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La sella giusta? Ecco qualche utile considerazione

di - 01/06/2018

Abbiamo preso tre selle di Prologo, due con caratteristiche molto simili tra loro, i modelli Scratch2 e Scratch2 PAS, entrambe da 280×134 mm e una sella di un segmento completamente differente, strumento di una nuova generazione, la Dimension 143, larga appunto 143 mm e lunga 245 mm. Le prime due fanno parte della linea Round, fascia di prodotti caratterizzati da una curvatura accentuata dei punti relativi alla seduta. Prologo Dimension è una sella SemiRound.

Le nostre considerazioni che seguono, hanno l’obiettivo di mettere l’accento su alcuni punti che spesso non sono presi in giusta considerazione, che si rivolgono a tutti gli utilizzatori, sempre in bilico tra la scelta di una sella con o senza canale centrale.

La Nostra opinione

Ancora oggi sentiamo di selle scelte in base ai colori, alla moda, ad un senso di emulazione, dimenticando quali sono le vere necessità e caratteristiche principali, della sella ma anche fisiche dell’atleta. Fare e sviluppare un test che riguarda una sella non è mai semplice, strumento necessario per la bicicletta che è caratterizzato da una elevata dose di soggettività: figuriamoci fare una sorta di prova comparativa. Ancora oggi, qualcuno considera le selle con canale di scarico centrale una sorta di prodotto di seconda fascia, selle in un certo senso “sfigate”, senza mai averne utilizzata una: nulla di più sbagliato a nostro parere.

Le selle scaricate centralmente, in molti casi derivano in modo diretto dai modelli standard, con medesime forme e design, stesso concetto di utilizzo e categoria. Qualche volta hanno anche un valore alla bilancia ridotto, se messe a confronto con le “normali”, utilizzano carbonio, foam con densità differenziata e hanno le stesse finiture di pregio. Ci sembra giusto dire che le selle con canale centrale, così come sono sviluppate oggi, non si rivolgono solo a chi può avere problemi di “sopra sella” ma si rivolgono a tutti i pedalatori di tante categorie. Torniamo alla nostra prova: abbiamo preso in considerazione i due modelli Prologo, del medesimo segmento, con caratteristiche uguali tra loro per forma e misure, con la “grossa” differenza del canale centrale: i modelli Scratch 2 e 2 PAS.

Entrambe le selle permettono di eseguire una pedalata profondo e redditizia, grazie al disegno che le contraddistingue e per merito di una sorta di “contatto” costante che si ha con la parte interna della coscia. Proprio in questa zona, entrambi i modelli offrono un feeling pieno ma che al tempo stesso non frena il gesto atletico. Il modello tradizionale e la versione PAS inoltre, agevolano una posizione ottimale quando si percorrono lunghi tratti senza alzarsi sui pedali: proprio in questo frangente, come è facile immaginare, PAS ha qualcosa in più. Dettaglio di prima importanza: PAS ha un canale profondo ma chiuso nella parte inferiore. Uno step più avanzato in fatto di performances, arriva da una maggiore aerazione, grazie al canale e grazie ad un foam consistente che non si schiaccia. Il modello standard a nostro parere è leggermente più caldo (abbiamo usato il medesimo kit, stesso pad, condizioni meteo e di percorso molto simili, oltre alla stessa bicicletta).

Più caldo si ma non per questo meno performante: la Scratch2, che ci piace definire standard, permette di avere un contatto costante con la seduta, lungo tutta la superficie della sella (dal fronte al retro e viceversa), senza scalini, senza differenze se non quelle trasmesse dalla diversi densità dell’imbottitura. Quando ci si siede dopo un rilancio, dopo uno sprint, dopo aver fatto una salita in piedi sui pedali, si trova la giusta posizione da subito, nell’immediato: in questo frangente il modello PAS può  richiedere qualche aggiustamento quando si torna a contatto della sella. PAS si pedala meglio in caso di posizione bassa sul manubrio particolarmente estremizzata e prolungata, anche se, dobbiamo sottolineare che la Scratch2, sotto questo punto di vista è leggermente sopra la media della categoria: su tutta la porzione frontale è morbida e non crea ne fastidi, ne pressioni indesiderate. Tutte e due le selle limitano lo scivolamento non ricercato, aspetto non secondario che in alcuni casi diventa controproducente nel medio e lungo termine. Discorso differente per la Dimension, una sella più corta, più larga, diversa se messa a confronto con le precedenti, che ci è piaciuto utilizzare anche sulla mtb; perché questo? Perché la sella offre un notevole appoggio posteriore ma il suo “naso accorciato” permette al tempo stesso di esprimere un pedalata ampia, profonda, rotonda, mantenendo costante il contatto. Fastidi e pressioni sono limitate, quasi azzerate ci viene da dire, grazie al canale ben dimensionato.

Nonostante la sua lunghezza ridotta (rispetto alla media attuale del mercato), la Dimension viene sfruttata a pieno e grazie al canale centrale, che non ha interruzioni, offre un notevole appoggio (durante alcuni fasi di spinta, in particolare quando si pedala full gass in pianura) sulla porzione più avanzata. La larghezza può diventare un limite, per chi ama le selle maggiormente snelle ma può essere anche un appoggio aggiuntivo nelle fasi di relax.

Rispetto alle selle standard, una categoria di prodotti come la Dimension, sono maggiormente scarrellate verso il retrotreno della bici, a parità di misure (altezza e arretramento). 

IN CONCLUSIONE

La versione PAS è una sella per alcuni aspetti più fresca nelle giornate calde e umide, che, nonostante il canale non sacrifica gli aspetti di design, un prodotto che gratifica anche sotto il profilo dell’estetica, ampiamente sfruttabile con uno scarrellamento avanzato.

La standard offre un maggiore equilibrio, dall’anteriore al posteriore, giustamente morbida nel foam, capace di accontentare tutte le richieste in merito: da chi vuole una sella più “secca”, fino a quelli che preferiscono un appoggio più morbida, ricordando che questo segmento nasce per essere utilizzato dai pro. Entrambi i modelli, PAS e la versione tradizionale sono veramente comode, danno un  otevole supporto anche dopo tante, tante ore di attività. La Dimension è una sella di una categoria nuova, aggressiva nel design ma comoda, piuttosto versatile a nostro parere che trova una giusta interfaccia nei “passistoni” che pedalano di forza e lo fanno per lunghi tratti seduti sulla punta. Dimension però, deve ancora trovare il giusto spazio, una fascia di prodotti che deve essere capita e interpretata. Dimension è corta e da l’idea, “manca un pezzo”, anche se in realtà non è così. Ogni protocollo di studio delle diverse aziende ha ragione di esistere ma la prima cosa che dovrebbe fare l’utente è non lasciarsi condizionare a pieno dal solo fattore estetico: l’occhio vuole la sua parte, è vero ma anche tutto il resto del nostro corpo reclama una certa considerazione!

Grazie a prologotouch.com per la fornitura delle selle

foto di Sara Carena

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.