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Dietro la lente: Fabio Palmerini Photography

di - 11/11/2019

Riders: Giovanni Evangelisti, Federico Nesti, Brando Giovannoni, Gianmarco Pollacchi, Marco La Vite, Giordano D’Ecclesiis
Tutte le foto sono di Fabio Palmerini (IG: @palmerini)

Ciao Fabio, è un piacere rivederti su 4surf. Raccontaci…come è iniziato tutto? A che età la prima tavola e a quale la prima macchina fotografica?
Ciao Michele, la prima tavola a metà anni ottanta, avevo 17 anni e i miei amici erano tra i migliori surfer di quel periodo. La Versilia, da dove vengo, in quegli anni aveva tanti surfisti di ottimo livello, c’era veramente un bel movimento. Si pensava solamente al surf non esistevano i social, si stava più in strada e meno al cellulare (nooooo!! Ho scritto una roba da vecchio nostalgico, scusate!!).
La passione per la fotografia è arrivata più tardi, quando, dopo essermi reso conto che nel surf facevo “cagare” ho deciso di restare in questo mondo, ma da fotografo. Comprai una macchina digitale da due soldi e cominciai a scattare, credo una compatta Olympus.
Sono completamente autodidatta, non ho mai partecipato a corsi di fotografia e quel poco che so in proposito l’ho studiato su libri e sul web. Ho avuto però un grandissimo vantaggio, quello di conoscere bene questo sport.

Da cosa è composto il tuo “quiver” fotografico?
Ho avuto diverse macchine fotografiche e comunque sono nato con il digitale.
Quasi subito sono passato a Canon e lì sono rimasto. Attualmente scatto con una Canon 1DX mark II, ho diverse lenti, da grandangoli a super-tele. Diciamo che la mia lente preferita è il Canon 300mm 2,8 IS II, un tele veramente spettacolare, lavora bene anche con i moltiplicatori ed è facile da trasportabile nello zaino.
Ho anche altre lenti, Canon 70-200mm 2,8 IS II, Canon 24 mm 1,4, Canon 24-105, Canon 50mm.

Cosa cerchi nella tua fotografia?
Nelle mie foto cerco l’azione, il gesto atletico, la bellezza della natura, stando sempre attento alla luce. Grazie a questa passione ho potuto viaggiare e vedere tanti posti. Ho dedicato molto del mio tempo e sacrificio a questo sport, ma ho anche ricevuto tanto.

Giovanni Evangelisti durante l’ultimo big swell a Levanto della scorsa settimana

I tuoi scatti sono fonte d’ispirazione per diversi fotografi, la tua fotografia rappresenta il punto di arrivo di molti. Tu con quali fotografi ti confronti? Qualcuno per cui nutri stima e ti ha ispirato negli anni?
I fotografi da cui trarre ispirazione nel mondo sono tantissimi, basta fare un giro su Instagram e vedere i loro profili. Tanta concorrenza, giovani bravi e ben allenati che scattano anche dall’acqua, altri che con il drone arrivano dal cielo.
Non ho mai avuto una venerazione particolare per un fotografo, piuttosto tanti fotografi da cui apprendere qualcosa. Mi piace lo stile di Ben Thouard, di Morgan Maassen, ma anche tantissimi altri. Ci sono bravi fotografi anche in Italia, ma non voglio dire il mio preferito, lui lo sa ahahhah.
Quando ho tempo libero, visito mostre fotografiche anche al di fuori del surf, Salgado, Bresson, Fontana, Erwitt, McCurry, ecc.

Cosa ne pensi della situazione surfistica italiana? Come si è evoluta in questi anni?
Che vuoi che ti dica, io sono un fotografo, che vuoi che ne sappia! Ti posso dire che più passa il tempo e più mi diverto, vedo ragazzini sempre più forti che mi permettono di fare belle foto, vedo quelli più vecchietti che non mollano un colpo e lottano con i denti. Ci vorrebbe una federazione potente e piena di soldi, per supportare chi vuole diventare un atleta professionista senza dover contare solamente sul sacrificio delle loro famiglie.
Inutile però piangerci sopra, alla fine questi ragazzi hanno un enorme privilegio, quello di fare uno sport bellissimo immersi nella bellezza della natura, quindi è già una vittoria.

I viaggi rappresentano la linfa vitale per un fotografo, qual è stato per te quello più rappresentativo?
Quel che conta è viaggiare, non c’è un luogo rappresentativo. C’è l’Italia con onde buone dove poter fare scatti più che dignitosi, l’Europa dove le onde sono all’altezza del resto del mondo.
È chiaro che appena ho tempo e budget mi organizzo per viaggi più impegnativi. Ho visitato le Hawaii, l’Indonesia, la California, il Marocco, le Maldive, le Canarie, Europa tutta.
Nel prossimo viaggio ritorno in Indonesia perché non sono soddisfatto del lavoro precedente, spero di trovare più misura e magari di fare qualche progetto più mirato.

Gianmarco Pollacchi

Per realizzare un bel lavoro quanto credi sia importante il feeling tra rider e fotografo?
Fondamentale, non riuscirei a fare un buon lavoro senza conoscere il rider. Se conosci il suo modo di surfare, capisci come si muove in acqua e riesci ad anticipare la manovra. Chiaramente più il surfer è preparato e più facile è fotografarlo.
In questi anni si sono consolidate belle amicizie e, nonostante ormai sia un vecchietto, i ragazzi mi continuano a chiamare per fare foto e questo è gratificante.

La copertina di questo numero vede protagonista un volto nuovo, un ragazzo intelligente e di ottima compagnia. Qual è il tuo rapporto con Giovanni?
Non direi simpatico, conosco Giovanni da qualche anno e devo dire che è sempre stato insopportabile. Se lo vedete divertente è grazie al faticosissimo lavoro svolto da me e da Gianmarco Pollacchi. Lo abbiamo plasmato a nostra immagine e somiglianza, ahahhahahahhahah.
Scherzi a parte, Giovanni è una bellissima persona, sempre allegro e disponibile. Spesso ormai usciamo assieme in cerca di onde, sia in Italia sia in giro per l’Europa ed è un compagno di viaggio divertentissimo.
Mi piace il suo modo di surfare, quando la misura dell’onda aumenta lui da il massimo, una garanzia.

Qual è zona in cui scatti più spesso e quella che reputi migliore in Italia?
Di solito scatto tra Toscana e Liguria, perché sono spot strategicamente più vicini a casa. Ho trovato onde buone ovunque, non esiste secondo me uno spot migliore dell’altro, esiste il giorno epico per ogni spot, bisogna solamente aspettare ed essere pronti.
Sono rimasto colpito dall’ultimo viaggio fatto in Sardegna, con Roberto D’amico, Aritz Aranburu, Marlon Lipke, Gony Zubizarreta, Francisco Porcella e Nicola Bresciani. Prima volta per me al sud dell’isola, incredibili paesaggi e bellissima accoglienza.

il giovanissimo Brando Giovannoni

Allo SSFF abbiamo ammirato il tuo spazio nella mostra, in particolare ci hanno colpito i colori dei tuoi scatti. Quanto reputi importante la condizione atmosferica/ambientale per la riuscita di un bel lavoro?
La ricerca della luce in fotografia è tutto, non sempre riesco a trovare la luce buona e spesso devo ritornare più volte per ottenere quello che voglio.
Nel surf servono: la luce ideale che per me è quella del tramonto, l’onda giusta che devi cercare in maniera angosciate e raramente trovi e i rider, che ti permettono di scattare con loro e soprattutto sopportano i tuoi orari e capricci.

Hai altre mostre o progetti fotografici in programma nei prossimi mesi?
Nei prossimi mesi sarò in Indonesia sperando di produrre materiale per il prossimo inverno. Una volta prodotto nuovo buon materiale si penserà ai progetti.

Fotografia e social network: validi alleati o alto rischio di svalorizzare un lavoro importante?
Oggi i social sono ormai parte della nostra vita, se usati con parsimonia sono una cosa positiva. Io utilizzo Instagram per mostrare i miei scatti, al contrario sarebbe stato più complicato farmi conoscere.
D’altra parte, purtroppo ci sono persone che approfittano di situazioni da te organizzate, soprattutto in Italia, ti seguono nelle location, scattano e immediatamente le postano sul web, bruciando il tuo lavoro in un attimo.

Che consigli daresti ad un appassionato che vuole avvicinarsi alla fotografia di surf?
Di farlo essendo consapevoli che fotografare il surf non ti fa assolutamente “mangiare”. È una totale rimessa, servono attrezzatura professionale e budget per i viaggi. Quindi o sei fuori di testa come me, altrimenti fai altro.

Grazie per il tuo tempo Fabio, ricorda ai pochi che non lo sanno come seguirti e contattarti.
Potete seguirmi su Instagram: @palmerini

“Ho trovato onde buone ovunque, non esiste secondo me uno spot migliore dell’altro, esiste il giorno epico per ogni spot, bisogna solamente aspettare ed essere pronti”Fabio Palmerini

Federico Nesti
Giordano D’Ecclesiis
Marco La Vite
Gianmarco Pollacchi

Sotto: alcuni scatti con protagonista Giovanni Evangelisti

“Era una delle classiche giornate perfette.
Onda lunga da maestrale, tanto periodo, buona misura e vento da terra. Perfetta se sei un surfista normale e mantieni la calma. Ma se hai dei problemi seri come me e Palmerini allora diventa un incubo… Dove si va? Levanto? Forse close out… Livorno? E se si alza il vento? La paranoia cresce e le ore di luce sono poche. Prendiamo la decisione rischiosa di restare in zona e giocarcela sui nostri Beach breaks, una vera incognita. Il picco che scegliamo per primo non è granché, una destra moscia, molto divertente da surfare, ma Palmé non è soddisfatto. Mi chiama fuori e mi spedisce su una sinistra che sembra molto fiacca da fuori ma con una bella sezione nell’inside. Io protesto con lui e impreco tra me e me… Inutile, Palme ha deciso e stop. Se avesse ragione o no decidetelo voi…”

Giovanni Evangelisti | cover story 4surf magazine #73

 

Surfista, Meteorologo e Giornalista, purtroppo non in questo ordine. Caporedattore 4surf magazine dal 2014, organizzatore di eventi, istruttore surf