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Selle Italia SP-01 Boost, ecco il nostro test

di - 23/11/2018

Se pensi alla bici e dici sella, pensi a Selle Italia, un marchio, un’icona, un unto di riferimento per il design, la tecnica ma anche le forme abbinate alla tecnologia del prodotto. Ecco la nostra prova di uno degli ultimi prodotti inseriti nella gamma del marchio veneto, SP-01 Boost Superflow, una sella corta che fa parte del segmento S3 di Selle Italia, caratterizzata da uno scafo “sdoppiato ed indipendente”, soluzione che permette di assecondare il gesto della pedalata a prescindere dall’atleta. Entriamo nello specifico di questo componente.

Selle Italia sp-01 Boost Superflow S3

Oltre al video che fa da corollario a questo articolo, a voi le principali note tecniche e le nostre impressioni. Questa Superflow, aggettivo che identifica il canale centrale maggiorato, fa parte del protocollo IDMatch S3, ovvero, un segmento di selle dedicate a quei corridori che hanno una distanza intertrocanterica ridotta e una buona capacità di rotazione del bacino. Questi atleti normalmente si piegano abbondantemente sul manubrio, sfruttando ampiamente la seduta superficie della sella ma al tempo stesso hanno una notevole stabilità.

Selle Italia sp-01 IDMatch S3

SP-01 è una sella più corta rispetto agli standard attuali della categoria, con una lunghezza di 250 millimetri per 130 di larghezza (S3). É disponibile anche la versione L3 con una larghezza di 146 mm, sempre con 250 di lunghezza. La sua peculiarità principale è, per meglio dire sono, le due sezioni laterali indipendenti tra loro, unite solo nella parte anteriore del naso. Lo scafo è realizzato in un composto di nylon e carbonio, due rails in CarboKeramic che si uniscono allo scafo stesso con due “ali” posteriori (in modo tradizionale sull’anteriore).

La parte inferiore della SP-01

Un passo indietro: quando è stato creato il protocollo IDMatch, il focus di Selle Italia, l’obiettivo era quello di offire una gamma ampia e completa, indirizzandosi su prodotti in grado di soddisfare la “parte più personale” della performances, di ogni singolo atleta. SP-01 Boost è pensata per assecondare il gesto della pedalata, in senso verticale, quando il ciclista pedala e in minima parte anche in orizzontale, pur rimanendo ferma, ben ancorata sul seat-post.

Selle Italia sp-01 4actionsport

Questo è un altro importante passo verso selle che offrono una prestazione sempre più “specifica” della seduta e alla ricerca dell’equilibrio ottimale.

Il prezzo di listino è di 269,90 euro.

selleitalia.com

IL NOSTRO TEST

Una forma molto particolare che collima con un feeling immediato una volta saliti in bicicletta. Come buona parte delle selle corte, lo avevamo sottolineato anche nel corso della prova dedicata alla Novus Boost, il prodotto agevola una seduta piuttosto caricata verso la porzione centrale/anteriore, con effetti positivi per chi ricerca una pedalata profonda, nelle fasi di trazione e spinta sui pedali. Quando si pedala in salita, faticando e cercando in tutti i modi di spingere e di trarre vantaggio dal gesto atletico, sfruttando tutta la superficie della sella, oppure quando si pedala in maniera più rilassata, con la schiena alta, senza spingere, qui si percepisce il movimento indipendente dei due appoggi, destro e sinistro, che in qualche modo sostengono e assecondano al tempo stesso. Non pensiamo ad uno stantuffo con il moto dal basso verso l’alto e vice versa ma piuttosto ad un componente che si adatta al movimento del corridore: e non è poca cosa, visto che in molti casi è l’essere umano ad adattarsi allo strumento. Nonostante sia una sella piuttosto particolare, non immediata dal punto di vista estetico, messa sul campo offre un feeling e una facilità ottimale, anzi, risulta decisamente confortevole anche dopo parecchie ore di sella. Il suo movimento sul morsetto del seat-post è limitato, in considerazione della sua costruzione verso il retrotreno, dettaglio che non ci ha creato nessuna problematica in fase di montaggio.

Selle Italia sp-01 4actionsport

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.