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Sebring apre la stagione dell’ultracycling

di - 07/03/2019

La stagione dell’ultracycling ha preso ufficialmente il via. Lo scorso 9 Febbraio, con partenza alle 6,30 del mattino è andata in scena la 24 ore di Sebring in Florida. Una manifestazione molto particolare, che ha una sorta di doppia anima. si percorrono 100 miglia iniziali per poi ripetere 11 miglia fino alle 6 di sera, un vero e proprio circuito all’interno dell’autodromo, fino alle 6.30 del mattino. Il dislivello totale finale è di soli 1000 metri, per quello che a tutti gli effetti rappresenta il warm up della stagione delle ultra distanze.

Prima della Partenza alla 24 ore di Sebring in Florida

Alla partenza Valerio Zamboni, residente nel Principato di Monaco, con alle spalle 9 Race Across America ed alla sua 10 volta a Sebring.

La crew

Questa volta però racconteremo l’evento non dal punto di vista del ciclista ma da quello della sua Crew. Abbiamo intervistato Alessandro Colò (biomeccanco di La Spezia) Crew Chief di Valerio Zamboni dal 2011:

“La mia prima 24h di Sebring risale al 2011, e da quell’anno ho quasi sempre partecipato all’evento come supporto di Valerio Zamboni, quindi la gara ha ormai pochi segreti per me. Quest’anno, rispetto alle altre edizioni, ho vissuto dai box del famoso autodromo americano, un finale più palpitante rispetto ad altre edizioni. Il nostro obbiettivo fin dalla partenza era chiaro: battere il record di categoria e conseguentemente vincere la categoria. Non era un obbiettivo facile, era un record che resisteva dal 2008 e con una distanza maggiore rispetto a quella percorsa da Valerio lo scorso anno, ma fin dalle prime pedalate abbiamo capito che la giornata era buona e l’obbiettivo realizzabile. Tenevo costantemente sotto controllo la media che si manteneva con discreto margine superiore a quella limite per battere il record, ma quando alla 21ˆora Valerio ha leggermente calato il ritmo causa la stanchezza arrivando ad 1 ora dalla fine con la media al di sotto di quella limite, beh li ho avuto paura di non potercela fare. Ma la forza di volontà unita al desiderio di finire prima possibile quella tortura, ha fatto reagire il nostro Valerio, che ha percorso l’ultima ora a grande ritmo, e completando un numero di giri che gli permettesse di ottenere un chilometraggio superiore rispetto al record precedente di solamente 0,2 miglia, ma portando a casa il risultato pieno.

Valerio Zamboni

Presente nella crew, e novità del 2019 un ex ciclista su strada e pistard, professionista dal 2015 al 2018, Il’ja Koševoj:

La gara di Sebring è stata la mia prima esperienza nel mondo di ultracycling. Ho avuto la fortuna di avere affianco a me persone di tanta esperienza come Alessandro Colò e Hubert Krys, che conoscono molto bene Valerio. É un mondo totalmente diverso dal ciclismo che ho fatto io. Qui contano tantissimo i particolari, perchè alla fine hai solo 1 atleta e quindi lui è 100% della squdra. Quindi non c’è margine di errore, perchè ogni minuto perso – è un minuto che alla fine di 24 ore può valere tanto. C’è da stare attenti a fare tutto: alimentazione, nutrizione, preparazione della bicicletta, abbigliamento.

Sul circuito di Sebring puoi comunicare con l’atleta solo 1 volta al giro, ai box. Circa ogni 11-13 minuti, quindi prima di ogni passaggio diventa fondamentale anticipare la preparazione di bevande, cibo, abbigliamento e altre cose, perché non lo sai cosa può succedere in questi 12 minuti da l’altra parte del circuito. Sopratutto durante la notte e dopo 18 ore di pedalata.

Per me è stata una esperienza positiva, aggiunge Il’ja, visto che Valerio ha battuto il record della sua categoria di tutti i tempi. E quindi aspetto con tanta curiosità la prossima gara, la Race across Italy. ( raceacrossitaly.com )

A cura di Luca Masini

iamgosolo.com

 

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.