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Le MTB più innovative del 2017

di - 29/12/2017

Bold Cycles: dietro le quinte della tecnologia IST

Pole Machine

Pole Machine, Made in Finland
Pole Machine, Made in Finland

La piccola factory finlandese dà una forte scossa al processo di lavorazione dell’alluminio con il nuovo telaio Machine. Il nome lascia intuire come è realizzato: interamente in lega d’alluminio 7075-T6 con l’ausilio di macchine a controllo numerico. La prevendita è attiva dal 24 novembre e permette di prenotare – al prezzo di 3.450 € – questa vera e propria opera d’arte che rivaleggia in pulizia del design e innovazione con i telai in fibra di carbonio. La produzione partirà a gennaio 2018, fra pochi giorni, nello stabilimento di proprietà Pole, con le prime consegne fissate da aprile del prossimo anno.

Lo spettacolare telaio della Pole Machine, 29er da 160 mm di travel
Lo spettacolare telaio della Pole Machine, 29er da 160 mm di travel

Cosa rende particolare questo telaio? La lavorazione a macchina a controllo numerico (CNC) di ogni singola parte ricavata da barre in alluminio di altissima qualità (triangolo anteriore, carro posteriore e link) senza dimenticare il passaggio asimmetrico dell’ammortizzatore. Triangolo e carro sono realizzati in tre parti e vincolati insieme tramite incollaggio, un metodo ereditato dall’industria automobilistica e da quella aeronautica. Il risultato è un telaio non solo più bello (non verniciato con la finitura grezza che regala un ulteriore tocco d’originalità oltre a una grande resistenza a usura e graffi) ma anche più leggero (circa 3 kg in taglia M senza ammo) e resistente (sino a 1,7 volte) rispetto a uno realizzato nella classica lega 6061-T6, e per finire con uno spessore dei tubi molto più preciso rispetto all’idroformatura. Pole ha rinunciato volutamente al carbonio, per un semplice motivo: il processo è più veloce, pulito e anche più sostenibile dal punto di vista ecologico, oltre alla sicurezza di controllare la rigidità con la massima efficacia in ogni punto, al contrario delle stime più “grezze” di un telaio costruito nella nobile fibra.

Resistance Bikes Insolent

Resistance Bikes Insolent
Resistance Bikes Insolent

Il piccolo marchio canadese del Quebec ha puntato tutto sull’integrazione, andando ben oltre quella della trasmissione nel telaio con un sistema che appare proprietario, un concetto che troveremo spesso in questa hotlist, segno di un trend particolarmente bollente. I due fondatori di Resistance Bikes sono andati oltre integrando anche l’ammortizzatore nel telaio, letteralmente infilato all’interno del tubo obliquo (nel piantone sella per Bold, come vedremo in seguito), per un design eccezionalmente pulito, dalle linee geometriche e filanti pur essendo questa Insolent ancora allo stato prototipale. La disponibilità di questo telaio da downhill in fibra di carbonio è prevista per l’estate 2018.

Un rendering che mostra il funzionamento della Resistance Bikes Insolent
Un rendering che mostra il funzionamento della Resistance Bikes Insolent

Colpisce sopratutto l’ammortizzatore dedicato, dalla lunghezza esagerata che dovrebbe regalare un rapporto di leva particolarmente basso e quindi un’azione più fluida oltre a minori stress a suo carico. Il collegamento è diretto tra foderi alti e ammo, con un solo snodo, per migliorare la sensibilità oltre alla rigidità del carro, secondo le intenzioni dei progettisti. Altro punto forte è un carro, con fulcro principale coassiale con la piccola corona anteriore e snodo sui foderi alti, molto leggero, per un design realmente minimale con un baricentro ribassato grazie alla trasmissione integrata tramite gearbox. Il progetto è al tempo stesso semplice e complesso, tradizionale nelle linee del telaio e innovativo per l’estremizzazione del concetto applicato di integrazione dei componenti. A prima vista sembra un esperimento destinato a stimolare la fantasia di altri designer e ingegneri, ma siamo sicuri che i ragazzi di Resistance Bikes andranno oltre il semplice prototipo producendo una bici destinata a essere imitata e usata come ispirazione per la MTB del futuro…

Bold Linkin Trail Gold Edition

Bold Linkin Trail Gold Edition
Bold Linkin Trail Gold Edition

Si tratta di una nostra vecchia conoscenza, un marchio svizzero – sede a Lengnau in Engadina, valle dei Cantoni dei Grigioni a forte vocazione off-road – approccia per la prima volta agli Eurobike Media Days 2016, e già premiato alla fiera Eurobike 2015 nella categoria MTB. La gamma è già discretamente ampia e strutturata, con il modello Linkin Trail da 29″ compatibile 27,5″ Plus e con 130 mm di travel posteriore, affiancato da quello a lunga escursione Linkin Trail LT da 154 mm alla ruota posteriore, che mantiene il supporto al doppio diametro ruota. Sono tutti in fibra di carbonio con tecnologia EPS, disponibili in tre taglie – M, L, XL – con geometrie non particolarmente aggressive puntando a un approccio comodo e divertente ai trail alpini.

L'ammortizzatore inserito all'interno del piantone sella oversize
L’ammortizzatore inserito all’interno del piantone sella oversize

Anche per questa creazione elvetica, che vi presentiamo in foto nella versione top di gamma Linkin Trail LT Gold Edition, il pilastro portante è l’integrazione secondo la tecnologia brevettata IST (Internal Suspension Technology), con l’ammortizzatore R414 – realizzato in collaborazione con DT Swiss – inserito all’interno di un apposito vano ricavato nel tubo verticale appena al di sopra della scatola del movimento centrale. Il carro è relativamente tradizionale, un quadrilatero articolato con snodo sui foderi bassi e corto link, che ruota su un perno oversize da ben 30 mm e che prosegue all’interno del telaio, come si può vedere nello spaccato qui sopra. Il funzionamento è controllato dal manubrio, con una leva che agisce su tre posizioni dell’ammortizzatore: tutto aperto Open, smorzamento intermedio Drive, blocco Lock. Nel caso di Bold l’integrazione porta a un telaio più compatto, leggero, rigido e con masse ribassate a tutto vantaggio della robustezza e della qualità del riding senza dimentica la protezione dagli agenti atmosferici. La regolazione – pressione dell’aria e ritorno – e la manutenzione ordinaria potrebbero sembrare complicate, ma rimuovendo la cover protettiva sotto la scatola del movimento centrale è possibile accedere al vano in cui è inserito l’ammortizzatore, per rimuoverlo con relativa facilità o semplicemente mettere a punto la sospensione.

Cristiano Guarco - 4bicycle - portrait 211127

Ciao a tutti, sono Cristiano Guarco, appassionato da una vita di mountain bike ma anche del movimento ciclistico in ogni sua forma. Da circa 20 anni ho fatto della mia passione la mia professione, una grande fortuna raccontare questo mondo, per parole e immagini, che tanto mi ha insegnato e continua a insegnare ma anche ispirare.