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L’edizione numero 24 della Granfondo Via del Sale

di - 08/05/2019

Dopo La Gimondi di Bergamo anche la Granfondo Via del Sale di Cervia è stata condizionata da un fine settimana di maltempo. A voi il racconto di Enrico Monti.

Le fasi della partenza davanti al lungomare

Dopo la sbidonata d’acqua e freddo presa alla 10 Colli oggi non vogliamo rischiare e si parte come gli astronauti, meglio morire di caldo! Da tre giorni la spasmodica ricerca su ogni sito meteo, dalla Cina al Brasile, dà sempre lo stesso risultato: acqua, a partire dalle 9 di mattina. Sulle pagine social della manifestazione, la Via del Sale, assistiamo a commenti e post anche imbarazzanti da parte del popolo del pedale. Ci mettiamo come al solito nei panni di chi organizza, da mesi, con fatica (di questi tempi..) una “baracca” del genere con 3.000 e passa biciclette e tutto il resto….Perché a Cervia, lo sappiamo bene da anni, non c’è solo la Granfondo.

De Zan e Andrea Tafi al Fantini Club

Dal sabato partono sempre tutta una serie di iniziative, incontri, dibattiti, spettacoli che da soli valgono la fatica di arrivare al Fantini Beach. E diciamocelo una volta per tutte, Claudio potrà essere simpatico o meno (in genere chi lavora sodo ride poco!) ma dal lato della competenza organizzativa e capacità imprenditoriale non si discute e lo racconta la sua storia. Il Beach Volley è passato dalla California a Cervia con lui; da due anni vediamo i superman della Ironman mondiali, perché Cervia è l’unica tappa italiana del challenge, non dobbiamo dimenticarlo; la kermesse di Cervia nata dagli amici della Pol. 2000 con lui ha cambiato nettamente marcia, dalle prime partenza dentro l’abitato di Cervia a una manifestazione che è parente stretta della regina delle Granfondo, la Nove Colli di Cesenatico ma che forse ha una location ancora più bella con la spiaggia e i servizi del Fantini Beach.

Con tutto quello che si legge e si vede in giro per lo stivale sapere che dietro alla nostra iscrizione c’è uno staff così professionale ci lascia tranquilli e prepariamo con calma la nostra attrezzatura….L’ingresso in griglia è a suon di caffè e biscottini e ben sorvegliato da numerose persone, siamo in tanti a dispetto dei menagramo; del resto ci hanno insegnato che il vero ciclista parte sempre per il campo di gara e poi, “si vedrà!”

La zona expo della granfondo

Partenza ottima e ancora più sicura con la nuova rotonda e poi come al solito ci si scalda subito attraversando le saline in cui pigramente camminano tanti fenicotteri. L’eliminazione del percorso più lungo con lo slittamento delle classifiche su medio e corto ci lascia tranquilli nonostante le colline siano adombrate da scure criniere. In verità dopo la deviazione alla Fratta la beffa del sole che ci illumina gradevolmente anticipa le temperature da Formula 1 che ci sono sotto la nostra “corazza”.

Il sole e tratti di cielo azzurro hanno fatto capolino sulla gara

Imponente il servizio di sicurezza in gara e i questa fase la strada è ancora completamente chiusa al traffico, a parte i soliti auto-pirla che sbracciando e imprecando si infilano dal loro cancello per fermarsi poi 10 metri dopo: si è così, come quello che ti sfreccia davanti a ridosso del centro cittadino, convinto di avere uno space shuttle al di sotto del suo culo, per poi fermarsi giusto 30 metri più avanti in prossimità di un semaforo, di un attraversamento pedonale, per entrare al bar e prendere un caffé! Ciclo-lei ne abbiamo tanti ma anche i numeri degli auto-pirla non scherzano per nulla.

La nevrosi tecnologica dell’era digitale probabilmente fulmina tanti neuroni, in parte come successo anche alla concomitante GF Gimondi (anche se le condizioni meteo sono state ben diverse) dove ad un certo momento si ha avuto la sensazione che molti corressero verso il telefonino e attaccarsi al profilo social, ancor prima che pensare a scaldarsi, riscaldarsi! Scritto questo, ci vuole pazienza e un po’ di perizia anche da parte degli utenti deboli. Un soggetto (ciclista) incastrato sotto il guard rail nel tratto più ripido di discesa dopo Luzzana non l’ha capito e assaggia un po’ il fresco asfalto romagnolo. Non c’è il tempo di respirare tra una salita e l’altra ed occorre alimentarsi con giudizio per non rimanere senza benzina nel veloce rientro che ci aspetta. La salita intitolata al Pirata ci piace sempre perché riserva la parte più impegnativa alla porzione iniziale, capace di accumulare i ciclisti sulle sue rampe, quasi come se fossero formiche. Sentiamo lo speaker a distanza, mentre il sole è in forma e innalza l’effetto serra sulla fronte. Manca il dente di Paderno e poi ognuno a caccia di un posto a sedere dentro i grossi gruppi che affrontano l’insidioso vento laterale che da sempre contraddistingue i rientri verso il litorale.

Patire il caldo è stato il colmo ma rapidamente il cielo si oscura e preannuncia la fine della ricreazione ma siamo già in fila al pasta party! Come al solito qui ci aspetta la parte più impegnativa, non esagerare con le calorie.Veramente una giornata ben preparata, si potrà dire che qualcuno ha avuto un bel fattore c. ma noi crediamo che anche la competenza di leggere i siti giusti del meteo aiuta parecchio: un sito infatti ha preso in pieno la previsione! Quando l’inferno si scatena siamo già davanti alla tele a tentare di copiare le traiettorie e le pieghe di Mad Marquez a Jerez de la Frontera!

granfondoviadelsale.com

A cura di Enrico Monti, redazione tecnica, foto di Sportograf e Isola Press

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.