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Basso Diamante SV Factory Edition con Campy 12v

di - 09/04/2018

L’azienda veneta presenta una versione speciale della sua top di gamma, la Diamante SV Factory Edition con la nuovissima trasmissione Campagnolo SuperRecord 12v e una colorazione che abbina eleganza ad un tocco race che non passa inosservato.

Una bici, una versione della Diamante SV che vuole essere un simbolo del ciclismo italiano, una delle prime aziende a presentare un pacchetto completo che porta in dote la trasmissione, ultima nata della casa di Vicenza: SuperRecord a 12 velocità. Le caratteristiche tecniche di base della Diamante SV rimangono le medesime della versione già presente a catalogo, bicicletta che risalta per una colorzione che diventa un misto tra eleganza e performances, dove l’abbinamento dei componenti e la loro grafica non vengono lasciati al caso.

Il telaio è un full carbon, con tubazioni dal design estremizzato, per una bicicletta che non nasconde la vocazione da agonista. Le ruote scelte per la Basso Diamante SV Factory Edition sono le Bora con scritte black e, come scritto in precedenza la nuova trasmissione Campagnolo SuperRecord 12v.

Nel corso dei prossimi giorni sarà nostra cura fare degli approfondimenti sull’ultima produzione di Campagnolo, nelle versioni Record 12v e SuperRecord 12v, disc brake e con freni tradizionali, che abbiamo avuto l’occasione di vedere, documentare e provare nel corso della fine di Marzo.

bassobikes.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.