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Granfondo Città di Padova Cicli Olympia 2019

di - 02/04/2019

La Granfondo Città di Padova Cicli Olympia giunge alla sesta edizione. Lo avevamo intravisto fin dalla prima edizione: gli organizzatori della manifestazione patavina avevano tutte le intenzioni di mettere in piedi un evento a tutto tondo con serietà e competenza. La sesta edizione  è una conferma: Padova entra di diritto nel ristretto novero delle granfondo con la G maiuscola, rispondendo appieno a tutte le sollecitazioni e migliorando sia qualitativamente sia il numero degli iscritti nonostante perda il Circuito del Prestigio.

Il riconoscimento per tutti i finisher

 

A questo proposito l’acume del C.O. nell’entrare nel Maglia Nera Pinarello ripaga ampiamente e per il futuro crediamo possa essere un ulteriore stimolo a cercare altre sinergie. Perché, noi lo diciamo da tempo! La sinergia tra territorio, circuiti di appartenenza e sponsor è una buona carta che si può giocare per costruire un futuro stabile su uno zoccolo di partecipanti. Padova in questo è cresciuta, con il quid di una precisa macchina in tema di sicurezza: 36 moto e oltre 350 addetti sul percorso sono il frutto di un lavoro notevole e professionale. In pochi possono vantare le moto staffette in entrata e in uscita dal centro cittadino davanti ai gruppi più consistenti. E nonostante il traffico venga aperto dopo solo mezz’ora dal passaggio del primo la gestione delle rotonde e degli incroci è pressoché perfetta e sicura.

Prato della Valle di Padova, sempre magnifica

Il solo consiglio che ci sentiamo di dare è di costruire una corsia preferenziale per i partecipanti negli ultimi due o tre chilometri, magari con bandelle bianco rosse , in quanto gli automobilisti più indisciplinati non capiscono e si buttano davanti a chi arriva in velocità anche se gli addetti si sbracciano e quasi si gettano davanti ai cofani! La partenza piede a terra dopo 8 chilometri in località Abano Terme rimescola un po’ le griglie di partenza ma dobbiamo dire che la velocità media tenuta dalle staffette ha impedito grossi rimescolamenti e contenuto le cadute. Sulla linea di partenza troviamo anche i due gemelli Braidot, formidabili atleti del Team Olympia di MTB, co sponsor della giornata, oltre ad altri numerosi ex corridori. Il tracciato è quello confermatissimo del 2018, una vera e propria classica delle Ardenne nei Colli Euganei e Berici, anche se dobbiamo dire che la Val Pomaro più che il Koppenberg ci è sembrata interminabile nel suo susseguirsi di rampe diritte e discese illusorie: sulla chicca della discesa in cemento ammalorato stile Strief che ci sembra oramai un timbro di fabbrica, per chi è timido e non possiede tecnica consigliamo qualche uscita in Mtb che tra l’altro aiuterebbe non poco anche nella guidabilità delle nostre sempre più rigide specialissime. Ben posizionati i ristori, finalmente fuori dalla sede stradale, così da non interferire con le strette strade impegnate.

Una vista aerea poco prima del via ufficiale

Per raggiungere il massimo dei voti forse manca qualche segnale orizzontale prima del bivio lungo – medio posto in fondo a una ripida discesa. Unico neo della giornata la fila chilometrica per un pesce pasta party dello sponsor Polo: da sogno, con birra e gelato, ma ben sudata! La S.C. Padovani, una società tra le più anziane e blasonate del panorama nazionale, non può che andare fiera della sua creatura. Certo Prato della Valle è unica coniugando natura e architettura a poche centinaia di metri dal centro città, ma pensare e dare vita a una creatura così ben strutturata non è banale né da tutti. Grazie ancora a questi nostri amici per una giornata veramente splendida che anche il sole ha baciato con passione.

Testo di Enrico Monti, foto C.O.

gfcittadipadova.it

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.