Pubblicità

4 chiacchiere con Pio Marasco, Mr. MFC

di - 18/01/2016

Durante la nostra recente visita a Maui, abbiamo avuto anche l’opportunità di fare 4 chiacchiere con Pio Marasco, Mr. Maui Fin Company, il brand di pinne più famoso al mondo. Abbiamo cercato di capire chi è Pio, da dove nasce la sua passione e quali sono i suoi obiettivi aziendali. Buona lettura.

_PAU6247

Ciao Pio e grazie per la tua disponibilità, puoi riassumerci la tua storia?
Un saluto ai lettori di 4Windsurf. Nel novembre del 1989 sono arrivato per la prima volta a Maui e sono stato fortunato perchè già dopo 3 mesi avevo iniziato a lavorare proprio alla Maui Fin Company, che era stata fondata da Jeff Haber,Scott Dickinson and Jeff Haber nel 1986. Originariamente il primo negozio MFC si trovava a Paia. Ma già nel 1989 si erano trasferiti qui alla Cannery di Haiku. Quando ho iniziato a lavorare per loro avevo 17 anni e ho fatto un po’ di gavetta iniziando dai lavori più umili. Nel 1994 sono poi entrato con il 50% nella società e ho iniziato a portare le pinne in Italia. Un mio cliente era Crazy Surf di Claudio Russo, e devo a lui il mio arrivo a Maui visto che era gia` qui nel 1989.. Successivamente Scott era stanco di questo business e quindi gli ho rilevato l’altro 50%  e dalla fine del 1996 la MFC è diventata mia.
Da allora ho sempre continuato a fare le pinne dedicandomi al 100% sul mio lavoro fino ad arrivare ad oggi dove abbiamo una linea completa di pinne per il Windsurf, per il Surf e per il SUP.

In tutti questi anni hai potuto assistere da protagonista alle varie ere del Windsurf, ma quali sono i rider con cui hai collaborato e che ti ricordi con più piacere?
Nel Windsurf ho lavorato dal 90 con Jason Polakow, Andres Brindgdal, Bjorn Dunkerbeck, Josh Stone, Francisco Goya che è stato il mio rider più tecnico, veramente millimetrico. Da tutti questi atleti ho imparato tantissimo. La prima macchina CNC l’abbiamo avuta nel 1991 che poi abbiamo venduto ad un’altra azienda che adesso fanno delle pinne slalom di alta qualita`.

Mentre per quanto riguarda i rider attuali?
Ora c’è Brawzinho, in lui rivedo molto Francisco Goya, che mi da sempre feedback precisi e rapidi. Levi Siver invece ha una visione più da sognatore. Levi passa da un setup all’altro in modo molto visionario, invece Brawzinho si concentra su un solo setup e va avanti nel lavoro fino a quando non ne è totalmente soddisfatto. Sono due rider immensi ma profondamente diversi nel modo di proporre i loro feedback e questo per me è fondamentale. Poi Kauli Seadi,Victor Fernandez,Ricardo Campello e tanti altri.Lavoro con molti rider e da tutti imparo qualche cosa di nuovo e siamo tutti integrati nel processo di sviluppo. Per esempio ora sto portando i concetti del Windsurf nel Surf da onda con i vari profili e outline. Soprattutto nel big waveriding dove la velocità è tutto.

_PAU3576

Sappiamo che le tue pinne sono sotto le tavole da Windsurf e ora anche da SUP e Surf, e sul Kite?
Non facciamo pinne da kite perché prima di tutto io non faccio kite, invece pratico tutti gli altri sport. Non ho il tempo anche per il kite e non ho mai pensato a fare un prodotto tanto per farlo e poi appiccicarci sopra il mio logo.

Dove stanno andando le tavole wave e come le stai seguendo tu con le pinne?
Per quanto riguarda la funzionalità, il multi fin per il waveriding aiuta molto, qualunque sia il livello del rider, dal beginner al professionista. Questo perché hai una superficie delle pinne che si sviluppa in larghezza e non più in lunghezza come era nel single fin. Attualmente il trend delle tavole, che è anche funzionale, sta andando verso tavole sempre più corte e voluminose, usiamo molti più litri rispetto a quelli che usavamo 10 anni fa. E soprattutto ora il waveriding è molto più simile al surf con i bottom più vicini all’onda. Per quello che riguarda le pinne e il multi fin, hanno portato questo tipo di tavole ad un livello più alto sia in termini di manovrabilità che di funzionalità. Ora è tutto più facile secondo me e questo è proprio quello che vogliamo per portare più gente allo sport.

Quando disegni le pinne su cosa ti focalizzi principalmente?
Principalmente mi focalizzo sulla surface area. Prima ci si basava solo sulla lunghezza della pinna e magari della base. Ora invece ci sono 3 pinne o 4 che devono lavorare tutte insieme. Quindi è un po’ più complicato. Molti dicono che il multi fin è lento, ma questo è molto relativo, dipende da che pinne utilizzo e con quale profilo, ci sono molte variabili. Per esempio nelle pinne di Levi e Brawzinho per le loro tavole Quad le pinne anteriori hanno un profilo diverso da quelle posteriori. È tutta una combinazione tra lift, surface area e outline, il tutto su 4 o su 3 pinne.
Io le idealizzo e poi le disegno tutte insieme, infatti i miei modelli principali per il multi fin vanno in base al surface area: 250, 300, 350 e 400.

_PAV1743

Ci puoi spiegare quali sono le differenze da una pinna di serie MFC rispetto a quelle custom che vediamo a volte sotto le tavole di alcuni tuoi atleti?
Le pinne di serie è il prodotto più difficile da fare perchè devi arrivare a produrre una pinna che va bene per tutti. Senza contare che quasi tutti brand utilizzano per le loro tavole wave le pinne MFC. Quindi le stesse pinne devono andare bene per Fanatic,RRD,Quatro,Goya… giusto per farti un esempio. Il nostro reparto di Ricerca&Sviluppo non si ferma mai, sforniamo prodotti nuovi settimanalmente.
Arrivo solamente a mandare in produzione la pinna nuova, o il set di pinne, quando prendo 4-5 tavole di marchi differenti con cui collaboro e le pinne vanno bene al 70-80% su tutte le tavole. Se ottengo solo un 50% allora significa che devo cambiare qualche cosa.

Ma quando seconda te possiamo dire che una pinna funziona?
Quando indipendentemente su quale tavola le monti, la pinna va bene di bolina, al lasco al massimo della velocità senza fare spin out e anche in soprainvelatura. Ed è manovrabile. I miei test per esempio li faccio tra Sprecks e Kanaha. Ad Hookipa ci vado solo per il final testing, rilassarmi e navigare con i miei amici. Ma il vero core delle pinne lo vedi in condizioni diverse, e meno belle di quelle di Hookipa, la condizione in cui l’utente medio fa windsurf.
Il cliente medio oggi è più bravo di 10 anni fa, è più tecnico e poi c’è internet dove si informa e quindi gli devi dire la verità. Prima invece c’erano le “bombe di marketing”. C’era veramente del materiale che non funzionava.

Le tue pinne sono sotto la maggioranza delle tavole dei vari brand. Sono tutte uguali o si differenziano a seconda delle richieste specifiche del cliente?
Fino a 4-5 anni fa lavoravo per molti brand e facevo delle pinne specifiche per ognuno di loro e poi le aziende ci mettevano le loro grafiche con anche il logo MFC. Ma la cosa è diventata ingestibile perché sono arrivati troppi board brands, inoltre ora costa tutto di più.
Per esempio la mia pinna MFC Freewave è una pinna di successo che sta sotto tante tavole di differenti brands ed è una pinna che ha ormai 7 anni. Ho provato a fare decine e decine di prototipi, ho cambiato profilo lasciando lo stesso outline, ma ancora non sono riuscito a battere quella pinna. Penso che in 20 anni di storia di MFC sia la nostra pinna più polivalente.

Unknown

E quindi ora come è cambiato il tuo lavoro?
Ora le aziende prendono da noi le stesse pinne che noi vendiamo come accessorio. Nemmeno più cambiando la grafica. In più avere una pinna originale MFC è un valore aggiunto che finalmente i brands hanno capito. Per il cliente finale è un bel vantaggio sapere che i brands usano sotto le loro tavole le stesse pinne, anche come grafica, di quelle che anche usano i loro atleti e che noi abbiamo nella nostra linea. Senza contare che un set di pinne quad costa dai 200 ai 250 euro. Però per sostenere questo devi fare i numeri, devono vendere un certo numero di tavole affinchè convenga mettere le mie pinne sulle loro tavole.

E cosa ci puoi dire della tua nuova pinna Freestyle, la GT?
La GT, sviluppata con Gollito e Taty, è interamente in carbonio e pesa solo 130 gr, la pinna più leggera sul mercato. Molti brands fanno splendide tavole da Freestyle super leggere e poi ci mettono una pinna in G10 da 400 grammi. È stata un tributo al grande Andre Paskowski, non ho voluto però usare il nome di Andre sulla pinna per rispetto, non mi sembrava una cosa da usare per il marketing, lui era uno di noi. Gli ultimi proto li avevamo fatti per il PWA di Sylt del 2014, poi abbiamo deciso per la versione da produrre. Il profilo è super veloce con un wider tip perché la gente principalmente per il Freestyle esce su acqua piatta e quindi ha bisogno di potenza. La GT ora è sotto tante tavole, da RRD a Goya a 99NoveNove.

Qual è la tua filosofia?
Fare un prodotto buono che funziona prendendosi cura dei brand e dei team rider. Perché quando fai un buon lavoro i risultati arrivano, anche se a volte non immediatamente.

_PAV1811

E cosa ci puoi dire a proposito della difficile gestione dei vari sistemi come slot box, US box, power box etc…?
Il lavoro è aumentato e ora è diventato tutto molto più difficile da gestire. Ed è uno dei motivi che ha distrutto le aziende di pinne. Chi non aveva la struttura organizzativa, di persone e di conoscenze, adatta a gestire questi tipi di ordini con così tante variabili, ha dovuto chiudere. Ci sono Slot Box, Power Box, US Box, Tuttle, mini Tuttle etc… e le aziende di tavole fanno quello che vogliono, un anno in un modo e l’anno dopo cambiano tutte le scasse. In questo modo l’azienda di pinne deve quadruplicare lo stock e diventa una cosa molto complicata. Stesso discorso vale per i negozi che non riescono a vendere pinne perché ne dovrebbero tenere in casa troppe per assecondare ogni esigenza specifica dei propri clienti.

Hai trovato quindi una soluzione?
La soluzione per rimanere in piedi è quella come abbiamo fatto noi che abbiamo investito e inventato il NUUS. Con uno stampo solo riusciamo a fare due tipi di pinne: slot box e US. Quando la pinna esce da Cobra dopo lo stampo ancora senza grafica, guardiamo gli ordini e decidiamo come modificarle. Così siamo riusciti a ridurre il nostro stock e gli ordini.

Ci puoi dare qualche numero di vendita delle pinne MFC?
Tantissime pinne di Windsurf all’anno contando i multi fin. Per il SUP abbiamo buoni numeri ma in questi anni abbiamo investito molto e i numeri non sono ancora sufficienti a giustificare l’investimento. Come filosofia aziendale andiamo piano, è un gioco di pazienza.Siamo qui per rimanerci.

E come è strutturata la tua azienda?
Nell’azienda qui a Maui siamo in due al lavoro con Anna Blanch che  gestisce gli ordini e la distribuzione. Un’altra persona lavora con me sui prototipi con la macchina CNC. A Tarifa, dove abbiamo European office, abbiamo un reparto stock di tutte le pinne e degli accessori da dove gestisco il mercato europeo. Mentre qui da Maui facciamo solo i pre-ordini perché ormai produciamo tutto e solo in Cobra. Prima producevamo anche in altre aziende come in altri paesi. Quindi siamo in totale in 6. Tre a Tarifa e tre a Maui. Giornalmente e in modo elastico siamo al lavoro dalle 4 alle 6 persone, compreso me.

_PAV1838

I prototipi vengono fatti a Maui?
Si, qui a Maui sviluppiamo e produciamo tutti i prototipi per ogni disciplina.

Per quello che riguarda lo Slalom?
Ci abbiamo messo molto impegno, l’anno scorso ho collaborato con Antoine Albeau e gli facevo 3-4 pinne al giorno. È un mercato strano, molto custom, ci sono aziende che fanno solo quello. Sono arrivato a fare una pinna buona, abbastanza competitiva, il problema è che non posso lavorare con gente che non sta qui, e voglio lavorare con i migliori atleti. Antoine è un grande atleta e abbiamo avuto una bella comunicazione ma lui non stando a Maui è difficile collaborarci. Fare i proto, spedirli etc..
In più non vado a fare una guerra di prezzi… dovevo scegliere che direzione dare alla azienda e alla fine ho preferito buttarmi sul Surf e sul SUP.
Stiamo continuando comunque a fare pinne Slalom in G10… ma il progetto pinne Slalom da gara è rimasto sempre nel mio cassetto. Arrivera`, al momento giusto.

Sappiamo che nel tuo team hai una star d’eccezione!
Lavoro con Kai Lenny da quando ha 7 anni. Poi adesso abbiamo iniziato a lavorare ancora più seriamente insieme perché lui ora ha intrapreso una strada diversa: waterman e Big Wave Rider. Ma secondo me va oltre al solo essere waterman, Kai è un talento in tutto, in qualunque sport. Kai è entrato in un giro di sponsor completamente extra settore, a parte Red Bull, perché lui ha una immagine super positiva: un bel ragazzo, molto educato, super aperto. Una immagine che nessuno ha mai avuto, Secondo me è un Laird Hamilton moltiplicato per 100. Massimo rispetto per Laird ovviamente, ma siamo anche nel 2015, nell’era dei Social, dell’immagine e lui sta entrando in tutto questo. Il progetto MFC con Kai è un progetto a lungo termine. Kai sta facendo tantissimo Surf e il suo livello in questa disciplina in un solo anno è esploso, ora è quasi da tour mondiale. Ha lo stesso coach di Kelly Slater e lavora con un team fisso di 6-7 persone. Lavorare con lui ora è molto impegnativo ma porta l’azienda anche ad un altro livello. Kai è un visionario, mi chiama nel mezzo della notte mentre lui è dall’altra parte del mondo e mi propone nuove idee. E questo mi piace perché anche io sono un visionario… basta ricordare che nel 1999 siamo stati i primi a fare la pinna da Freestyle da 16 cm con Josh Stone, poi lo Sprint per il SUP o l’introduzione dei multi fin prima con Dave Kalama e poi con Keith & Kauli, quando la gente ci riteneva  dei pazzi quando proponevamo le quattro pinne.

_PAV1840

Qual è il tuo obiettivo e quale il tuo sogno?
(NDR: Entra nella stanza Keith Teboul e dice.. “I’m gonna go windsurfing”) ecco proprio questo… Negli ultimi 3 anni ho lavorato moltissimo, forse portare l’azienda dove sta andando e tornare più in acqua. Questo il mio sogno, and it’s happening!

INTERVISTA DI 4Windsurf FOTO DI Fish Bowl Diaries
FONTE 4Windsurf Winter Edition n°169

Ciao a tutti, sono Fabio Calò (ITA-720), ho iniziato a fare windsurf all’età di 13 anni e da quel momento è diventata la mia più grande passione, poi la mia vita e il mio lavoro. Campione Italiano Wave nel 2013 e 2015. Vivo a Torbole sul Garda e respiro l’aria del windsurf 365 giorni all’anno.