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Prima era meglio: il gioco delle brezze

di - 11/02/2018

di Michele Cicoria | Foto: Alberto Maiorano, Tommaso Bacchelli

E’ luogo comune nella comunicazione tra surfers, dentro e fuori dall’acqua, formulare all’amico uscito poco prima l’ineluttabile domanda “come’è?”, la cui risposta spesso si traduce in: “prima era meglio”.
A volte questa affermazione nasce per far rosicare gli amici, altre volte è veritiera mentre in alcune occasione è la meteorologia che può confermarcelo.

Andiamo ad analizzare quest’ultima casistica, che può riscontrare conferme soprattutto nelle alzatacce all’alba tra la primavera e l’estate.

Partiamo da una prima affermazione per la quale spero tutti sarete d’accordo: “le migliori condizioni per surfare si verificano con venti deboli o assenti”. Se confermate la preferenza di onde glassy a session con 30 nodi on-shore e mare chopposo, allora passiamo allo step successivo, la comprensione del come, quando e dove si verifica il fenomeno.
Le brezze sono dei venti ciclici e facilmente prevedibili che traggono origine da condizioni di alta pressione (quindi piatta), oppure quando la perturbazione si allontana o risulta debole, come ad esempio durante i piccoli swell estivi.
Il regime delle brezze nasce grazie alla presenza del sole, che scalda in modo differente il mare e la terraferma, stiamo dunque parlando di un fenomeno relegato quasi esclusivamente alle zone costiere  e all’entroterra limitrofo.

Le brezze da terra si fanno vedere al primo mattino, se le baie e le valli giocano a loro favore possano insistere diverse ore. Levanto – Foto: Tommaso Bacchelli

Possiamo distinguere due tipi di brezze:

– BREZZA di MARE (o on-shore)

Si verifica durante il giorno e proviene dal mare verso la terra (on-shore). In presenza di sole la terra si scalda velocemente durante l’arco della giornata, fino a 10° in più rispetto al mattino, contro le temperature pressoché stazionarie o di 1-2°C più calde sulla superficie del mare. L’aria calda sale e, creando un vuoto (bassa pressione), risucchia quella più fresca dal mare, ecco dunque che si attiva il debole vento, generalmente tra le 9:00 e le 10:00 del mattino. Se stavamo surfando dall’alba condizioni glassy e notiamo la comparsa della brezza, forse è arrivato il momento di uscire dall’acqua poiché di li a poco le condizioni potrebbero tendere a peggiorare.

La brezza di mare raggiunge la massima intensità tra le ore 14:00 e le 16:00, quando la differenza di temperatura col suolo raggiunge i massimi valori e la ventilazione può sfiorare con le raffiche in alcuni casi i 15 nodi circa. Poi, lentamente cala assieme alla diminuzione dell’irraggiamento del sole: a seconda della durata delle giornate la diminuzione del vento si ha in orari diversi e mediamente il termine definitivo avviene al tramonto.
Spesso, dopo che il sole è sceso all’orizzonte, la brezza si annulla del tutto, ecco spiegato il motivo per cui vale la pena ributtarsi in mare, in presenza di onde, dal tardo pomeriggio fino all’imbrunire.

– BREZZA di TERRA (o off-shore)

Si verifica durante la notte e nelle prime ore di luce al mattino presto, proviene dall’entroterra e si dirige verso il mare aperto (off-shore). Dopo il tramonto la terra, non più irradiata dal sole, si raffredda rapidamente mentre la temperatura del mare rimane pressoché costante su valori questa volta più alti (ad esempio, a luglio possiamo avere 24°C sulla superficie del mare contro i 18°C sulla terraferma in tarda nottata). Tale cambiamento getta le basi per invertire il meccanismo della brezza diurna: l’aria più calda sopra il mare inizia così a salire mentre quella dell’entroterra, stavolta più fresca, va a compensare il vuoto creatosi. Nasce così la brezza off-shore.

Anche in condizioni di perturbazioni più incisive e con mareggiate attive il regime delle brezze causerà lo stesso una forzante opposta ai venti on-shore: di conseguenza al primo mattino le condizioni Meteo&Surf potrebbero essere comunque migliori, con mare si attivo, ma se non altro in presenza di un vento onshore meno forte e fastidioso.

Come mai il vento di brezza cambia direzione durante la giornata? E’ spiegabile questo meccanismo?

Come detto all’inizio il regime di brezza è un fenomeno “meccanico”, quindi la risposta è affermativa! Se non vi è mai capitato di notarlo, le brezze in costa est al mattino partono da N-NO, girano in senso orario col passare delle ore (deviando di circa 10 gradi ogni ora) e si dispongono generalmente da S-E durante il pomeriggio. Viceversa, sulla costa ovest Italiana si parte da un debole scirocco/ostro al mattino per finire ad un ponente/maestrale durante il pomeriggio.
La spiegazione la ritroviamo nell’effetto girasole, o meglio nella forza di Coriolis: si tratta di una forza apparente che agisce su qualsiasi corpo sospeso in atmosfera, purché sia in movimento. Grazie all’effetto Coriolis anche l’aria tende ad essere deviata, verso destra nell’emisfero nord e verso sinistra a sud dell’equatore.
Così anche la brezza, col passar delle ore, subirà questa deviazione che la porterà a compiere un giro completo di 360° nell’arco delle 24 ore.
Ovviamente tale meccanismo funziona perfettamente lungo le coste in cui non entrano in gioco effetti orografici come stretti, vallate e montagne, i quali sono in grado di modificare il meccanismo di rotazione del vento di brezza durante l’arco della giornata. 

Ma, tornando al surf, le brezze possono offrire anche un altro beneficio, oltre al miglioramento della qualità dell’onda: durante i periodi anticiclonici estivi si crea un’alta differenza di temperature e dunque una massima intensità delle brezze pomeridiane. Se ci troviamo in zone in cui l’orografia (la conformazione del territorio, ad esempio in zone come il l’Elba o le bocche di Bonifacio l’effetto ad imbuto accentua molto il fenomeno)  gioca a favore del vento o in presenza di debolissime perturbazioni, il termico pomeridiano può accentuarsi più del normale fino a dar vita a piccole onde di scarsa qualità, che tuttavia vengono apprezzate come il migliore degli swell invernali se ci troviamo nel pieno di una crisi d’astinenza da surf.
La tabella sopra ci mostra, nella parte evidenziata, come  una brezza tesa possa dar vita ad onde corte fino a mezzo metro circa in poche ore, cosa alquanto gradita durante i lunghi periodi di piatta estiva.

Con un occhio sempre rivolto alle previsioni prendere in considerazione questi semplici concetti vi permetterà di migliorare alcune scelte durante le vostre session, senza perdere tempo o giornate…che di tempo se ne ha sempre poco. Tutto ciò tenendo sempre presente che la meteorologia è una scienza inesatta e l’osservazione ed esperienza giocano un ruolo fondamentale. L’incertezza è un fattore da considerare sempre ma non da temere, e in caso ve la vediate brutta… c’è la pagina meteo di 4surf!
#FollowTheSwell
MC

Se la brezza è laterale e lo swell consistente, allora basta girare l’angolo verso lo spot riparato. Photo: Alberto Maiorano
La brezza on-shore può trasformare onde glassy in picchi incrociati nel giro di poche ore, ma sempre surfabili se ci si sa accontentare. Lorenzo Castagna – Photo: Alberto Maiorano