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Scopriamo l’Etape du Tour 2018, da Annecy a Le Grand Bornand

di - 08/11/2017

L’Etape du Tour ha assunto le dimensioni e connotazioni di un vero e proprio avvenimento, non solo in terra francese e nel continente europeo, manifestazione venduta, pubblicizzata e ambita dagli appassionati di tutto il mondo. Certo, l’Etape du Tour può sfruttare il pieno supporto dell’organizzazione legata al Tour de France (che non è poca cosa), ormai sappiamo, siamo a conoscenza delle capacità di promozione dei francesi.

L’Etape du Tour 2018 ( letapedutour.com )si annuncia come una delle più epiche, una delle edizioni più dure, impegnative ed affascinanti. La frazione partirà dalla cittadina di Annecy, bellissimo borgo ai piedi delle alpi francesi, non lontano da Ginevra (Svizzera), facilmente raggiungibile anche dall’Italia, un luogo strategico che diventa trampolino di lancio per immergersi completamente nelle montagne. Annecy è anche sede e HQ di Mavic, storico partner dell’Etape du Tour e Service Course del TDF.

Etape du Tour 2018, 28^ edizione: 169 km con partenza da Annecy e arrivo a Le Grand Bornand, non prima di aver scalato il Col de la Croix Fry (1467 m), Plateau des Glières (passaggio che prevede anche 2 km di sterrato a 1450 m di altitudine), Col des Fleuries (927 m), Col de Romme e il Col de la Colombiere (1613 m), per poi arrivare nel comprensorio di Le Grand Bornand, posto a 1300 m di altitudine, per un totale di dislivello positivo di 4017 metri.

mavic.com

 

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.