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Quali sono la guarnitura e le corone giuste?

di - 11/01/2019

Una bella ed interessante lettura di Davide Sanzogni, che approfondisce il tema, sempre attuale della guarnitura e delle “dentature” delle corone. Compact, semi-compact oppure tradizionale? Difficile capire cosa sia meglio per ognuno di noi e, a volte, anche la matematica ( i numeri e il power meter) non sono in grado di spiegare completamente il dibattito.

Il powr meter Stages LR, con rilevazione bilaterale

Siamo ad inizio stagione: magari qualcuno ha deciso di sostituire le corone anteriori mentre altri, avendo nel frattempo cambiato bicicletta, si sono trovati con un primo montaggio diverso da quanto utilizzato in precedenza. Questo può avvenire vista la tendenza da parte di alcuni marchi a proporre una certo set di corone, più in funzione del segmento di mercato cui la bici fa riferimento che delle peculiarità del suo utilizzatore finale.

Ignoriamo volutamente il mono-corona, ancora lontano dall’essere una vera alternativa su strada, come pure la tripla, ormai scomparsa anche sulle biciclette entry-level. Concentriamoci sulle usuali guarniture a doppia corona: “Standard” 53-39 , “Semi-Compact”  52-36  e “Compact” 50-34  senza contare che, grazie al segmento gravel, si e’ avuta la diffusione di guarniture “sub-compact” come il 48-32 o il 46-30 che possono essere efficacemente usate anche nel ciclocross.

Capita che su una bici classificata endurance, un suffisso talvolta utilizzato in modo riduttivo rispetto alle reali potenzialità della bici, venga montata la “Compact”. Al contrario si prediliga la “Semi-Compact” per montaggi più corsaioli e pazienza se l’utilizzatore non ha i watt per sfruttare questa opzione tanto, questo e’ il ragionamento, ci sono pignoni che arrivano fino al 34 a metterci una pezza. Attenzione però, con il 34 dietro bisogna mettere il bilanciere giusto, quello con la gabbia lunga!

Del resto, proprio grazie alla disponibilità di pacchi pignoni da 11 o 12 rapporti, anche il vecchio “Standard” 53-39 ha trovato nuovo vigore.

Shimano Ultegra 6700 (10V) vs Ultegra 6800 (11V) con passaggio da 5 a 4 bracci e al giro bulloni unico da 110mm

Fortunatamente, mentre fino a pochi anni fa vi era incompatibilità di fondo tra le guarniture che nascevano per la compatta e quelle destinate alla cosiddetta standard, per quelle più moderne si e’ giunti ad un giro bulloni unico: 110mm per entrambe le corone in casa Shimano e la coppia formata da 112mm per la corona interna e da 145mm per la corona esterna in casa Campagnolo. Soluzioni che consentono la sostituzione delle corone senza dovere necessariamente cambiare l’intera guarnitura.

La guarnitura risulta, per molti aspetti, il “cuore meccanico” di una bici. Su un telaio nuovo e’ il primo componente che dà un senso alla bici su cui pedaleremo, una cosa che ci emoziona sempre. Come tale e’ innegabile che la scelta abbia anche una valenza psicologica. Dai, diciamo la verità: presentarsi al ritrovo, o alla partenza della gara con la catena sul 53 e’ già una dichiarazione d’intenti. Di recente ci e’ capitato di pedalare con chi è passato dal 50 al 52 (e contestualmente dal 34 al 36) e sosteneva di “volare in salita”. Ma al di la’ di questi aspetti psicologici (comunque da non sottovalutare) quali sono le considerazioni razionali che sono da fare quando si valuta il set di corone migliore per se e per l’utilizzo che si fa della bici?

Sovente, nella scelta della guarnitura ci si arrovella su variabili come peso, rigidità, costo mentre ci si accontenta del pacchetto proposto per quanto riguarda la composizione delle corone.

Guarnitura SRAM RED ETAP con corone 50-34 montata su Bianchi Oltre XR4 CV  – montare una compact su un top di gamma non e’ reato.

Qui entra in gioco l’abitudine per chi già pedala da tempo con un determinato set, piuttosto che per i neofiti il sentito dire di amici, magari esperti ma sicuramente diversi da ognuno noi. Ad esempio: si sente dire che la rotondità della pedalata e’ superiore adottando una guarnitura standard piuttosto ad una compatta. Questa aspetto certamente esiste, ma viene enfatizzato, frainteso e riportato acriticamente, come un atto di fede.

La sensazione di maggior rotondità della pedalata altro non e’ che l’espressione del miglior accoppiamento meccanico che si ha per via del maggior numero di denti coinvolti utilizzando una guarnitura standard rispetto ad una compact, tanto sulle corone anteriori che, a pari sviluppo metrico, sui pignoni posteriori coinvolti. Ecco il famoso aspetto psicologico da non sottovalutare!

Si consideri ad esempio due diverse combinazioni: il 53×17 e il 50×16 che hanno all’incirca il medesimo sviluppo metrico, pari a poco più di di 7 m. In tali circostanze, la pretesa di cogliere una differenza nella rotondità di pedalata utilizzando il 53 piuttosto che il 50 risulta più un’illusione che altro, almeno per la maggior parte degli amatori. Stiamo parlando di percepire un dente in più o in meno rispetto ai circa 25 su cui la catena effettivamente si aggancia e di una situazione non dissimile sul pignone posteriore.

La differenza e’ invece certamente maggiore passando dal 34 al 39. In questo caso cambiano circa 3 denti sulla ventina coinvolti nella trasmissione, ovvero il 12%.

Pertanto, al contrario di quello che molti ritengono, il guadagno in termini di efficienza meccanica in pianura e’ minimo mentre risulta maggiore in una salita vera, non certo un cavalcavia, dove pero’ cambia tutta l’impostazione della pedalata e dove soprattutto un 39 potrebbe rivelarsi troppo duro da spingere mentre l’utilizzo della compact dischiude altre possibilità.

Un piccolo dettaglio: snocciolando le tabelle degli sviluppi metrici, proposti in rete in differenti forme, si può notare che esiste una sorta di rapporto 1:3, ovvero, un dente posteriore corrisponde a tre sulla corona anteriore!

Supponiamo infatti che si abbia la potenza necessaria per spingere in salita un rapporto come il 39×19, ovvero con uno sviluppo di 4.4m. Con una compatta questo vuol dire azionare equivalentemente un 34×17 o, in alternativa, il 50×25 decisamente la soluzione che presenta la maggior “rotondità” di pedalata tra quelle appena citate e che, una volta di più grazie ai moderni pacchi pignoni, non risulterebbe avere nemmeno la catena troppo obliqua. Se invece si volesse utilizzare in questo frangente l’equivalente 53×27 andremmo a incrociare, nella migliore delle ipotesi, sul terzultimo pignone.

Guarnitura Campagnolo Super Recor 11V 53/39, testata a lungo anche su percorsi collinari con pacco pignoni non standard 13-30 per migliore l’incrocio della catena

Abbiamo parlato di rotondità della pedalata e incrocio della catena, fattori che spesso vengono considerati al momento della scelta delle corone, ma che certamente non esauriscono l’argomento.

Consideriamo l’esempio suggerito sopra e applichiamolo ad una salita nell’ordine del 6%. E’ facile verificare che azionare il 39×19 (o gli equivalenti aventi 4.4 m di sviluppo) con una cadenza di 75 pedalate al minuto, a nostro avviso un valore di cadenza già basso se protratto per sforzi prolungati come su una lunga salita o durante una granfondo impegnativa, risulta in una velocità di quasi 20km/h e 1200m di VAM. Prestazioni che sono alla portata di atleti con un rapporto potenza-peso superiore ai 4.7 W/Kg. Non e’ poco.

Un amatore meno performante che utilizza il 39 ha solo due scelte: salire più agile accentuando il già critico incrocio della catena proprio a scapito di quella tanto bramata efficienza meccanica, oppure al contrario ridurre ulteriormente la cadenza, situazione svantaggiosa nel lungo periodo dato che introdurrebbe ulteriore affaticamento muscolare con la conseguente progressiva riduzione della potenza espressa arrivando infine a trovarsi “piantato” come si dice in gergo.

Al contrario, se consideriamo un amatore che affronta abitualmente delle salite di un certo impegno, non la “fagianata” di 10″ per staccare i compagni di uscita meno allenati di lui, la scelta diviene strettamente correlata al proprio rapporto potenza-peso. E questo, e’ bene sottolinearlo, vale senza dover scomodare pendenze estreme come lo Zoncolan dove ormai e’ prassi anche per i Pro l’utilizzo di 36 o 34 all’anteriore. Ecco, quest’ultimo dettaglio deve far pensare anche i più ingarellati degli amatori!

In conclusione: In questo contesto una regola pratica, di quelle che ci piace tirar fuori dopo aver esposto la teoria, suggerisce che sotto i 4W/kg di potenza alla soglia sia meglio optare per la compact e sopra i 5W/kg per la standard. In mezzo si colloca l’utilizzo della semi-compact, sempre che non si propenda per la più prossima delle altre due soluzioni in virtù di altre considerazioni, quali la predilezione per la salita o al contrario per la partecipazione a kermesse a circuito. Infatti, chi predilige la pianura o i percorsi vallonati, può beneficiare del piccolo incremento nell’efficacia della pedalata portato dall’adozione del 53 limitando lo sviluppo metrico con la scelta di un pignone più agile senza che la catena vada a lavorare troppo storta, siamo in pianura del resto. Questo è vero, a maggior ragione soprattutto per atleti dotati di buona potenza assoluta, non normalizzata al peso e che oltretutto beneficiano di una maggiore inerzia proprio grazie alla loro massa.

Quanto sopra con buona pace di chi propone, principalmente per esigenze di standardizzazione della componentistica, la semi-compact come la via di mezzo buona per tutti a prescindere dal loro livello di preparazione e dal luogo dove vivono.

Shimano Dura Ace 52/36

Se un approccio simile funziona in paesi come l’Inghilterra, dove il ciclismo ha conosciuto una recente esplosione con un numero elevato di nuovi appassionati e dove non vi sono salite particolarmente impegnative, la semi- compact ha avuto una diffusione enorme. Al contrario, in paesi con un pubblico più esigente e e con un’orografia importante come il caso dell’Italia, la scelta risulta molto più legata alle caratteristiche fisiche dell’utilizzatore e ai percorsi effettivamente affrontati da quest’ultimo.

Buone pedalate a tutti

a cura di Davide Sanzogni, redazione tecnica