo più lento delle sue 4 Hardrock portate a termine, ma comunque sufficiente per vincere. Alle sue spalle gli americani Mike Foote in 24h55’26” e Joe Grant in 25h37ì59”, stanchi quanto e più dello spagnolo, con Karrera sesto alla fine in 27h1858”.

Killian Jornet in gara col braccio al collo (foto Daniel Petty/The Denver Post)

La gara femminile ha visto partire fortissimo le grandi amiche-nemiche francesi Caroline Chaverot e Nathalie Mauclair, capaci addirittura di porsi davanti a tutti. Poi sono giunte a più miti consigli e la gara ha presto visto la Chaverot involarsi per andare a vincere in 28h31’50”, settima assoluta, davanti all’americana Darcy Piceu (29h22’29”) e alla Mauclair (30h34’22”) che ha contenuto il ritorno della neozelandese Anna Frost (30’45’02”) che un paio di volte lungo il percorso l’aveva scavalcata.

Un altro grande successo per Caroline Chaverot (foto organizzatori)