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La Granfondo Bra Bra Specialized 2019 vista da noi

di - 29/04/2019

Il 2019 della Granfondo Bra Bra Specialized, la numero ventisette, verrà ricordata per il record di iscritti, per una giornata con un meteo da cartolina ma anche e soprattutto per la consacrazione di un evento che va ben oltre la manifestazione ciclistica. Noi, come d’abitudine l’abbiamo pedalata e vissuta insieme ai 2500 partecipanti. Questa è la seconda prova del challenge Coppa Piemonte.

Uno scorcio del “parco chiuso” ai piedi dell’Abazia di Pollenzo dove è posto il villaggio di partenza e arrivo della gara.

Si parla e si racconta della bicicletta come un messaggio, come il veicolo per la promozione del turismo e dei territori. Si parla della bicicletta come il mezzo ecologico e soluzione per il futuro della mobilità. Si dice che la bicicletta è sport e agonismo, passione, vita, cultura in diverse forme, si dice che la bici fa anche parte della storia dell’enogastronomia: la bici è una sorta di 360° che va bene per tutti.

Una granfondo è prima di tutto una gara in bicicletta. Un evento legato alla bicicletta trova la sua massima espressione sportiva quando viene dato lo start ufficiale alla competizione ma, una granfondo è molto altro. Una granfondo moderna è un prodotto da vendere in Italia e all’estero, uno strumento che crea lavoro, attrazione, interesse, una granfondo come la Bra Bra Specialized Langhe&Roero è una delle massime espressioni di questo sport. Non dimentichiamo che l’interpretazione italica delle granfondo, è qualcosa che ci invidiano e che tutto il mondo sportivo cerca di emulare.

Si parte e si arriva a Pollenzo, borgo ai piedi di Bra e residenza Sabauda.

Pollenzo è la sede attuale della Granfondo Bra Bra Specialized, il simbolo di un comprensorio diventato patrimonio dell’UNESCO Langhe e Roero, tra le province di Cuneo e Asti, nel cuore del Piemonte insomma. Qui si pedala tra i vigneti che danno vita ai vini tra i più famosi al mondo, si pedala su strade che hanno fatto la storia, si pedala nella cultura, si attraversano borghi che non dimenticano le loro origini, fieri del proprio essere e dei simboli che li caratterizzano, dove la bici fa parte di tutto questo: qui la bici è motivo di rispetto. Ma andiamo per gradi e torniamo alla manifestazione.

Ospiti illustri tra cui uno dei campionissimi e primo campione olimpico della storia del ciclismo su strada, Pascal Richard.

Un successo in parte annunciato ma non scontato quello dell’edizione 2019 della Granfondo Bra Bra Specialized. Annunciato perché, con il passare delle stagioni il comitato organizzatore ha pensato sempre più avanti, in modo ambizioso ma con sostanza, costantemente con i “piedi per terra”, step by step e senza strafare. Un record per alcuni aspetti prevedibile, per i tanti pre-iscritti e per via delle previsioni meteorologiche favorevoli che hanno invogliato anche i “ciclisti dell’ultimo minuto” ad accaparrarsi un pettorale: i numeri venduti nella giornata di sabato sono stati davvero tanti. Un successo perché questa granfondo è un pacchetto ben congegnato e strutturato, che va dall’organizzazione, dal supporto dei comuni e della politica, fino ad arrivare agli sponsors che sostengono l’evento, molti legati al mondo della bici, tanti extrasettore: e anche questo è un valore aggiunto non da poco che conferma la curiosità che creano le granfondo anche per aziende che non sono legate alla bici in modo diretto. Vogliamo pensare a Specialized la Bra Bra è l’unica granfondo su strada in Italia che ha come main sponsor l’azienda californiana. Enervit, Italdesign, Provincia di Cuneo e Regione Piemonte, molti altri. Mica poco!

Possiamo interpretare l’intero borgo di Pollenzo come una sorta di grande villaggio e parco chiuso, dedicato ai ciclisti e accompagnatori. Pollenzo per un’intero fine settimana diventa il quartier generale della bicicletta. Lo spazio a disposizione è tanto, immenso, dove sport e relax diventano il leitmotiv. 

Ma la Domenica mattina il fascino della storia lascia spazio all’agonismo. Questo ha diverse interpretazioni, che va dalla voglia di conseguire il massimo risultato possibile, fino alla sfida contro se stessi, passando dalla voglia di pedalare in gruppo pura e semplice! Ognuno a suo modo è un attore e tassello fondamentale per la buona riuscita della granfondo. Il via alle 9,30 precise, un orario ottimale che permette di raggiungere Pollenzo anche per chi non ha alloggiato in zona nella notte antecedente la gara.

Tutto ben strutturato e pensato al meglio, ristori, punti di aiuto, dislocazione e numero dei mezzi a disposizione.

Il ciclista si focalizza sul posizionamento in griglia, sull’orario della partenza e su tutte quelle attività che lo riguardano, dimenticando a volte cosa esiste dietro ad una granfondo come questa: chi organizza dorme poco, o non dorme addirittura, le attività di contorno, di rifinitura, la cura dei dettagli, non si finisce mai, ci sarà sempre qualcosa da fare e qualcuno che dovrà fare qualcosa. E’ così, il successo non ha prezzo, o meglio, è difficilmente quantificabile!

Le colline e le Alpi innevate hanno fatto da sfondo alla granfondo. Vento teso e fresco per una giornata da cartolina.

Si parte in parata per le prime centinaia di metri sul viale di pavé, musica a manetta, lo speaker che si esalta e che esalta! Ma quanta gente c’era che applaudiva e incitava! Questo ci piace, questa è la goduria che c’é dietro la bici, che va oltre il gesto atletico.

Le Alpi con tanta neve, come una corona sulla manifestazione, che passo dopo passo diventa una delle regine tra le granfondo.

Poco prima della partenza abbiamo contato 41 moto schierate, molte altre erano già in movimento fuori Pollenzo e sul percorso. Auto dell’organizzazione come apri pista, al seguito, mezzi della Protezione Civile e della Pubblica Sicurezza lungo il percorso e a presidiare i punti sensibili. Ogni incrocio, rotonda, vicolo era presidiato! Questo ci piace e ci è piaciuto, perché anche la sicurezza non ha prezzo e tempo. E poi quanta gente a vedere a gara.

Davvero ben segnalate le divisioni dei percorsi, tre a disposizione. Segnaletica fissa, mobile e speakeraggio. 

Questo territorio è davvero particolare dal punto di vista planimetrico: si scende e si sale in continuazione, in turbinio di strade e vie di comunicazione, grandi e piccole, larghe e strette, in costa sulla collina e che tagliano in due i paesi. Lungo i 160 km del tracciato più lungo non si rimane mai soli, c’é sempre un borgo, un centro abitato, un casolare o una cascina a bordo strada, al tuo fianco che ti accompagna. Non siamo nelle Alpi ma queste non sono distanti e dominano queste valli. Nel bel mezzo di una discesa, al lato di un tornante si intravede una stradina che sbuca dal boschetto con la gente che aspetta seduta il passaggio dei corridori: batte le mani, incita, i bambini aspettano il lancio della borraccia, come succede per le gare dei pro. Nelle strade del fondo valle ci sono le persone che urlano a bordo strada e all’imbocco dell’ennesimo strappo. Ci sono le persone “normali” che aiutano l’addetto ad una rotonda particolarmente complicata da gestire. Si vede il traffico delle auto, siamo in una zona turistica e questo è, è stato un ponte vacanziero piuttosto lungo. Ci sono tante macchine con targa straniera! Ci piace e in questo contesto siamo fieri di essere italiani.

Si pedala costantemente in mezzo ai vigneti vecchi e nuovi.

La Granfondo Bra Bra Specialized Langhe&Roero è un biglietto da visita che viene presentato al mondo intero. Il simbolo di questa manifestazione ciclistica, il depliant, l’evento stesso, sono associati alla promozione turistica dell’intero comprensorio anche delle case vinicole stesse, quasi a dire ” noi siamo nella terra dove si svolge la Granfondo Bra Bra”. La granfondo così come la conosciamo oggi è parte integrante del dna.

Trovare qualcosa di negativo in questa granfondo è difficile ma è anche vero che “si può sempre migliorare”,quest’ultima una delle frasi che da sempre viene ripetuta dall’attuale C.O. Migliorare significa credere in quello che fai, per te e per gli altri, perché piace vedere lo sguardo soddisfatto della gente che hai fatto divertire con la propria passione. Migliorare è aggiungere sempre qualcosa di nuovo, che sia gratificante e interessante, un motivo di orgoglio. Qualcuno ci ha detto di alcuni tratti di asfalto non ottimali in alcuni punti: vero, li abbiamo visti anche noi. E chissà che un domani, proprio grazie alla gara ciclistica amatoriale (come avviene quando passa il Giro d’Italia), i ciclisti troveranno l’asfalto nuovo! A migliorare però, dovrebbero essere anche i ciclisti, con quella maledetta abitudine di gettare per strada le carte delle barrette e gli involucri dei gel! La bici è il mezzo ecologico per eccellenza, non lo è il ciclista, a tratti parecchio maleducato! Si, noi ciclisti abbiamo la materia grigia che si asciuga quando pedaliamo. Commentiamo e critichiamo l’asfalto malmesso, le increspature della strada  ma non abbiamo (o l’abbiamo poco) la lungimiranza di pensare che le strade sono sporche è anche colpa nostra.

Un pò di attesa al pasta party finale? Si vero, l’abbiamo notato ma ci ha fatto piacere anche origliare i commenti di molti: “ah io questo pasta party me lo voglio godere, si mangia bene e ti danno la birra gratis”. E beh, mica poco. E poi, 2500 persone che hanno pedalato a cui dobbiamo aggiungere gli accompagnatori che hanno pagato per magiare, sono tutti aspetti da tenere in considerazione. Normale che ci sia fila, con tempi di attesa tutto sommato gestibili. Una bella immagine? Una vittoria, un successo? Una bella granfondo? Eh, decisamente si.

Il traguardo della granfondo.

IN CONCLUSIONE

Il successo di questa granfondo parte da lontano, già da qualche stagione ma il cambio di passo è avvenuto nel momento in cui il C.O. ha portato l’evento a Pollenzo: la granfondo Bra Bra così come la conosciamo è una visione di successo. Il borgo è sede dell’Università Gastronomica, unica nel suo genere e che il mondo ci invidia. Questo accostamento è una delle massime espressioni in termini di accostamento tra sport, bicicletta, cultura, storia e territorio. Pensateci bene: cosa fa un ciclista dopo aver faticato? Pensa a mangiare e bere, non per forza abbuffarsi e i ciclisti sono tra i maggiori consumatori di buon vino e birra! Bici ed enogastronomia sono una sorta di parallelo che fa stare bene e mette “tranquillità”. La Granfondo Bra Bra Specialized Langhe&Roero è una delle migliori manifestazioni amatoriali che possiamo proporre, in Italia e all’estero, perché mette insieme tante, tantissime cose, non vogliamo dimenticare anche l’aspetto solidale: quest’anno ha voluto sostenere la LILT . I tracciati, tre in totale, sono affascinanti, impegnativi ed esigenti, capaci di gratificare i diversi palati dei corridori, dagli scalatori ai grimpeur, un pò meno i velocisti che su questi strappi soffrono le pendenze che non di rado vanno abbondantemente oltre il 10%. Tutto facile grazie a sponsors dai nomi altisonanti? Per nulla facile ci viene da dire. Oggi come oggi non ti viene regalato niente. Ad uno sponsor importante prima di tutto devi offrire delle garanzie. La buona riuscita di un evento, il suo successo sono un percorso di crescita e pensare sempre avanti è la vittoria più importante. Qui non si tratta di sostenere a tutti costi una granfondo come questa, qui si parla di una bella manifestazione che offre spunti positivi anche per gli operatori del settore, da cui si può imparare qualcosa di buono: insomma un evento di sport che promuove la bicicletta a favore di tutti. La granfondo è anche uno strumento di comunicazione.

La medaglia per tutti i finisher
Arrivederci al 2020

teso a cura della redazione tecnica, foto di Sara Carena

brabra.org

 

 

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.