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Granfondo di Casteggio 2018, crescono i numeri.

di - 25/09/2018

Quando una gran fondo che ha avuto 250 iscritti alla prima edizione riesce a più che triplicarli nel giro di un anno attirando molti degli amatori più forti del momento, è certamente frutto di un insieme di fattori. Il comitato organizzatore, che fa capo a Vittorio Ferrante, ha ben lavorato all’esordio, il percorso è piaciuto e il passaparola ha fatto da traino. Pure il fatto che due circuiti abbiano scelto questa prova come recupero per un loro appuntamento saltato ha contribuito a far salire il numero degli iscritti e nel contempo è un attestato di fiducia verso l’evento stesso.

2018 – Granfondo di Casteggio foto Playfull

Le aspettative erano dunque molte ed è anche legittimo che alcuni punti vadano ancora perfezionati: è anche vero che si pensa di migliorare a prescindere ma, ad oggi, saper proporre qualcosa di differente, rischiando del proprio, merita rispetto e considerazione da parte di tutti.

2018 – Granfondo di Casteggio foto Playfull

Abbiamo trovato ad accoglierci delle griglie larghe e un numero adeguato di persone assegnate alla distribuzione dei pacchi gara in una struttura ampia quale è il centro sportivo di Casteggio. Un po’ laboriose le operazioni dopo il ritiro del dorsale e parte del pacco: era necessario recarsi alle Cantine Guerci di Casteggio per ritirare la bottiglia di vino (offerta), per passare al gazebo Agressive per prendere il gadget (guanti), proposti. Diciamo che, la bella giornata di sole con temperature praticamente estive ha reso piacevole anche questo breve peregrinare.

2018 – Granfondo di Casteggio foto Playfull

Il via è arrivato puntuale alle 9:30, forse un po’ tardi a posteriori dato il caldo anomalo ma il percorso interamente collinare ha mitigato la calura senza contare che in corrispondenza di due ristori del lungo e di uno del medio era stato predisposto un vizio di sostituzione delle borracce al volo. Tanta roba per chi “vuole fare la gara” e non può contare su un sostegno con punti fissi ad hoc organizzati dai team o dai familiari.

2018 – Granfondo di Casteggio foto Playfull

Giusto il tempo di uscire dalla cittadina di Casteggio che la strada inizia subito a salire e questo ci piace perché, insieme alle griglie ben costruite su criteri di merito e ben controllate, contribuisce alla sicurezza limitando il numero di atleti che risalgono il gruppo. Poco più di un quarto d’ora perché il primo gruppo composto da una cinquantina di unità scollinasse a Montalto ed ecco la prima discesa, non difficile seppur con qualche ondulazione e un po’ di sporco portato dai trattori al lavoro nelle adiacenti vigne. Ma non si può essere circondati da filari e filari di uve che diventeranno Bonarda e Pinot nero senza pagare questo scotto: qui, adesso è tempo di vendemmia e la cultura della vite, del vino fa parte della storia di questi luoghi. Oltretutto, si parla di una stagione con prodotti (vino e uva) di alto livello.

2018 – Granfondo di Casteggio foto Playfull

Il gruppo si allunga ma non si rompe e nei pochi km di pianura seguenti si ricompatta. Sarà la successiva ascesa verso il passo Carmine a setacciare maggiormente i partecipanti e a formare vari gruppetti più o meno omogenei. Una veloce discesa verso la diga del Molato ed i due percorsi si dividono: lungo a sinistra e medio a destra. Il bivio era segnato con scritte per terra e cartelli in corrispondenza della diramazione, ma visto che si arrivava in discesa non avrebbe fatto male qualche indicazione anche messa 500m prima, giusto per evitare cambi di traiettoria all’ultimo momento. I lunghisti andranno a percorrere un lungo anello che sfiorando il Passo Penice tramite la lunga ed ombreggiata salita di Cicogni li riporterà a ricongiungersi con il medio, a pochi km di distanza da dove si erano separati, in località Le Moline ove inizia la salita per Valverde, breve ma velenosa a tratti.

2018 – Granfondo di Casteggio foto Playfull

Quindi per entrambi i tracciati lunga fase in discesa in direzione di Godiasco durante la quale è stato necessario trovare un buon accordo all’interno dei gruppetti per arrivare senza spendere troppe energie all’imbocco della dura salita di Sant’Eusebio. Qui alcune severe rampe hanno rappresentato le ultime vere difficoltà di giornata. Particolare la discesa da quello che viene chiamato il “muro di Fortunago” dai ciclisti locali. Molto ripido, ma sostanzialmente dritto e ben asfaltato. Importante in questo frangente non farsi prendere troppo dalla foga di chiudere su chi era pochi metri avanti ma piuttosto usare i freni con giudizio.

Ancora una decina di chilometri in discesa ed eccoci in località Sgarbina imboccare un tratto vallonato che introduce l’ultimo km e il rettilineo d’arrivo.

Un percorso vivace dove noi ci siamo divertiti. Le strade sono quel che sono: strade secondarie dell’Oltrepò Pavese che come in gran parte d’Italia presentano buche e tratti sporche per cui ci sono state delle scivolate, ma senza conseguenze particolarmente gravi. Da rilevare maggiormente alcune pecche legate all’incremento dei partecipanti di cui si è detto in apertura: in particolare si è manifestata una criticità nel comportamento di alcune staffette che non hanno fermato il traffico con la necessaria fermezza al passaggio della testa della corsa. Paradossalmente, visto il generale scarso traffico dell’Oltrepò è andata meglio a chi seguiva, dato che i pochi automobilisti presenti avevano ormai capito come comportarsi. Se non si può agire sulla capacità delle singole staffette e dei volontari agli incroci (anche qui in alcuni incroci pur presidiati il volontario sembrava un po’ spaesato), l’auspicio per il futuro è che questi siano aumentati di numero in modo da compensare le manchevolezze di alcuni singoli. Per il resto la solita rodata macchina da guerra dell’ASD Sant’Angelo Edilferramenta, con ricche premiazioni per i primi 5 di categoria e i team, un adeguato pasta-party e una gentilezza da parte di tutto il personale, che ricordiamo presta volontariamente il suo tempo, cui non sempre è stata corrisposta altrettanta gentilezza da parte di alcuni partecipanti, vedi ad esempio durante la distribuzione delle già citate borracce in caso di gruppi particolarmente numerosi, con alcuni partecipanti dai modi un po’ sopra le righe.

2018 – Granfondo di Casteggio foto Playfull

Una giornata divertente su un percorso non banale, dove quattro brevi salite ad alta intensità, più una invece decisamente lunga per la gioia dei soli lunghisti hanno fatto contraltare a discese veloci dove però era opportuno restare lucidi dato lo stato delle strade.

A cura di Davide Sanzogni

foto di Playfull Nikon

asdsantangelo.blogspot.com

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.