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Ecco i più grandi dell’anno

di - 31/12/2016

In un precedente articolo abbiamo riassunto tutto quanto è successo nel 2016 nell’offroad incoronando i nostri campioni. Ora facciamolo stesso con le altre discipline di lunga distanza, dalla pista alla strada, anzi iniziamo con la specialità più lunga di tutte: l’ultramaratona.

ULTRAMARATONA

Forse pecchiamo un po’ di partigianeria, ma l’impresa di Giorgio Calcaterra a Faenza, con la sua 11esima vittoria consecutiva alla 100 Km del Passatore è ancora nei nostri occhi., Il tassista romano ha stabilito un record che travalica i confini della specialità e dell’atletica tutta, sfidiamo chiunque a trovare un campione di qualsiasi sport capace di una simile impresa nella gara da tutti ritenuta l’emblema della disciplina. A questo si aggiunga il successo ottenuto nel Wings for Life, l’ultramaratona che si corre in contemporanea in tutto il mondo mettendo di fronte attraverso complicati calcoli e differenziali tutti gli specialisti delle varie distanze. A seguire il romano i due campioni del mondo, il giapponese Yamauchi per la 100 km e il riconfermato americano Migliozzi per la 50 km. In campo femminile scelta molto ardua: abbiamo premiato la kenyana Kimaiyo che a Doha ha conquistato il titolo mondiale sui 50 km allargando i confini della supremazia africana nella corsa. Alle sue spalle l’iridata della 100 km Bull e la campionessa europea delle 24 Ore Jansson, autrice di una prestazione clamorosa in Francia.

Uomini

1 Giorgio Calcaterra (ITA)

2 Hideachi Yamauchi (JPN)

3 Tom Migliozzi (USA)

Donne

1 Risper Kimaiyo (KEN)

2 Kirstin Bull (AUS)

3 Maria Jansson (SWE)

Calcaterra vincitore della Wings for Life (foto organizzatori)

10000 IN PISTA

E’ chiaro che in questo caso il peso specifico dei Giochi Olimpici è altissimo, soprattutto nella storica prova femminile dove sono stati riscritti i confini della specialità, ma il nostro podio non rispecchia del tutto quello di Rio perché al bronzo della Dibaba, seppur eccezionale a tornare e migliorarsi dopo tutte le sue traversie, preferiamo la turca Yasemin Can, chiare origini kenyane, che con le sue vittorie e i suoi tempi è l’unica alternativa allo strapotere etiope-kenyano. Stesso discorso in campo maschile: Mo Farah non si discute e attendiamo con trepidazione il momento che si dedicherà con tutto se stesso alla maratona per sfidare Kipchoge, ma dietro di lui indichiamo il nuovo etiope Demelash, anche se a Rio ha mancato il podio, mostratosi il più continuo ad alti livelli, terzo il kenyano Tanui, quasi commovente sul rettilineo finale olimpico per cercare di sovvertire qualcosa di già scritto.

Uomini

1 Mo Farah (GBR)

2 Yigrem Demelash (ETH)

3 Paul Kipngetich Tanui (KEN)

Donne

1 Almaz Ayana (ETH)

2 Vivian Cheruiyot (KEN)

3 Yasemin Can (TUR)

Almaz Ayana con il fantastico tempo stabilito a Rio (foto Giancarlo Colombo/Fidal)

10 KM SU STRADA

Qui la scelta è stata piuttosto ardua, anche perché le graduatorie della specialità vedono davanti atleti che hanno ottenuto i migliori tempi non in gare di 10 km, ma al passaggio di prove più lunghe. Anche per questo abbiamo deciso di privilegiare Zane Robertson, il neozelandese autore di una vera impresa nel Berlin Asics GP in 27’28”, miglior tempo dell’anno per una gara di 10 km. Dietro spuntano il kenyano Bedan Karoki, grande talento per la verità mai sbocciato del tutto anche per scelte discutibili, primo a San Juan e il marocchino Mustapha El Aziz, vincitore a Marrakech e bandiera di una scuola che dopo una lunga crisi mostra segni di risveglio.

Uomini

1 Zane Robertson (NZL)

2 Bedan Karoki (KEN)

3 Mustapha El Aziz (MAR)

Donne

1 Viola Jepchumba (KEN)

2 Peres Jepchirchir (KEN)

3 Tirunesh Dibaba (ETH)

Zane Robertson primo a sorpresa nel ranking 10 Km (foto archivio)

MEZZA MARATONA

La stagione della mezza è vissuta soprattutto su due donne, la campionessa mondiale Peres Jepchirchir e la leader delle graduatorie stagionali Viola Jepchumba: le due hanno accumulato vittorie su vittorie fino a trovarsi di fronte a Valencia, in quello che è stato l’appuntamento dell’anno, tanto da sembrare uno dei grandi match pugilistici del passato. A vincere è stata la Jepchirchir che di fatto ha speso lì le ultime stille di energia per poi perdere malamente la sua imbattibilità a New Delhi. Il terzo posto della Inglese è soprattutto un incoraggiamento a proseguire su questa strada, dopo le splendide prestazioni mondiale ed europea sulla distanza. In campo maschile non si può non premiare l’impresa iridata di Geoffrey Kamworor, confermatosi campione del mondo a Cardiff pur dopo essere caduto in partenza, dietro di lui la vecchia conoscenza Solomon Kirwa Yego, per anni vissuto nelle Marche e tornato in Italia alla RomaOstia per cogliere il miglior tempo stagionale sulla distanza. Terzo lo svizzero di nascita eritrea Tadesse, laureatosi campione europeo ad Amsterdam.

Uomini

1 Geoffrey Kamworor (KEN)

2 Solomon Kirwa Yego (KEN)

3 Abraham Tadesse (SUI)

Donne

1 Peres Jepchirchir (KEN)

2 Viola Jepchumba (KEN)

3 Veronica Inglese (ITA)

La Jepchirchir in trionfo a Cardiff (foto organizzatori)

MARATONA

Eccoci alla regina delle specialità e soprattutto a colui che riteniamo il numero 1 in assoluto, il kenyano Eliud Kipchoge capace a Rio di chiudere un cerchio aperto tanti anni fa con le sue imprese mondiali su pista e che dopo crisi, sofferenze, una difficile ripresa è diventato il padrone della maratona riassumendo in sé tutte le caratteristiche di un campione leggendario. Lo seguono l’eritreo Ghebreslassie, ancora ventenne ma già capace di sfiorare il podio olimpico e poi vincere a New York con una prova di grande spessore e l’americano Galen Rupp, risorto come l’araba fenice a Rio dopo la delusione dei 10000 per conquistare un podio insperato. Fra le donne primeggiano le due grandi signore kenyane della maratona, l’olimpionica Sumgong e la Keitany, vendicatasi a New York di chi non ha creduto in lei in ottica olimpica, terza l’etiope Kebede autrice di una grande prestazione a Berlino.

Uomini

1 Eliud Kipchoge (KEN)

2 Ghirmay Ghebreslassie (ERI)

3 Galen Rupp (USA)

Donne

1 Jemima Jelagat Sumgong (KEN)

2 Mary Keitany (KEN)

3 Aberu Kebede (ETH)

 La Sumgong olimpionica a Rio (foto Giancarlo Colombo/Fidal)