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Come dopo ogni session

di - 08/02/2018

Testo di Massimiliano Piersanti | @piers_anti
FOAM board addictts | @foamboardaddicts
Come dopo ogni session, io Spicci e Magic ce ne andiamo a stappare una “boccia” di Morellino ripercorrendo ogni dettaglio della giornata in acqua e fantasticando sul prossimo viaggio. Quel giorno il vino era particolarmente buono o forse la session fu molto intensa, fatto sta che a fine bottiglia avevamo deciso di tornare in Indonesia, un po’ più ad est del solito.
L’indomani i biglietti erano fatti ma mancavano ancora ben 6 mesi alla partenza, ci attendeva tutta la stagione lavorativa, era li che si sfregava le mani davanti a noi e sorrideva malefica… Entusiasmo e panico ci attraversavano, l’idea del viaggio, la sicurezza di partire, ci servivano  da balsamo per accettare con filosofia l’enorme stress dell’alta stagione. Può capirci bene chi abita e lavora in località turistiche, nel nostro caso l’Argentario, in Maremma.

La stagione è passata tra surfatine al tramonto negli ultimi quarti d’ora di luce, o all’alba una mezzoretta prima di attaccare, magari dopo aver dormito meno di un’ora in macchina “impestati” di gin-tonic! Poi ad un tratto, dopo settimane di piatta, arriva come un fulmine a ciel sereno la domanda: “hai iniziato a fare la sacca?” Ahhh che goduria!! “No, ancora no Spicci, la farò un paio di giorni prima di partire”. “Io invece ho iniziato a imballare la Chilli, avevo mezza giornata libera“. Spicci è il più giovane del trio, ma è senza dubbio il più responsabile, quello che parla poco e sembra non ascoltare ma quando dice una parola capisci che aveva seguito tutto.
Domando: “Chissà Il Magic a che punto è…” ci guardiamo e scoppiamo a ridere! Magic è il tipo che si mette a fare la sacca il giorno prima, impiega dalle 18 alle 20 ore no-stop con molta calma e “tisane” ma puntualmente sfora sempre i pesi del bagaglio ed è costretto a pagare i surplus alle compagnie aeree; “Eh oh ragazzi mi serviva proprio tutta sta roba”.
Ci siamo, si parte! e con noi tutte le dinamiche di un trio di amici fraterni.  In volo ci viene naturale (da buongustai maremmani) il confronto con i vini dell’aereo e per non sbagliare iniziamo a chiedere diversi “bicchieretti” conquistando la simpatia delle hostess, così parte la sfida a chi riesce ad avere il contatto di una o più hostess, è un must! (Contatto che mai utilizzeremo ovviamente, battaglie tra galli).

Dopo 31 interminabili ore atterriamo in terra bianco/rossa, aaah sole ed odore umido di casa! Via la scheda italiana dal telefono e dentro quella indonesiana, tagliamo i ponti con ruoli e mestieri! Siamo noi, l’oceano, il riso e gli water buffalo.
Quando scrivo water Buffalo non posso che pensare ad un aneddoto dove la frase centrale è: “buscalo en la mierda de los bufalo” detta da un amico fungaiolo spagnolo, è una di quelle frasi che poi vengono ripetute in continuazione diventando un meme, in un viaggio acquistano un significato camaleontico, si possono dire in ogni momento e ci si ride sempre!
Questa volta si tratta di un Indonesia totalmente rurale, prendiamo 3 scooter ed iniziamo ad esplorare la costa tra un impennata ed una sgommata (abitudini tamarre da paesino che almeno io porto sempre nel cuore) …Ci sono già 4-5 piedi in aumento, tubi e tubetti a destra e sinistra, quindi siamo abbastanza gasati!
Magic ha un sorriso perenne, sorride mentre guida lo scooter, mentre fuma una sigaretta, mentre beve un mango juice, mentre si mette la protezione solare sul viso, sembra una paresi permanente, ride, è felice!
Spicci ha momentaneamente perso la conoscenza dell’italiano e si esprime solo con: “yoh” “yeah” “wooo” “special” “big barrel” “top” “bagus” “crazy”
Io bestemmio… Per la prima settimana mi tocca fare le foto, mi sono stirato il bicipite femorale prima di partire, quindi mi armo di tre-piedi, macchinetta e seguo i miei fratelli …Mi rifarò nelle settimane successive!

Le giornate si susseguono piacevolmente uguali, scandite e differenziate da swell, pioggia o vento.  Abbiamo modo di fare amicizia con altri viaggiatori e con ragazzi locali, come Halì che intervisto durante il Grom contest, ha 23 anni insegna surf e la cultura legata a questo sport ai bambini del villaggio. Dice: “Faccio parte della terza generazione di surfisti che è nata qua ed insegno alla quinta, la quarta purtroppo si è persa in cattive abitudini e dipendenze, droghe chimiche a basso costo o alcool… Io cerco con il surf di dare un’alternativa, insegnando una passione da praticare con rispetto”.

Sta per arrivare lo swell grosso, tutti non parlano d’altro, si continua a ripetere il giorno della settimana e la marea per goderne a pieno in ogni diverso spot. Quasi tutti consultiamo le previsioni ossessivamente, tutti tranne i vecchi surfisti del posto che preferiscono affidarsi ai loro occhi con un semplice check mattutino, no stress.

Andiamo a dormire, l’indomani è il giorno, il rumore del frangersi delle onde ci accompagnerà tutta la notte, i boati dei big set ci svegliano. La mattina ci alziamo, regna un’apparente calma tra di noi, ci prepariamo ognuno nel suo spazio, coi suoi tempi, coi suoi riti. Metto la musica con lo speaker [The blaze-Territory] … fins, paraffina, leash, protezione solare, leggero stretching.

Magic esce per primo, è ancora buio, aveva dormito poco e male. Spicci esce poco dopo, si era addormentato prima di tutti senza problemi come sempre. La canzone finisce, io non sono ancora pronto, la rimetto da capo.
Remando verso il picco si vedevano queste caverne rotolare con sagome di persone che avvolte saltavano fuori ed avvolte scomparivano, una bella tensione, sentivo stranamente più del solito il rumore del mio respiro e delle mani che spingevano l’acqua dietro di me.
Arrivo su, vedo il Magic e Spicci, ci salutiamo con gli occhi ed un mezzo sorriso.

Cerchiamo di trovare il nostro spazio in acqua, abbiamo diverse strategie: Magic è paziente, si mette sul picco ma non ne rema neanche una per almeno un ora, se lo vuole conquistare con rispetto, non gli interessa prendere tante onde, vuole il big set e la calma lo ripaga come possiamo vedere negli scatti. Io e Spicci ci mettiamo qualche metro sotto al picco a fare gli squaletti, prendendo le onde che venivano lasciate o perse.
Lascio a voi immaginare lo svolgersi della mattinata, come fosse il ricordo di una vostra super session, grossa, memorabile! Come siamo entrati siamo anche usciti, ognuno col suo tempo, con la sua onda… Ci ribecchiamo a fare la doccia, entusiasti, carichi, urlanti: “cazzo oggi ho fatto il wipeout della vita, fortuna che la racconto” dice il Magic con orgoglio. “yoooo!” “Crazy Brooo!” risponde Spice.
Distesi, temporaneamente soddisfatti, decidiamo di dedicare qualche giorno alla visita di Komodo, draghi e snorkeling. A Labuanbajo, ricevo una piccola grande delusione, il ristorante italiano che tutti ci consigliavano aveva terminato il vino, ci avevo fatto la bocca mannaggia!! Scegliamo la barca per fare il giro e partiamo per 3 giorni di navigazione nell’arcipelago.
Abbiamo sempre usato maschera e boccaglio da piccoli nelle cale dietro Porto Santo Stefano, però si sa, la barriera corallina ha altri pesci e colori, ci sentivamo come bambini nel paese dei balocchi. Indimenticabile l’emozione di nuotare tra le mante, decine di mante con diametri da 1 a 4 metri ci nuotavano vicino, giocando, sfiorandoci. Istanti in cui non c’è spazio per nulla, solo per quello che accade!

L’isola di Komodo con i suoi draghi affascina sicuramente per la sua incontaminatezza e per la mole di quei lucertoloni che sembrano goffi e stanchi ma che scattano rapidi come molle! …Non abbiamo camminato molto per i sentieri purtroppo, la nostra guida aveva mal di pancia (Komodo belly) e per farsi perdonare ha tirato un sasso a un drago così che si muovesse… Ancora corro, per Dio!
Dopo questa parentesi di natura selvaggia la voglia di onde premeva, abbiamo surfato qualche altra settimana ma mai si è ripresentata una condizione come quella di quel venerdì mattina! Casualmente in occidente era lo stesso venerdì chiamato Black Friday. Miglior onda al miglior prezzo? Beh anche noi ci siamo pazientemente messi in fila.
L’ultima settimana, all’unanimità, abbiamo scelto il divertimento, il rischio di perdere alcune brutte abitudini iniziava ad essere preoccupante! …e allora Plaga! Il vinello balinese pagato come il miglior Morellino di Scansano, un Tavernello che dopo mesi di succhi di frutta scivolava in gola come nettare!
La “maremmanità” torna in superfice, il cinghiale sopito apre un occhio.
GRAZIE INDO.

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E sui protagonisti del viaggio:
Massimiliano Piersanti | @piers_anti
Francesco Ballerano (Magic) | @francescoballerano
Marco Ricci (Spicci) | @spicci1
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