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Il test delle nuove Mavic Ksyrium Pro Disc SL

di - 12/06/2019

Quando dici Ksyrium, parli di un riferimento per la categoria ruote, un prodotto, uno strumento dedicato alla performance, un pacchetto che si è evoluto in modo esponenziale nel corso delle stagioni, prima in alluminio, poi in carbonio, per freni tradizionali e ora anche per i dischi.

Il cerchio full carbon con carbonio 3K, elegante e ben fatto nella costruzione è con la naturale predisposizione UST tubeless.

Noi abbiamo provato la versione SL e nel catalogo dell’azienda francese è presente anche una versione che non adotta il suffisso SL, più pesante di circa 200 grammi ma anche meno costosa (1300 euro, invece dei 2000 euro che sono necessari proprio per la SL). Rispetto alle versioni Mavic Ksyrium più comuni, ci viene in mente quella con livrea argento e quelle che hanno celebrato le varie edizione del Tour de France, la Ksyrium di oggi è tecnicamente diversa (molto diversa), anche se eredita il dna corsaiolo che da sempre la contraddistingue.

Il mozzo anteriore

Partiamo dal mozzo, completamente in alluminio con un sistema di rotazione interno con cuscinetti sigillati autoregolanti: la ghiera di regolazione del precarico, quella dal lato non drive, non esiste più. Questa soluzione, ricercata e voluta ha anche l’obiettivo di azzerare eventuali danni ai cuscinetti, senza sacrificare la scorrevolezza.

Il mozzo posteriore

Il lato dei pignoni, la ruota libera si basa su una doppia ruota dentata che permette un’ingaggio immediato, affidabilità, longevità e scorrevolezza.

Un’esploso del mozzo posteriore con il nuovo “ingranaggio” e rinnovato sistema ID360.

Anteriore e posteriore sono con asse passante, customizzabili, rispettivamente 12×100-15×100 mm, 12×142-12×135 millimetri. Il posizionamento del disco è di natura CenterLock. Passando ai raggi, sono 24 anteriore e posteriori, in acciaio, aerodinamici, a doppio spessore e con testa dritta. La ruota davanti ha i raggi incrociati in seconda su ambo i lati, la ruota dietro sul lato non drive. I mozzi prevedono delle flange di supporto per i profilati, non particolarmente alte ma massicce e ben strutturate, come potete notare dalle immagini.

La valvola tubeless ha una lunghezza ottimale che permette di gonfiare la gomma senza tribolare, considerando anche lo pneumatico tubeless. La parte superiore è svitabile per facilitare l’inserimento del liquido anti foratura.

Passiamo al cerchio, che porta delle innovazioni per la casa di Annecy: full carbon 3K con altezza da 32 millimetri, naturalmente UST, per tubeless(e già questo fa pensare all’evoluzione dei sistemi a disco, con ruote che abbinano rigidità e reattività difficilmente riscontrabili sui pari gamma calipers, capaci di supportare gomme più grosse utili per il comfort e la scorrevolezza). La larghezza interna del canale è da 21 mm (ETRTO 622x21TC Road). Ma cosa significano questi numeri? Rigidità, scorrevolezza, comfort, buona aerodinamicità ma anche leggerezza (la versione di cui stiamo parlando ha un valore alla bilancia dichiarato di 1495 grammi, noi abbiamo rilevato 1480), interfaccia ottimale con pneumatici di varia natura, con sezione da 25 e 28. Il loro design si abbina al meglio con le gomme “grosse” che non spanciano fuori dal cerchio. Con quelle più piccole (da 25 ad esempio), si possono risparmiare grammi e rendere la ruota perfetta per gli scalatori. Torniamo alla presentazione della Mavic Ksyrium: fornita con pneumatico tubeless Mavic Yksion Pro da 28c.

Le bici disco di nuova generazione non hanno problemi nel supportare pneumatici con sezione da 28 ma è sempre bene verificare la compatibilità

Lo pneumatico è sviluppato con la collaborazione di Hutchinson, montato in modo contrapposto tra anteriore e posteriore.

LE NOSTRE IMPRESSIONI

Al di la della storia della Ksyrium, questa ruota in versione disco offre parecchi spunti per la valutazione della prestazione, i maggiori arrivano dal cerchio. Un cerchio da 32 mm di altezza permette di sostenere e di beneficiare di una performance a tutto tondo, veloce quando serve, mai pesante anche nel corso delle lunghe e lunghissime scalate, sempre guidabile nelle discese, anche quelle più tecniche che prevedono cambi di direzione importanti. Il cerchio con questo profilo (non eccessivamente panciuto e molto arrotondato nella parte superiore) e questa altezza non risente per nulla del vento forte, in particolare quando è laterale, permettendo di controllare la bici anche ai ciclisti più leggeri. La ruota è rigida il giusto ma è anche vero che la gomma da 28 smorza parecchio. Attenzione: con uno pneumatico di questa stazza e un cerchio con canale interno da 21 mm è necessario prendere confidenza con la pressione degli pneumatici. Un esempio: noi, ci siamo trovati a nostro agio con una pressione al di sotto delle 5 atmosfere per la ruota anteriore, 5/5,5 per quella posteriore. Si parla di tubeless, senza camera d’aria, anche il comportamento dello pneumatico stesso è differente rispetto ai copertoncini. Dimenticate le 10 e 11 atm dei tubolari del passato, questa è un’altra storia! Rimanendo in tema gomme, abbiamo provato la ruota anche con pneumatici da 25c di sezione, forse una soluzione che meglio si adatta alle nostre esigenze, che va verso un comportamento più brioso e sacrifica parte del comfort. Precisiamo: tra la gomma da 25c e quella da 28c, valutare un differenza in termini di reattività dell’intero comparto è difficile, quelloche  è doveroso sottolineare è come uno pneumatico da 28 sia più confortevole e smorzante sul medio e lungo termine, capace di offrire sicurezza in discesa quando l’asfalto è mal messo. Il lattice (liquido anti foratura) all’interno è necessario anche se noi non abbiamo mai forato.

Ci siamo divertiti ad usare la bici combinando la Ksyrium sulla parte anteriore, con la Cosmic per il retrotreno. Gratificante per la prestazione e per l’occhio, gran bell’abbinamento.

Ci è piaciuto usare la Ksyrium, combinandola con le nostre Cosmic Pro Carbon SL UST Disc ( Cosmic montata sulla ruota posteriore), soluzione perfetta per i percorsi vallonati dove è necessario rilanciare e dove alcune salite fanno scendere la velocità. Dopo tanti e tanti km, i mozzi non hanno avuto necessità di manutenzione.

IN CONCLUSIONE

Il nuovo corso di Mavic Ksyrium presenta una ruota versatile e trasversale, per l’utente ma anche in termini di prestazione. Questa ruota è sicuramente una delle più moderne che abbiamo provato ad oggi (parliamo della categoria disc brakes), che nonostante la sua eleganza non ha paura di affrontare uno sterrato: strade bianche? Perché no. Reattiva ma non violenta, facilissima da guidare nel tecnico, quest’ultimo feedback non è per nulla una banalità, in particolare quando si parla di freni a disco. Un altro valore aggiunto è l’assenza della manutenzione dei mozzi, dopo tantissimi km e anche tanta pioggia presa. Abbiamo usato le ruote anche in gara.

Inazione con la coppia di Ksyrium

A cura della redazione tecnica, foto della redazione tecnica e Micheal Faiss

link utili

mavic.com

exept.cc

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.