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La Granfondo Davide Cassani pedalata e raccontata

di - 18/03/2019

Ecco il racconto di Enrico Monti che ha preso parte alla Granfondo Davide Cassani 2019. “Il ciclismo, lo sport agonistico in genere, come strumento di promozione turistica e di valorizzazione dei territori”. Con queste parole si apre l’articolo di sabato 16 marzo che annuncia la nascita della prima formazione Emilano-romagnola di ciclismo U23 sponsorizzata da Regione e alcune aziende che hanno accettato l’idea di Davide Cassani, quella di utilizzare i profili social degli atleti per dar visibilità alle bellezze della regione.

Il serpetone poco dopo il via ufficiale

In veste di presidente di Apt Servizi il Davide ct nazionale ha spinto affinché la terra in cui sono nati i Bike Hotel fosse il prototipo di un progetto nuovo, un team di ambassador in cui la vittoria sia seconda alla funzione comunicativa volta a valorizzare le capacità imprenditoriali della regione e le sue bellezze straordinarie. All’indomani alcuni atleti della squadra sono in prima fila nella GF che porta il nome di Davide e che spegne ben 25 candeline, diventando una delle più longeve manifestazioni italiane. Quasi 300 iscritti in più rispetto al 2018 non sono poche e anche il meteo aiuta a far sì che oggi sia più una Festa che una gara. Davide in griglia, tra una chiacchiera e l’altra, prende il microfono e ringrazia tutti i presenti che aiuteranno ancora una volta i ragazzi della Ceretolese e della Pol. Zannoni a intraprendere questo sport. Il clima amichevole è interrotto bruscamente dalla partenza che come di consueto lancia a oltre 50 all’ora le bici nella strada verso Modigliana. Mai come quest’anno però il sacro furore viene raffreddato da un vento contrario che appallottola il gruppo e provoca numerose cadute con improperi e piede a terra. La nostra idea, quando così tante persone partono e l’altimetria del Corto risulta molto più leggera del Lungo, è che la sicurezza possa essere garantita solo da due partenze diversificate. 5 minuti sono sufficienti per allontanare i cronomen del Corto e lasciare spazio ai granfondisti, i chilometri prima della divisione dei percorsi sono pochi, la buttiamo lì. Una volta divise le strade tutto procede molto tranquillamente; le prime salite del Lungo sono pedalabili e lunghe e scremano il plotone facendo sì che le successive discese si possano prendere in sicurezza nonostante alcuni tratti sconnessi se non sterrati. Si alza un bel vento di scirocco e se sono dolori nel volgere la prua verso la Toscana dobbiamo dire che percorrere il fondovalle verso Modigliana è una vera goduria! Le ultime tre salite sono vicine e specialmente il Casale (una degli strappi più ignoranti del faentino) fa la tara ai nostri muscoli. I ristori sono ben posizionati e addetti solerti regalano qualche bella bottiglietta d’acqua. Per una volta teniamoci le cartacce in tasca e svuotiamole qui, un sorridente signore munito di apposito bastone raccoglie in un sacco il tappeto di plastica e carte che lasciamo, una strada colorata con la nostra immondizia non fa bene a nessuno! Si passa per viabilità secondarie e in zona Villa Vezzano notiamo alcune puntine in strada; all’arrivo ci diranno che qualche furbetto ne ha appiedati quasi 200, è uno sport in crescita (ci risulta che anche alle Strade Bianche ci sia stata una manche). Addirittura qui succede da due domeniche, se prende piede il danno potenziale non è da sottovalutare e vanno trovate adeguate misure. Pasta party nei locali ampi della Gemos di Faenza con qualche fila mentre le bici sono sorvegliate nel Bike Park. Una stupenda giornata che sicuramente ha allenato i più, anche se dobbiamo dire che il livello ci è parso già ottimo: questo tracciato ci sembra indovinato e speriamo possa diventare un classico nelle prossime edizioni.

granfondodavidecassani.it

foto C.O.

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.