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Lo sport e il buon senso possono convivere

di - 10/03/2020

Mai prima d’ora, o per lo meno non abbiamo memoria di questo, ci rendiamo conto del peso che ha l’attività sportiva. Lo sport e il buon senso però, devono andare di pari passo. Perché scriviamo questo: se è vero che praticare uno sport è un valore, lo è altrettanto essere coscienti e responsabili in situazioni difficili da gestire come lo è questa che stiamo vivendo.

questo simpatico essere che stà creando non pochi problemi a livello globale, senza distinzioni in termini di sesso, età, appartenenza sociale e grado. Non conosce nazionalità, razza, continente e colore. E’ un nostro problema, di tutti.

I rischi

Restando nell’ambito della bicicletta, lo sport e il buon senso devono andare a braccetto. Oggi, non si tratta di essere i più forti oppure i più furbi. Non si tratta solo della possibilità di uscire a pedalare all’aria aperta, oppure di un divieto assoluto che sfocia in una sorta di imposizione nel” fare i rulli”. Al di la di quello che dice o non dice un decreto di regolamentazione, dobbiamo pensare a quali sono i rischi in un momento critico, per noi e per la collettività. La richiesta di soccorso in giornate come queste, che richieda l’intervento del 118, oppure del Pronto Soccorso, oppure un’eventuale ospedalizzazione, oggi come oggi sarebbe una criticità!

La tecnologia ci aiuta

Il mondo amatoriale si vede frenato, mozzato e limitato. La mancanza di obiettivi e stimoli, per uno sportivo a tutti i livelli è la cosa peggiore che si possa verificare. Proprio in casi come questo dobbiamo far valere lo “status di amatore”, che può permettersi di non pedalare, perché non è un lavoro. L’amatore può cambiare focus, sfogandosi con quello che la tecnologia mette a disposizione. Lo sport è salute e benessere, passione e un condimento quotidiano. Zwift, rulli interattivi, ciclomulini. Non si può andare in palestra ma ci sono altre attività collaterali che si possono fare, comunque propedeutiche al pedalato e all’agonismo. Impariamo a sfruttare la modernità e adeguarla alle esigenze personali.

Un esempio di valutazione dei dati di un training eseguito con finalità specifiche.

Le prese di posizione non aiutano

Lo stile di vita attuale, tanto ci porta e ci invita ad essere continuamente connessi, ci “obbliga ad essere social”. Tanto può far emergere le individualità associate alle prese di posizione della persona. Lo sport dovrebbe insegnarci che la collettività può essere una forza difficilmente quantificabile. L’unione fa la forza, un adagio che forse abbiamo dimenticato! Essere consapevoli e responsabili della situazione che stiamo vivendo, può metterci al riparo da rischi che potremmo evitare, a nostro favore e pensando agli altri.

Approfondire

Capire quello che facciamo potrebbe essere uno stimolo non di poco conto. Quante volte abbiamo ascoltato la frase “lo faccio perché me lo ha detto il preparatore”. Nulla di sbagliato (insomma)! Proprio in un momento come questo potrebbe essere utile crescere da punto di vista della conoscenza, generalizzata e personale, evolvere il proprio bagaglio di conoscenza che tocca uno sport molto, molto evoluto. Ci stiamo abituando (giusto e sbagliato) a farci valutare dagli altri, dimenticando che il motore è il nostro. Spesso le nostre sensazioni sono difficilmente leggibili (e anche complicate da far capire con le parole) e questo momento di stallo agonistico, potrebbe essere la situazione ideale per riprendere le fila e il rapporto che la testa ha con la ricerca dell’espressione atletica massimizzata.

Un esempio di un allenamento specifico con le pedivelle Forza Pura. Questo strumento è soggetto di un nostro test pubblicato di recente.

Rispetto delle regole, buon senso e consapevolezza. Capire quali sono i rischi a cui andiamo incontro se non rispettiamo le linee guida. Sfruttare e capire gli strumenti per il training che abbiamo disponibili e che la tecnologia rende sempre più fruibili. Questi e altri piccoli dettagli potrebbero rendere meno frustrante un momento già di per se complicato, per tutti.

riprendiamo con piacere la foto con cui abbiamo aperto questo approfondimento, la bella vittoria di Giacomo Nizzolo alla Parigi-Nizza. In queste ore si parla comunque di uno stop totale dell’evento transalpino.

a cura della redazione tecnica, foto apertura curtesy NTT ProCycling Team, Sara Carena

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.