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I consigli delle Guide Alpine per arrampicare in falesia

di - 11/09/2017

Arrampicata in falesia, il vademecum delle Guide Alpine Italiane

Arrampicare su roccia significa scalare una parete verticale utilizzando per la progressione appigli e appoggi naturali: il movimento segue modelli motori specifici, implica conoscenza e competenza nell’uso di attrezzature alpinistiche, capacità di valutare la qualità degli appigli e degli appoggi e la conoscenza dei pericoli ambientali, mai del tutto eliminabili e quindi in una certa misura sempre possibili.

L’arrampicata sportiva outdoor si svolge principalmente in falesia, in “palestre di roccia” su cui si possono trovano itinerari attrezzati, facilmente individuabili e a disposizione degli arrampicatori. Tuttavia anche in falesia gli utilizzatori sono responsabili della propria protezione che non può mai essere demandata e pertanto devono conoscere tutte le tecniche necessarie per un utilizzo corretto delle attrezzature.

Sebbene non si possa quindi mai parlare di “piena sicurezza”, esistono azioni e buone norme che si possono seguire per gestire al meglio il rischio e quindi avere la massima protezione possibile.

Ecco allora il vademecum delle Guide alpine italiane: non vuole essere un elenco di regole, né una lista esaustiva. Si tratta invece di un insieme di consigli utili agli arrampicatori, che fanno capo tutti a un’unica vera norma generale: massima attenzione e prudenza quando si scala in ambiente.

ph Jacopo Cairati

 

Azioni consigliate prima di iniziare l’attività:

1)   Controllare che l’attrezzatura sia in buono stato di conservazione, assemblata correttamente e compatibile durante l’utilizzo abbinato.
2)   Controllare che tutte le persone coinvolte nell’attività sappiano utilizzare l’attrezzatura.
3)   Controllare che la lunghezza della corda sia adeguata alla salita e alla discesa dell’itinerario o tiro (tecnica detta moulinette).
4)   Controllare che il numero di rinvii rispetti quello minimo indicato dalla relazione sul singolo itinerario.
5)   Controllare che tutti i soggetti coinvolti indossino correttamente l’imbracatura.
6)   Controllare che tutti i soggetti coinvolti indossino correttamente il casco (consigliato).
7)   Controllare che il nodo di collegamento fra la corda e l’imbracatura (nodo a otto) sia eseguito correttamente. Importante il controllo reciproco fra arrampicatore e addetto alla gestione del freno di assicurazione.
8)   Controllare che il sistema di freno/corda sia installato correttamente. Importante il controllo reciproco fra arrampicatore e addetto alla gestione del freno di assicurazione.
9)   Controllare che la corda sia posizionata su apposito telo o su terreno privo di ostacoli e che sul capo libero alla distanza di almeno 1,5 m sia presente un nodo (asola semplice).

 

Comportamenti consigliati durante l’attività:

1)   L’addetto alla gestione del freno deve utilizzare il freno secondo le indicazioni del fabbricante.
2)   L’addetto alla gestione del freno deve seguire con attenzione il compagno durante tutte le fasi della salita e della discesa. Occhio quindi alle distrazioni (come parlare con gli astanti, usare il telefonino, lasciare la corda lasca, giocare con cani o bambini).
3)   L’addetto alla gestione del freno deve posizionarsi adeguatamente rispetto alla parete, rispettando le aree di passaggio.
4)   L’arrampicatore dovrebbe assicurarsi a tutti gli ancoraggi intermedi inserendo correttamente il rinvio nell’ancoraggio.
5)   L’arrampicatore deve inserire correttamente la corda nel moschettone del rinvio.
6)   L’arrampicatore deve utilizzare correttamente l’ancoraggio di sosta.
7)   L’arrampicatore deve, in caso di “sosta chiusa”, saper effettuare la manovra corretta per il passaggio della corda.
8)   L’arrampicatore deve comunicare con l’addetto alla gestione del freno prima di iniziare la calata ed assicurarsi che quest’ultimo abbia capito le comunicazioni.
9)   L’arrampicatore non deve inserire direttamente la corda nel punto di ancoraggio per farsi calare o calarsi autonomamente.

Eva è nata e cresciuta a Roma, dove ha studiato giurisprudenza per capire che è una persona migliore quando non indossa un tailleur. Ha lasciato la grande città per lasciare che il vento le scompigliasse i capelli sulle montagne delle Alpi e presto ha scoperto che la sua passione per l’outdoor e scrivere di questa, poteva diventare un lavoro. Caporedattrice di 4outdoor, collabora con diverse realtà del settore outdoor. Quando ha finito di lavorare, apre la porta della baita in cui vive per sciare, correre, scalare o per andare a fare altre gratificanti attività come tirare il bastone al suo cane, andare a funghi o entrambe le cose insieme.