Pubblicità

Lanzarote surf camp: report del viaggio con il team Indoboard Italia

di - 02/02/2017

Forse molti di noi lo hanno dimenticato ma tutti siamo passati per l’inizio. Che sia da autodidatta o con istruttori qualificati la fase delle schiume, grosse faticate per piccoli ma soddisfacenti risultati, l’ha vissuta ognuno di noi sulla propria pelle, prima di progredire. 
Il Surf Camp con Indoboard Italia a Lanzarote è stato un concentrato di attività volte all’apprendimento e al rapido miglioramento delle proprie capacità sulla tavola. Il training si è articolato in varie fasi seguite da istruttori qualificati, le quali comprendevano Yoga, esercizi mirati con Indoboard e Surf, con lezioni in spiaggia e in oceano. 
Vi lasciamo alle impressione di alcuni dei protagonisti di questo surf trip (Ivano, Michela e Alberto), poichè chi meglio di loro può descrivere le sensazioni provate durante il surf camp? 

Ricordo ancora la prima volta che arrivai a Lanzarote. Ero poco più che ventenne, all’epoca non era così semplice raggiungere l’isola, dovevi comunque fare scalo a Madrid e poi proseguire per altre tre ore di volo e di certo non era cosi economico come oggi, dato che solo le compagnie di bandiera, facevano da spola tra penisola e isole. 
Avevo sentito storie dell’isola, di Kubric e dei suoi scenari lunari, di Cesar Manrique e delle sue opere, di vulcani assopiti e di paesaggi quasi surreali. Generalmente, ci si aspetta di essere appagati dalle aspettative che uno si fa in testa, prima di
partire …. ma che succede, se quello che pensavamo di trovare, supera anche la nostra immaginazione? Beh … la stessa cosa di quando, credo, ti innamori di qualcosa o qualcuno, di inaspettatamente meraviglioso. 
Beh … così è stato Lanzarote per me …. un arido fiore che sboccia nel bel mezzo dell’Atlantico, un mondo parallelo, dove tutto il resto diventa lontano, dove ritrovo la semplicità delle cose e delle persone, una semplicità di cui in Europa ormai, puoi solo sentirne un lontano eco. Una pace scandita dal frangersi delle onde sulle coste frastagliate, astratte, pungenti, come se quel mare entrasse, non solo nelle viscere di quei crateri dormienti ma, risalisse anche dentro di te. Quel mare che, è come se ti cullasse, sotto un sole caldo che non conosce inverno, ma solo una primavera infinita, levigata dal vento, secco, a tratti costante, a tratti nascosto, dietro a chi sa quale brullo promontorio. 
Da quella volta ogni anno torno a Lanzarote e, sarà forse lo sguardo delle persone del posto, i sorrisi di chi mi riconosce tra le onde o, il rispetto che a fatica ci si guadagna, se vuoi far parte anche tu di quel mare che continuano a stregare i miei occhi, a farmi capire e conoscere meglio me stesso. A volte, al mattino, mi rivedo riflesso, a bocca spalancata sul vetro della finestra di casa mentre osservo i suoi quotidiani arcobaleni, oppure immagino la mia sagoma, distesa su uno specchio d’acqua che, cerca di dare un senso alla perfezione di tutta quella naturale forza. 
Ebbene a Lanzarote ritrovo il mio migliore surf, riesco ad esprimere il mio massimo come si suol dire, mi sento perfettamente a mio agio con l’elemento che tanto mi sta a cuore …. l’acqua. E poi … quando dicono il destino… Quest’anno infatti chissà per quale strano motivo e rigiro della vita sono stato contattato dal mio amico Longboarder e mentore Guido Virgulti di Indoboard Italia, conosciuto durante un corso di formazione qualche anno fa dove lui master Trainer mi ha introdotto a questo meraviglioso “mondo instabile” che è l’Indoboard.
Sottovalutato o addirittura sconosciuto a molti, ormai come l’acqua, l’Indoboard è diventato parte fondamentale della mia vita, nei miei allenamenti funzionali e propriocettivi mirati proprio al miglioramento della stabilità e coordinazione del mio corpo durante le mie surfate. E’ bastata la parola Lanzarote per accendere Guido che a sua volta adora quest’isola; << beh ma perché non organizziamo un camp mi disse, dove tu mi fai da istruttore surf e io seguo i ragazzi con l’Indo>> beh …. volete sapere la risposta ad una domanda retorica? 
Ed eccoci qua, sul tetto a terrazza di una surf house di Famara, un paesino a nord ovest dell’isola, fatto di pescatori e poche anime residenti dove il tempo sembra essersi fermato; piccole case bianche, dune di sabbia fine, cespugli, arbusti, piante grasse si sposano perfettamente tra loro e abbracciano l’oceano in una meravigliosa baia. 
E’ l’alba a Famara e noi siamo pronti per la prima session di indo riscaldamento. Dopo mille peripezie organizzative, finalmente di nuovo qui, ma questa volta tutti insieme, istruttori indo e surf e 9 ragazzi che da tutta Italia hanno deciso di seguirci in questa avventura. Questo è il nostro ritrovo, un tetto al terzo piano, un’isola incantata, un’alba meravigliosa e una vista che pochi occhi credo non avrebbero apprezzato. Siamo pronti, riscaldamento fatto … ora si va a surfare!

Che posso dire se non di aver raggiunto un sogno che avevo nel cassetto da tanti anni ? Da quella prima volta, da quei primi wipe-out al “Codito” ad essere istruttore di surf qui a Lanzarote. Parola d’ordine? Entusiasmo. Questo leggevi nei sorrisi dei ragazzi che si buttavano in mare, in mezzo alle schiume di Caleta Famara, là dove la strada asfaltata tra le dune finisce e inizia lo sterrato che ti porta al “Papelillo”. Ci vuole coraggio, perseveranza, costanza in questa disciplina, ci vuole carattere, ci vuole cuore se vuoi surfare. Il surf te lo devi guadagnare, metro per metro, onda per onda; devi imparare a dare tutto te stesso al mare che, non smette mai di metterti alla prova e, stai tranquillo che il mare, un giorno, ti restituirà molto più di quello che tu gli hai dato. Legge di vita, questa è la prima lezione. Beh ragazzi lezione superata! Tutto il resto sono solo parole.
Per 10 giorni hanno lottato come guerrieri, ragazzi e ragazze che avevano ben chiara una cosa: non si torna in Italia senza aver preso più onde possibili. Ed eccoli là in mezzo a quelle schiume, i primi take off e le prime discese, gli occhi arrossati dal sale e i sorrisi stampati. Penso che per un istruttore, questa sia la moneta più appagante, la soddisfazione più grande nel vedere che, quello che sei riuscito a trasmettere è, l’espressione della tua passione, quello a cui dedichi ogni pensiero della tua anima, ogni giorno: il Surf! E loro te lo restituiscono così, con un sorriso a 24 denti. A volte qualcuno, ti ringrazia per le dritte che gli dai ma in realtà, dovrei essere io a ringraziare loro che mi danno l’opportunità di essere qui, con i piedi scalzi sulla sabbia compatta di una bassa marea, di fronte a questo meraviglioso scenario, in costume, cappellino, occhiali e lycra, dando un senso a tutto quello in cui, ho sempre investito anima e corpo e sperato, divenisse un giorno il mio contesto di lavoro.
Matteo, Daniele, Mattia, Lorenzo, Giorgia, Michela, Giovanni, Alberto, Fabio…. Grazie Ragazzi!
Grazie per la vostra tenacia, positività e soprattutto per la vostra energia che mi porto ancora dentro! Beh e come in un concerto rock a fine esibizione partono i ringraziamenti allo staff! Un enorme grazie al grande Guido Virgulti di Indoboard Italia, al mitico Indo Master Trainer Nick, ad Alessandra, favolosa fotografa e “mente” del camp e alla mia spalla destra che vive a Lanzarote ormai da vent’anni, Alessandro Lovo, gestore della surf house e della Lanzarote Kite-Surf School con il quale ho avuto l’onore e il piacere di lavorare e senza il quale tutto questo, non sarebbe stato possibile. Ed Ora??? Tutti carichi e pronti per la prossima avventura Indo Surf Camp che ripeteremo spero nel più breve tempo possibile.
Ivano Ballestracci

“Anche quest’anno l’esperienza che attendo con tanta trepidazione ed euforia è volata e come tutte le volte non vedo l’ora arrivi in fretta il prossimo camp. Sì perché è così, se lo provi poi è difficile che ne fai a meno! La settimana di surf camp indoboard è : allenamento indoboard con specifici esercizi preparatori alla tavola in acqua, lezioni di surf sia per chi è alle prime armi sia per chi il surf lo conosce già e sessioni di stretching per aiutare il proprio corpo a lavorare bene tutti i giorni, senza traumi, per tutta la durata del camp.
Questo senza sottovalutare la completa disponibilità umana di chi questa cosa la crea con tanto amore e devozione: Guido, Alessandra e master trainer Nicola e la magica relazione che ogni anno si crea tra i vari partecipanti che uniti nel loro obiettivo finiscono per diventare veri e propri amici. Durante tutta la settimana l’obiettivo è quello di allenarsi sì ma avendo massima attenzione all’ascolto del proprio corpo e con l’indoboard questo diventa necessario. Sì perché è praticamente impossibile rimanere in equilibrio sul rullo se non hai massimo controllo del tuo core e non ascolti le reazioni del tuo corpo ad ogni minima sollecitazione. 
Quindi questa esperienza può ampliarsi in qualcosa che va al di là di un “semplice” allenamento fisico e diventa qualcosa di più profondo, conoscenza di sé. Quest’anno alla già collaudata formula (per me è il terzo anno) si è aggiunto l’incontro con Alessandro il nostro maestro di surf per la settimana a Lanzarote che si è rivelato sì un maestro di surf ma anche un maestro di vita in acqua. Il suo amore per il surf è evidente anche se non nasconde le molteplici difficoltà di questo sport che semplice non è affatto! Ma del resto spesso è così: le cose più belle e soddisfacenti sono anche le più difficili da realizzare. 
Ed è proprio per questo che l’esperienza del surf camp indoboard rappresenta un’ottima opportunità per chi vuole avvicinarsi a questo mondo senza traumi e con un giusto approccio .”
Michela Lazzaro

“Il surf non è un semplice sport, Lanzarote non è una semplice isola Quante volte li hai visti nei film alzarsi sulle loro tavole e scivolare sulle onde con facilità? Beh non è proprio così..
Lanzarote, un gruppo di persone nel quale nessuno conosceva tutti prima di arrivare, delle tavole da surf, delle strane tavole su dei rulli e qualche istruttore con delle marce in più… Le giornate passavano intense, la mattina a lezione con Ale, capace di trasmettere tutto quello che serve per capire e provare il surf. Il pomeriggio se il fisico te lo permetteva tornavi in acqua a sfinirti, lottando con le onde, nel tentativo di fare 1 metro in piedi sulla tavola. Se non ne avevamo la carovana si riuniva e si vagava per l’isola, seguendo le vibrazioni, la sua energia. Lanzarote è piccola ma, come la lava che l’ha generata, ribolle…di energia, di cultura, di passione. La sera ci si riuniva, Famara non è una metropoli, è un paesino di surfisti e pescatori, non ci sono molti posti dove andare, si poteva anche stare a casa a mangiare in compagnia, tanto eravamo sempre comunque sfiniti.
La mattina sveglia presto, ma, a differenza di quando devi andare al lavoro, non pesante, e via alla lezione di Nic, un trainer che ha fatto dell’equilibrio una filosofia di vita. Stretching ed esercizi mirati e poi via di nuovo con la prossima lezione con Ale in spiaggia. La routine è stata intensa, ma erano comunque vacanze, nulla pesava, la fatica era quasi piacevole.
Lanzarote un angolo di paradiso nonostante i colori infernali. 
Indimenticabile lo streching al chiaro di luna sul tetto della surf-house, lo yoga sul fortino, la compagnia,
l’energia!”
Alberto Grava

Surfista, Meteorologo e Giornalista, purtroppo non in questo ordine. Caporedattore 4surf magazine dal 2014, organizzatore di eventi, istruttore surf