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Barriere coralline: il progetto che crea ecosistemi stampando in 3D

di - 19/11/2015

Creare barriere coralline attraverso stampanti 3D sfruttando la sabbia dolomitica: il progetto del Principato di Monaco punta a ripopolare questi ecosistemi estremamente fragili

L’idea originale è nata dall’azienda Boskalis prendendo spunto dal lavoro di Enrico Dini: lo scopo è divenire il punto di svolta per la tecnologia che in futuro potrà creare nuovi ecosistemi marini. Conosciamo tutti i famosi reef corallini in grado di generare onde spesso perfette e ideali per il surf, ma in pochi sanno sulla fragilità degli ecosistemi che ruotano attorno a tali “secche”. Gli animali sottomarini vivono e popolano le barriere, le quali sono un habitat ideale per moltissime specie protette.

Astrid Kramer e Jamie Lescinski Astrid Kramer e Jamie Lescinski

L’ambizioso progetto a cui sta lavorando la Fondazione Principe Alberto II di Monaco in collaborazione con Boskalis, società olandese di servizi marittimi, punta alla realizzazione della barriera attraverso un materiale mai usato prima: un tipo di sabbia dolomitica di qualità superiore rispetto ai materiali utilizzati in esperimenti simili svolti in precedenza.

corallino

In passato infatti si è tentato di ricreare questo habitat marino attraverso il cemento, ma è stato un parziale insuccesso, con processi di colonizzazione lenti da parte degli animali, forse a causa proprio del reef che appariva poco realistico.
L’idea ha vinto il Boskalis Innovation Challenge, un premio che la società offre ai 7 progetti più innovativi presentati dai propri dipendenti ogni anno: gli Innovation Challenge permettono di trasformare alcuni progetti in realtà grazie ai finanziamenti a supporto delle idee.

coral 4surf 2 (Large)

Ogni struttura che comporrà il reef artificiale verrà realizzata con la speciale sabbia dolomitica e particolari sostanze adesive, un lavoro che richiede tredici ore per la stampa di un prodotto di misura 1.2 x 2 metri, dal peso di due tonnellate e mezzo.
Le barriere coralline artificiali saranno posizionate a 27 metri di profondità al largo delle coste del Principato durante il prossimo inverno e saranno messe accanto alla barriera corallina naturale già esistente nell’area naturale del Larvotto. Sarà così possibile avviare uno studio comparativo affiancato da parte degli scienziati del team di ricerca, in modo da arrivare facilmente alle dinamiche ecologiche che si sviluppano in una barriera corallina artificiale.

Che sia questa la via alternativa per arrivare ai reef artificiali per il surf non lo sappiamo, ma se il progetto avrà successo sicuramente potrebbe divenire il perfetto connubio tra biocompatibilità e surf da onda.

 

Fonte notizia: thenexttech.startupitalia.eu  (ringraziamo Mina Fiore per la segnalazione)

 coral 4surf

 

Surfista, Meteorologo e Giornalista, purtroppo non in questo ordine. Caporedattore 4surf magazine dal 2014, organizzatore di eventi, istruttore surf