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Corri sull’acqua… Windsurf 4 Amputees Tutun Club, San Vincenzo

di - 15/09/2016

Sono sulla nave che mi riporta in Sardegna dopo tre fantastici giorni passati nella splendida cornice del Tutun Club di San Vincenzo (Livorno) dal caro amico Duccio. Oltre ai ragazzi venuti per fare Windsurf c’erano una ventina di ragazzi della famosa Polha Varese (Associazione Sportiva Dilettantistica per Disabili) con diverse disabilità sia fisiche che mentali che da oltre 10 anni tornano in questa località per passare giornate in spiaggia tra Catamarano, Sup, Laser e Kayak con il supporto dell’operativissimo Team di Duccio.

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Venerdì le nostre quattro ragazze sono arrivate intorno alle 16 e, insieme ai 2 ragazzi, eravamo al completo. Purtroppo la condizione del mare non era delle migliori vista l’onda data dal Maestralino side on, abbiamo quindi optato tutti per iniziare il giorno seguente.
Tutti tranne Erika Novarria, la “nostra” Boxeur, che presentatasi per la prima volta e solo per quel pomeriggio non ha voluto rinunciare.
Durante la breve spiegazione a terra le si leggeva negli occhi che non vedeva l’ora di andare a confrontarsi con il mare agitato e provare nuove sensazioni. Mai salita su nessun tipo di tavola e dopo solo alcune prove ha preso il boma in mano e ha navigato i suoi primi metri con un sorriso entusiasta.
Siamo rimasti in mare 45 minuti nei quali più e più volte Erika partiva facendo anche un centinaio di metri contro i frangenti e dicendomi dopo l’ultima caduta: ”Che figata di sport!”.
Una guerriera abituata a combattere… adrenalina pura!

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La sera appena finita la cena Duccio e il suo Team sono arrivati per consegnare le targhe ricordo a tutti i ragazzi della Polha Varese che terminavano la loro villeggiatura sportiva di una settimana. Sorpresona, sulla targa oltre ai loghi del Tutun Club e della Polha era stato aggiunto anche il nostro di “Corri sull’acqua…Windsurf 4 Amputees”, e non solo, ho ricevuto anche io una targa, piccole grandi gioie!
Questo conferma l’inizio di una splendida collaborazione, grazie!

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Il giorno seguente il mare era più piatto e siamo entrati tutti in acqua. Io e Duccio facevamo navigare i ragazzi a rotazione in modo che non si stancassero troppo e fossero sempre freschi. Sonia, Valentina e Fiamma una volta capito un pochino il moto ondoso facevano alcuni metri, un po’ arrugginite dal tempo trascorso dall’ultima volta. Chantal alla sua prima esperienza windsurfistica, dopo alcune prove, ha trovato l’equilibrio sul suo moncone, senza protesi, ed è partita dritta verso il largo facendo un paio di volte avanti e indietro. Marco, anche lui alla sua prima volta, purtroppo in una caduta a piegato male il pollice della mano contro l’albero e ha dovuto rimanere in spiaggia insieme a Max che aveva un problema con la gamba “buona”.
Durante l’ottimo pranzo in pineta a base di pesce mi sono stati presentati due ragazzi, David e Roberto, entrambi con il braccio sinistro plesso leso e quindi inutilizzabile, che mi hanno fatto capire di voler provare a fare windsurf. In principio sono rimasto un po’ perplesso cercando di capire nella mia mente i cambiamenti e le difficoltà che avremmo incontrato e valutando la riuscita o meno della prova.

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Alle sfide non so dire di no e avendo capito che entrambi erano molto sportivi e non si sarebbero lamentati delle troppe onde che nel frattempo avevano iniziato a muovere il mare, nè tanto meno si sarebbero sentiti umiliati dalle troppe cadute abbiamo deciso di tentare. Breve teoria in spiaggia durante la quale ho infilato il mio braccio sinistro nella maglietta esattamente come avevo appena bloccato il braccio sinistro di David e Roberto nel giubbotto salvagente, questo per cercare di immedesimarmi il più possibile nella loro condizione e capire velocemente le problematiche impellenti da risolvere. Parte David che incredibilmente non risente delle onde e con equilibrio circense parte alla terza prova e   alla quarta vira cadendo ma già sulle nuove mura…fenomenale penso! Parte Roberto e? Stessa solfa del suo amico ma cade un pelo prima durante la virata!

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Felicissimi torniamo in spiaggia e ci diamo appuntamento con Roberto per il giorno seguente.
La giornata è terminata con Sonia, Fiamma e Valentina sdraiate su una tavola da surf e spinte da me per prendere le onde che nel frattempo si erano formate. Affamatissimi ci siamo seduti al tavolo con tutti gli altri che nel frattempo avevano iniziato l’aperitivo accompagnato da vassoi di prelibatezze…tutto ciò davanti al sole che piano piano cadeva in mare e ci dava appuntamento alla mattina seguente.
Il meteo dava acqua piatta per la Domenica mattina e quindi ero molto speranzoso, volevo vedere i ragazzi tornare a casa soddisfatti delle loro prestazioni e carichi per il nostro grande appuntamento l’1 e il 2 Ottobre: il Windfestival di Diano Marina (IM) dove abbiamo organizzato la “Prima regata al Mondo per Amputati” e dove saremo al centro dell’attenzione del pubblico e mediatica.

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Domenica mattina appuntamento un po’ prima per poter sfruttare le condizioni favorevoli del mare. Mentre i ragazzi cambiavano le protesi normali con quelle da bagno io e Duccio preparavamo spiaggia e materiali per provare a cambiare un po’ i programmi. A turno i ragazzi avrebbero fatto Windsurf e Sup a oltranza in modo da ridurre i tempi morti e sfruttare al massimo la mattinata che avrebbe terminato lo stage.
Anche il buon Max, nonostante un problema alla gamba non ha voluto tornare a casa senza provare e così abbiamo un video di lui che naviga…presto on-line!
Ai ragazzi amputati si era aggiunto anche Roberto che era entusiasta della prova del giorno precedente. Un sacco di risate e tanti bordi portati a casa da tutti e tutte con ottimi margini di miglioramento per ognuno.
Prima di pranzo ci siamo presi del tempo per presentare a tutti i presenti il nostro Water Safety Partner , l’ormai famoso Kingii. Questo dispositivo di auto soccorso consiste in un braccialetto avente una capsula di CO2 con una leva per azionarla e una scatolina in plastica. Spingendo la leva si gonfia come un air bag il palloncino contenuto nella scatolina che, se sott’acqua ci riporta in superficie, se solamente nei guai ci mantiene a galla. Il braccialetto è perfezionato con un fischietto d’emergenza e una bussola.
Gran pranzo tutti insieme e qualche ora di relax prima del rientro nelle rispettive sedi.
Giornate ricche di emozioni nelle quali io e Duccio abbiamo trovato il tempo di confrontarci e decidere di collaborare cercando di portare avanti insieme Windsurf e SUP per persone che hanno subito un’amputazione.

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p.s. In questo momento è Mercoledì, ieri e l’altro ieri David, Roberto e Chantal sono tornati al Tutun per fare Windsurf… addicted!

Vi aspettiamo al Windfestival

Aloha

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TESTO Francesco Favettini
FOTO Fabrizia Bretto

Ciao a tutti, sono Fabio Calò (ITA-720), ho iniziato a fare windsurf all’età di 13 anni e da quel momento è diventata la mia più grande passione, poi la mia vita e il mio lavoro. Campione Italiano Wave nel 2013 e 2015. Vivo a Torbole sul Garda e respiro l’aria del windsurf 365 giorni all’anno.