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Il test delle calzature DMT KR1 vs SH1

di - 13/03/2020

DMT, una delle prime aziende ad utilizzare il tessuto Knit per le calzature da ciclismo top performance. Abbiamo messo a confronto la KR1, già conosciuta, apprezzata e affermata. E la SH1, che è un nuovo ingresso nel catalogo DMT Cycling.

Tomaia Knit e tomaia ibrida

KR1 è la calzatura che una tomaia interamente in tessuto Knit 3D e la chiusura con rotore Boa IP-1 singolo. La SH1 ha una tomaia ibrida, Knit 3D e microfibra e adotta la stessa suola della sorella KR1: per entrambe è full carbon. Le prestazioni sono simili ma la calzata è molto differente.

La tomaia Knit, perché

DMT è stata una delle prime aziende a sviluppare e credere nel tessuto Knit per le scarpe tecniche da ciclismo. Prima la KR1, prodotto al top del catalogo in fatto di performances, design e costruzione, per poi estendere l’impiego del tessuto sintetico ad altri modelli della gamma. È giusto dire che Knit è un acronimo di Knitting, un temine che identifica una tecnica di lavorazione a maglia, la stessa metodologia ora utilizzata per questo particolare tessuto sintetico. Lo Knit ha delle peculiarità molto apprezzabili: è elastico ma resistente, ha un elevato potere di allungamento, favorevole al comfort. Agevola lo scambio termico senza limitare l’ingresso dell’aria e facilitando il trasposto verso l’esterno di calore e vapore prodotto durante lo sforzo. Lavorato e trattato nel modo corretto, il tessuto Knit fascia a supporta il piede, in modo corretto e non limita il movimento di articolazioni e falangi.

DMT KR1

È la calzatura sviluppata e prodotta con la collaborazione di Elia Viviani. La presenza di cuciture è ridotta al minimo. Anche la linguetta è in Knit e completamente integrata nel resto della tomaia. Un singolo rotore Boa IP-1 laterale, fa tirare un cavo intrecciato che si snoda lungo il torso del piede. Questo agisce su una sorta di “tiranti”, posti sotto il primo strato di tessuto. Anche il collare, sotto alla caviglia, è in Knit. Tutto il tessuto a ridosso della suola è più compatto, protetto da una sorta di pellicola che mette al riparo da eventuali abrasioni e contatti con oggetti esterni. La suola anatomica è completamente full carbon, particolarmente sagomata nella sezione dell’arco plantare e verso il tallone. È scaricata nei punti giusti per limare del peso, senza compromettere l’elevata rigidità. Ha un ampio foro anteriore per l’ingresso dell’aria, ha il tacco sostituibile ed è predisposta con i tre fori per il cleat. Il suo prezzo di listino è di 350 euro.

La suola della KR1, con il tacco ben pronunciato e sostituibile.

DMT SH1

È una sorta di medio/alto di gamma, una calzatura che ha una tomaia ibrida, un blend tra Knit e microfibra. La sezione frontale, parte di quella centrale e la linguetta integrata, sono in Knit 3D. La sezione posteriore, il collarino al di sotto della caviglia e centralmente la tomaia è costruito grazie ad una sorta di microfibra ad elevata resistenza e di grande sostegno. In comune con la KR1 ha la suola in carbonio UD e la soletta interna, sottile e minimale. Completamente differente è il design e il sistema di chiusura. I due rotori Boa IP-1 ha un tiraggio diretto dei cavi e quello superiore sfrutta la sua azione grazie all’interno di una sorta collare, ognuno dei due ha un compito ben preciso. Quello basso regola il volume della scarpa, quello alto assicura la scarpa al piede. Come la KR1 è disponibile nelle taglie dalla 37 alla 47 ma i prezzo di listino è di 290 euro.

La SH1, dove si nota la porzione centrale e posteriore in microfibra

Le prime impressioni

Le due calzature portano lo stesso marchio, adottano entrambe il tessuto Knit, se pur applicato in modo diverso e possono contare sulla stessa suola. Questa è muscolosa, rigida, tanto sagomata e con un notevole supporto dal fronte al retro. E’ progettata per creare un sostegno costante, per chi cerca rigidità ma anche comfort, sul medio e lungo periodo.

Anche in senso frontale si possono scorgere delle diversità. Pur avendo la stessa suola, nella totalità la sagoma assume forme differenti.

KR1 e SH1 però, sono tanto diverse tra loro

La prima è paradossalmente più confortevole, grazie proprio alla tomaia che la fa diventare come un guanto, quasi impercettibile una volta indossata. È una calzatura “vellutata” che offre tanta ventilazione in tutta la sezione superiore dell’estremità corporea. Nelle giornate fredde (ma anche ventose e fresche) diventa obbligatorio indossare dei copriscarpe. Inoltre l’elasticità dello Knit diventa un vantaggio per chi ha dei piedi grossi, o con delle imperfezioni e ancor di più quando si gonfiano per via del caldo. Con una tomaia del genere si azzerano le pressioni, relegate in parte, solo quando si stringe in modo estremo il Boa.

Eppure la SH1 ha poco da invidiare in termini di rigidità

La DMT SH1 nella zona Knit è meno fasciante rispetto alla sorella ma il doppio rotore offre la possibilità di bypassare questa “mancanza”. Inoltre la SH1 offre un supporto piacevole e ampiamente sfruttabile da chi è abituato a fare tanta trazione durante la pedalata, grazie anche alla fibbia alta. Questo aspetto è particolarmente apprezzabile per chi ha un gesto ampio e tanto gioco di caviglia. La scarpa non è fresca e ventilata come la KR1, più rigida e meno fasciante vicino all’articolazione della caviglia (per via del tessuto in microfibra). La conformazione e la struttura della suola, ricordiamolo, comune ai due modelli, invita a spingere facendo leva sulla porzione frontale.

I due modelli visti da dietro. Anche in questo caso si notano delle differenze e proprio la tomaia gioca un ruolo fondamentale. Inoltre si nota la suola, molto sagomata in questa zona. L’ampia svasatura centrale sul tallone, permette di scaricare e non bloccare eccessivamente il tallone verso il basso, soluzione favorevole per chi ha un piede molto magro e con ossa sporgenti.

Prestazioni e comfort un pò per tutti

Di livello superiore (rispetto alla media) la versatilità di entrambi i modelli, adatti a velocisti e scalatori. Consideriamo i due modelli DMT al top in fatto di performances, con la KR1 che abbina un comfort maggiore e un design più moderno. La SH1 ha un buon rapporto tra la qualità, il prezzo e l’efficacia, scarpa sostanziosa che ben si adatta a diverse esigenze.

a cura della redazione tecnica, foto di Sara Carena

ulteriori info: dmtcycling.com

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.