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Stages lancia i nuovi device gps Dash M50 e L50

di - 11/06/2019

Dopo la presentazione ufficiale di fine 2018, ecco finalmente disponibili i nuovi bike devices di Stages, non solo dei bike computer ma dei veri dispositivi per il training di qualità, gps, completamente customizzabili, dotati dell’innovativa tecnologia EverBrite high resolution color screen.

Dash M50 e L50 nascono dalla piattaforma device di Stages, che fin dal primo modello è stata caratterizzata da un’ampia disponibilità di dati, doppia interfaccia (Bluetooth e Ant+) e dalla possibilità di montare il device in modo orizzontale oppure verticale (modello L10 di generazione precedente), rispetto alla piega manubrio. Ora il bike gps si evolve ulteriormente; in particolare il display, il primo della categoria ad utilizzare la tecnologia EverBrite introdotta da Stages, che consiste in uno schermo a colori ad alta risoluzione, chiaro, limpido, antiriflesso.

 

Questa soluzione è integrata anche all’interno delle mappe (specifiche per il bike), in modo che l’utilizzatore abbia una definizione dei percorsi e delle indicazioni mai raggiunta fin ad ora. I file memorizzabili sono di tipo FIT, GPX e TCX. Il layout delle varie schermate è totalmente configurabile. Stages M50 ha dimensioni di 45×30 mm (con montaggio verticale rispetto al manubrio), con un’autonomia di 12,5 ore, mentre L50 (con montaggio orizzontale rispetto al manubrio) di 55×40 mm con 14 ore circa. Stages M50 ha un prezzo di listino di 239 euro, mentre M50 di 299 euro, entrambi compatibili con la il portale di valutazione dati Stages Link. Rimane in gamma anche il modello L10, proposto ad un prezzo di 149 euro.

Il modello L10 non è dotato del display a colori.

stagescycling.eu

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.