Pubblicità

Patagonia vuole cambiare l’industria del surf

di - 04/09/2018

Patagonia, marchio che da sempre si distingue per la sua attenzione all’impatto ambientale del commercio, fa il primo passo per rivoluzionare l’industria del surf.

Questo autunno Patagonia ha fatto un importante passo in avanti per cambiare il settore del surf rendendo l’intera linea di mute Fair Trade Certified™. Investendo nella certificazione Fair Trade della SHEICO, la più grande fabbrica di mute, Patagonia ha facilitato alle altre aziende l’iter per aderire all’iniziativa e sostenere i collaboratori che lavorano alla realizzazione dei prodotti.

MUTE SENZA NEOPRENE

Questo sviluppo segue il lancio delle prime mute da surf Patagonia senza neoprene, realizzate, nell’autunno 2016, con gomma naturale Yulex™, proveniente da fonti Forest Stewardship Council® certificate da Rainforest Alliance.

Per questa stagione le mute da surf Patagonia sono state riformulate in modo tale da non essere soltanto le più rispettose dell’ambiente, ma anche quelle che vantano maggiore responsabilità sociale. Lavorando con la fabbrica di mute da surf SHEICO e con Yulex, partner per la gomma naturale, le mute intere Patagonia Yulex, senza neoprene, sono ora più leggere, più elastiche, più confortevoli e con una migliore vestibilità. Per ridurre ulteriormente l’impronta ambientale sono stati incorporati anche tessuti esterni tinti in massa e colla acquea.

DIETRO ALL’INDUSTRIA CI SONO LE PERSONE!

La produzione delle prime mute da surf Fair Trade Certified™ consentirà inoltre alle persone che lavorano alla realizzazione dei prodotti di essere trattate con il rispetto che meritano. Per ciascuna muta prodotta, i lavoratori ricevono un premio che può essere utilizzato come investimento sociale per la collettività o per migliorare il loro standard di vita. La certificazione garantisce anche che la fabbrica osservi gli standard di Fair Trade USA in materia di condizioni di lavoro sicure. Già nella primavera 2017 l’intera linea di short da mare e bikini Patagonia era Fair Trade Certified™: attualmente, infatti, l’azienda vanta il maggior numero di articoli con questa certificazione rispetto a qualsiasi altro marchio.

ATTENZIONE NON SOLO ALLA PROPRIA AZIENDA

Poichè SHEICO, la fabbrica di Patagonia, realizza la maggior parte delle mute da surf presenti sul mercato, aiutarla a diventare Fair Trade eleva il profilo della certificazione in tutto il settore del surf e consente anche agli altri marchi di aderire con facilità, qualora lo volessero.


Dave Rastovich, surfer e attivista globale di Patagonia, afferma: “Le aziende delle quali ci avvaliamo non sono soltanto piene di macchinari, sono piene anche di persone che hanno famiglie, storie e un futuro che è stato trascurato troppo a lungo dal settore. Fair Trade estende il concetto di valore, riconoscimento e rispetto nei confronti di quei membri della famiglia che spesso vengono spinti ai margini”.

Belinda Baggs, surfer e attivista di Patagonia aggiunge: “I surfisti hanno un legame profondo con la natura, e se vengono educati su argomenti di cui non si è mai parlato nel mondo del surf, sono certa che un numero sempre maggiore di loro pretenderà dei cambiamenti nei prodotti utilizzati. Ad esempio, noi siamo a conoscenza delle conseguenze del grave e pericoloso inquinamento creato dalla produzione di neoprene. Ora che esistono alternative altamente performanti, come Yulex, vedo un movimento che cresce nel chiedere nuovi materiali e migliori metodi di produzione”.

Oltre a creare mute da surf di alta qualità, realizzate per durare nel tempo, il team di Patagonia Worn Wear è in viaggio verso Newquay ed Hossegor per riparare mute e attrezzature da surf di ogni marchio.

Eva è nata e cresciuta a Roma, dove ha studiato giurisprudenza per capire che è una persona migliore quando non indossa un tailleur. Ha lasciato la grande città per lasciare che il vento le scompigliasse i capelli sulle montagne delle Alpi e presto ha scoperto che la sua passione per l’outdoor e scrivere di questa, poteva diventare un lavoro. Caporedattrice di 4outdoor, collabora con diverse realtà del settore outdoor. Quando ha finito di lavorare, apre la porta della baita in cui vive per sciare, correre, scalare o per andare a fare altre gratificanti attività come tirare il bastone al suo cane, andare a funghi o entrambe le cose insieme.