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Cicloni freddi e swell solidi, nuovi schemi meteo

di - 22/01/2019

Vi sarete accorti tutti che da inizio anno qualcosa sui cieli dell’Italia è cambiato: chi segue con attenzione l’evoluzione meteo in attesa delle prossime perturbazioni cariche di vento e onde avrà notato che, a differenza dei mesi scorsi, da settimane mancano all’appello le “classiche perturbazioni atlantiche“.

Dagli ultimi giorni del 2018 ad oggi, infatti, un prepotente campo di alta pressione si è posizionato tra il medio-alto Atlantico e l’ovest dell’Europa; si tratta dello stesso anticiclone che, non a caso, viene chiamato “delle Azzorre” per via della sua posizione prevalente, ma che da dicembre ha deciso di prendersi una lunga vacanza verso latitudini decisamente più settentrionali.
Stratwarming e indice NAO negativo sono tra le cause di tale anomalia, ma non staremo ora ad approfondire l’argomento. Le conseguenze, invece, sono state abbastanza chiare e ad accorgersene di più tra i surfisti sono stati quelli Liguri, Adriatici e di parte del Sud Italia.

Con un anticiclone così stirato verso nord, infatti, a mancare all’appello sono quel tipo di perturbazioni che entrano sul Mediterraneo da ovest, quelle che attraversano prima la Spagna e raggiungono l’Italia cariche di scirocco e libeccio, per poi lasciare spazio al ponente e maestrale.
Il 2019 ha invece deciso, per ora, di assegnare un ruolo da protagonista alla tramontana, che a tratti si alterna col maestrale per poi sbandierare a grecale. Solo a brevissimi tratti si sono viste mareggiate da ovest o sud-ovest, in grado di dare piccole boccate d’ossigeno ad un’assetata (di onde) riviera ligure.

L’inverno va avanti ma il mare nostrum continua a soffrire di febbre: Adriatico con valori ancora superiori ai 10°C, valori spesso intorno a 16°C sui bacini occidentali. Dati: INGV – Copernicus

Come è andato l’ultimo periodo?
Da inizio anno ad oggi qualcosa è comunque cambiato: sebbene ci troviamo sempre in un contesto di flusso da nord, dal punto di vista meteo, le perturbazioni settentrionali si sono inserite sul mare nostrum aggirando l’arco Alpino da ovest, con energiche basse pressioni dirette verso il mar di Sardegna ed il Tirreno.
Si tratta di schemi meteo simili alle “rodanate” (gergo meteo popolare) degli anni 2000, fenomeni però che facevano visita all’Italia in primavera piuttosto che in pieno inverno. Per rodanata intendiamo aria fredda, a tratti gelida, in discesa da nord, che raggiunge l’Italia non attraverso la porta della bora (da nord-est dunque) ma dal golfo di Leone (quindi attraversando la valle del fiume Rodano in Francia, da cui prende il nome), in altre parole non è altro che la porta del maestrale.
Gli amici Sardi sanno bene che il mistral solitamente porta il miglioramento del tempo, mentre la pioggia arriva col ponente e dal libeccio; in questo caso però dovranno ricredersi, la classica evoluzione del maestrale verrà smentita da un susseguirsi di precipitazioni spesso a carattere di rovescio e nevose nell’entroterra fino a quote basse, con onde che diverranno ottime grazie ai venti in rotazione da n-ne sottocosta.

Il ciclone mediterraneo di giovedì 24 – Mappa GFS elaborata da Meteociel

Come sarà l’evoluzione dei prossimi giorni?
Da domani, mercoledì 23 gennaio, si prepara una nuova irruzione fredda dalla valle del Rodano, che stavolta farà sul serio formando un vero e proprio ciclone mediterraneo, profondo fino a 980 hPa e in spostamento dal mar di Sardegna verso il Tirreno centrale nella giornata di giovedì 24, per poi dissiparsi gradualmente sul mar Ionio tra venerdì 25 e sabato 26.

Una traiettoria piuttosto insolita questa, che offrirà spunti per onde in alcuni casi epiche su regioni come Sardegna, Sicilia, Lazio, Campania e Calabria. La Toscana a tratti avrà le sue buone onde ma per breve tempo, interrotte da forti venti off-shore, mentre il golfo Ligure si troverà per gran parte del periodo sottovento e fuori dai giochi.
In Adriatico si prepara l’ennesima grossa mareggiata gelida e attiva da Est e N-E, con brevi e modeste apparizioni dello scirocco sui settori meridionali e su parte dello Ionio.
In conclusione il minimo comune denominatore sarà la tanta energia in gioco, la quale darà vita a mareggiate così intense da raggiungere il fondo-scala dei modelli, ma queste mareggiate non raggiungeranno tutti i 7.456 km di coste che ci rappresentano.
Anche nel fine settimana l’evoluzione potrebbe replicare una perturbazione simile, con qualche speranza in più anche per il golfo ligure.
Saranno questi i nuovi schemi meteo-surfistici del 2019? Per ora si, prendiamo qual che viene.

#FollowThe Swell

Sotto: la fotografia “altezza significativa dell’onda” del modello ARPAL/Dicca per le ore 10:00 di govedì 24

Surfista, Meteorologo e Giornalista, purtroppo non in questo ordine. Caporedattore 4surf magazine dal 2014, organizzatore di eventi, istruttore surf