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Mondiali, la gara più bella di Meucci

di - 06/08/2017

Nel parlare della maratona maschile ai Mondiali dobbiamo fare una premessa riguardante l’atletica italiana, che viene da edizioni olimpiche e mondiali senza medaglie tanto da fare dell’atletica uno sport minore nella considerazione del nostro Paese. Dobbiamo però fare attenzione, fra tante critiche alla spedizione azzurra, a non considerarla esclusivamente in ottica medaglie, che forse non verranno neanche da Londra, ma ci sono gare dove un piazzamento vale quanto una medaglia. La prova di Daniele Meucci va vista proprio così, il suo sesto posto in 2h10’56” che costituisce il suo primato personale ha un valore tecnico forse superiore anche alla sua vittoria europea del 2014.

Meucci protagonista fin dalle prime battute (foto Giancarlo Colombo/Fidal)

Il pisano ha corso da protagonista sin dall’inizio, transitando in testa al gruppo ai 5 km. La gara si è sviluppata su ritmi lenti come sempre avviene quando non ci sono lepri né un padrone assoluto, com’era stato Kipchoge a Rio. Meucci e La Rosa sono rimasti nel gruppo fino a metà gara, quando l’etiope Tamirat Tola ha preso decisamente in mano la corsa. A seguire il tentativo di uno dei grandi favoriti della vigilia sono stati i kenyani Geoffrey Kipkorir Kirui e Gideon Kipkemoi Kipketer, gli altri seguivano alla spicciolata. Meucci non ha perso molte posizioni e in quel frangente è stato bravo a dosarsi e tenere il ritmo pur badando soprattutto alle proprie sensazioni piuttosto che a quello che avveniva intorno.

Al passaggio dei 30 km, Kipketer era già staccato dai due rivali mentre dietro provava a rientrare l’altro favorito della vigilia, il kenyano Daniel Wanjiru vincitore a Londra in aprile, che transitava a 46”. Meucci era nono a 1’14” con poco davanti il britannico Callum Hawkins, capace di esaltare il pubblico presente ai bordi delle strade. Ai 35 km la situazione era ormai standardizzata: Wanjiru affondava, davanti Tola che aveva provato a staccare Kirui iniziava a pagare il prezzo degli sforzi mentre Kipketer era in lotta per il terzo posto con il tanzaniano Alphonse Felix Simbu, uno dei più bravi a interpretare le prove titolate. Meucci era sesto in compagnia del britannico, a una trentina di secondi dal podio.

La porzione finale vedeva i concorrenti fare i conti con le poche forze rimaste. Kirui, atleta muscolare reduce dalla vittoria a Boston si proiettava verso la vittoria in 2h08’27” mentre Tola difendeva con i denti l’argento in 2h09’49” dal ritorno di Simbu, staccato di soli 2”. Quarto era Hawkins a 1’50”, Meucci provava una disperata rimonta su Kipketer agguantandolo sul traguardo, il fotofinish veniva guardato e riguardato fino alla sera, quando la giuria decideva di assegnare la quinta piazza al kenyano. La gara nel complesso intanto ci restituisce un talento che avevamo perso un anno fa a Rio, poi fa capire che i suoi limiti sono ancora tutti da identificare, magari attraverso una grande maratona internazionale dove andare a caccia del meno 2h10’. Peccato per La Rosa, che nella prima parte aveva tenuto bene il ritmo di testa e che è andato spegnendosi dopo metà gara fino a ritirarsi.

L’arrivo vittorioso di Geoffrey Kirui (foto Giancarlo Colombo/Fidal)