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Kuota Khan Androni Edition

di - 12/10/2015

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Questo è un altro test che riportiamo, effettuato sulle strade del bolognese, eseguito durante la prima tappa del Bike Shop Test.

 

La versione che abbiamo provato di questa Kuota Khan è la medesima in dotazione all’equipe di Gianni Savio, bicicletta bella sotto il profilo estetico, tanto accattivante quanto armonica nello sviluppo ma allo stesso tempo massiccia nei punti strategici, come per esempio il BB, la parte interna dei foderi della forcella, la tubazione obliqua e la prima parte dei foderi posteriori bassi (quella più vicino alla scatola del movimento). Il paragone riporta in modo quasi naturale al modello Kom, anche se le differenze sono tangibili da subito, non solo per quanto concerne l’estetica.

 

Come nostra abitudine in questi passaggi, nel corso di questi test brevi, non vogliamo mettere in mostra le caratteristiche di costruzione e delle geometrie ma le prime sensazioni/impressioni una volta messa la bici su strada.

 

Abbiamo pedalato con la Khan, taglia M, per poco più di 1 ora e 1/2, affrontando circa 500 mdsl positivi.

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La porzione anteriore della bici è granitica, efficace quando ci si alza in piedi sui pedali e ci si aggrappa al manubrio per spingere e rilanciare con forza (tipico degli scalatori), abbastanza stabile e velocissima negli inserimenti una volta inserita nelle discese veloci; il lavoro (una sorta di drop-in) eseguito sui forcellini rivolti verso l’interno del telaio ha i suoi pregi in termini di performance positiva.

 

A nostro parere è una bici da “salitomane” anche se offre un buon comportamento, un comfort qualitativamente di livello elevato nelle fasi di trasferimento, di azione regolare e conduzione al passo, in grado di smorzare parte dei difetti provenienti dall’asfalto. Kuota Khan è una bici da professionista, la comodità legata a questo progetto è un aspetto non primario e comunque personalizzabile in base a tipologia di ruote e pneumatici.

 

Il carro posteriore, a nostro parere, ha una doppia faccia, non un comportamento sdoppiato ma una resa che fa collimare la rigidità della porzione bassa con l’elasticità degli stays obliqui. I foderi orizzontali lavorano in combinazione con la scatola del movimento centrale sovradimensionata e sempre pronta a scaricare a terra i watt, in tutte le fasi di rilancio. Comportamento più morbido dei due tubi obliqui sfinati, da cui si percepisce quella quota di gommosità positiva per un equilibrio ottimale, utile nel corso delle discese veloci con tanti cambi di direzione.

 

Abbigliamento

X-Bionic Twice

Casco/occhiali

Abus TecTical Pro V.2

Scarpe

Gaerne G.Stylo