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Alexandra Ladurner e l’arrampicata tra passione e professione

di - 01/12/2017

Campionessa del mondo juniores nel 2010 nella specialità lead e due volte campionessa italiana di boulder nel 2010 e nel 2013, Alexandra Ladurner ha chiuso tre anni fa la propria carriera nel mondo dell’arrampicata. La ragazza altoatesina del team Wild Country è riuscita, dopo l’addio alle competizioni, a trasformare una passione in una professione: Alexandra lavora presso l’Alpenverein Südtirol, il Club Alpino Sudtirolese, dove si occupa di formazione e allena la squadra della provincia di Bolzano nella disciplina che a Tokio 2020 assegnerà le prime medaglie olimpiche.
Ladurner: «Mi considero fortunata per essere riuscita a fare del mio hobby un lavoro: la mia vita è quasi interamente dedicata all’arrampicata».

Un palmarès ricco di successi a livello internazionale e una sconfinata passione per l’arrampicata. Alexandra Ladurner, altoatesina doc e atleta Wild Country, è stata una delle più promettenti atlete della nazionale italiana di arrampicata sportiva, dal suo esordio nelle categorie giovanili fino all’abbandono delle competizioni nel 2014.

UNA STORIA IN VERTICALE

Alexandra inizia ad arrampicare giovanissima: frequenta il primo corso di arrampicata a soli dieci anni e, ben presto, entra a far parte della squadra della palestra di Merano.

Fin dalle prime gare, Alexandra mette in mostra tutto il suo talento, ottenendo prestigiosi risultati in ambito internazionale, soprattutto nella specialità lead, ovvero la prova di “difficoltà”. Un argento e un bronzo mondiale nel 2007 e nel 2008 anticipano quello che lei stessa definisce «il successo sportivo più grande»: l’oro al Campionato Mondiale Junior di Edimburgo nel 2010.

Da quel momento, Alexandra si dedica soprattutto alla specialità boulder: nel 2010 vince il titolo italiano assoluto, per poi ripetersi nel 2013 a Modena, nonostante un fastidioso problema al polso. Da allora, però, i guai fisici, in particolare alle articolazioni, impediscono ad Alexandra di allenarsi e di arrampicare come vorrebbe. Nel 2014, abbandona le competizioni e si sottopone, con successo, a una delicata operazione.

UN NUOVO CAPITOLO

Alexandra, però, non smette di arrampicare e, soprattutto, di dare al mondo dell’arrampicata il suo personale contributo. Dopo il suo ritiro, infatti, inizia a collaborare con la sezione “Arrampicata Sportiva – Sport agonistico” dell’AVS (Alpenverein Südtirol, il Club Alpino Sudtirolese), per la quale organizza competizioni e svolge attività di coordinamento e allenamento della squadra provinciale di arrampicata sportiva.

«Mi piace la versatilità dei miei compiti, il buon mix tra organizzazione e applicazione pratica – ci racconta Alexandra – e in particolare lavorare con i giovani atleti: vederli crescere anche come persone, sostenerli in modo che possano raggiungere i loro obiettivi». Alexandra inizia a lavorare anche come istruttore di arrampicata nella palestra Rockarena di Merano, la sua “seconda casa”. Una disciplina, quella dell’arrampicata, che ai prossimi Giochi Olimpici di Tokio 2020 assegnerà le prime medaglie, e l’Italia potrebbe essere protagonista.

ARRAMPICATA, UNA METAFORA DELLA VITA

Come ci insegnano Alexandra e la sua passione, l’arrampicata non è solamente una disciplina sportiva che richiede impegno, fatica, sacrificio e una incredibile forza di volontà, ma è anche e soprattutto uno stile di vita, una palestra continua dove allenare il carattere prima ancora del corpo. Alexandra, che si ritiene estremamente fortunata di aver fatto della propria passione un lavoro, ammette: «Le gare insegnano molto su se stessi e sulla vita: dalla capacità di autovalutazione al senso di responsabilità, fino alla gestione della pressione».

UNO SGUARDO AL FUTURO COL NASO ALL’INSÙ

A tre anni dal ritiro, Alexandra non rinuncia alle proprie ambizioni: trascinata dalla passione e dall’entusiasmo nei confronti dei giovani che iniziano a scalare, guarda al futuro e pensando ai propri progetti, confessa: «Quando arrampico, ho sempre degli obiettivi! L’ambizione non è stata seppellita con l’abbandono alle gare. Libera dalla pressione delle competizioni, ora arrampico quando ho voglia di farlo».

Guardando con ottimismo alle imprese che verranno, Alexandra Ladurner continua a inerpicarsi su pareti e massi, con le sue scarpette e i suoi shorts preferiti, perché, come lei stessa ci insegna, l’arrampicata è una preziosa metafora della vita e, al pari di quest’ultima, va affrontata con decisione, ma senza rinunciare alle comodità.

Eva è nata e cresciuta a Roma, dove ha studiato giurisprudenza per capire che è una persona migliore quando non indossa un tailleur. Ha lasciato la grande città per lasciare che il vento le scompigliasse i capelli sulle montagne delle Alpi e presto ha scoperto che la sua passione per l’outdoor e scrivere di questa, poteva diventare un lavoro. Caporedattrice di 4outdoor, collabora con diverse realtà del settore outdoor. Quando ha finito di lavorare, apre la porta della baita in cui vive per sciare, correre, scalare o per andare a fare altre gratificanti attività come tirare il bastone al suo cane, andare a funghi o entrambe le cose insieme.