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La Mareggiata della Fiera

di - 13/09/2019

A cura di Filippo Contardi

Proprio così, quasi ogni anno si ripete magicamente. La Mareggiata della Fiera di San Nicola è una storiella che vi racconto e nasce al tempo della “Palla“, il nostro mitico e ahimè defunto surf spot. Posizionato al centro del lungomare pesarese, teatro di momenti gloriosi a cavallo delle onde, chiamato così perchè si trova proprio di fronte alla scultura di…Pomodoro.

In quel periodo, che va dalla fine di agosto a fine settembre, le giornate si accorciano inesorabili, non è più così caldo e in quegli anni si digeriva male il ritorno dalle vacanze, dopo almeno un paio di settimane in giro per gli oceani a surfare onde tutti i giorni. A fine agosto la città ci riabbracciava con amore, ma il mare era piatto e noi non vedevamo altro.
Poi il ritorno al lavoro, la normalità. La festa è finita!

“Farà due ondelle ?” ..”Boh ?”..”Raga per me non fà un c.z”
Calma piatta. Una bolla ovattata da cui non si esce…chiamata alta pressione.
Se sei un surfista della costa Adriatica devi sopportare lunghi ed interminabili periodi di astinenza da onde, ma se sei un vero surfista dell’Adriatico sei anche il più ostinato ed entusiasta dei surfisti perchè la tua passione e la tua pazienza vengono messe a dura prova.
Da tutto questo scaturisce un desiderio quasi ossessivo, una voglia incrollabile un entusiasmo fuori dal comune.

Nel frattempo sono arrivate le bancarelle.
Un piccolo insignificante fronte di perturbazione fa capolino e basta poco per riaccendere il tam-tam…che all’epoca non era fatto di whatsapp, webcam, Lamma e Windy, ma di osservazione del meteo, si andava sul terrazzo, si sentiva la direzione del vento e quando il barometro andava sotto i 1000 millibar…si metteva subito la tavola in macchina.
Odore di zucchero filato e venditori con microfoni alla “Bennato” che urlano sulle signore profumate, inneggiando ad invenzioni rivoluzionarie.

I local della Palla erano abituati bene, perchè arrivavano con le loro station wagon direttamente davanti allo spot, musica hardcore a tutta tensione, apprensione e dubbi fino a che non arrivavi e sentivi l’odore della salsedine nebulizzata, preludio di una grande giornata.
Ma nei giorni della Fiera, le bancarelle si estendevano sui viali del lungomare ostruendo e privandoti del trionfale arrivo.
Musica sempre a manetta, imprecazioni disumane e se ti andava bene, parcheggiavi a Rocca Costanza.

Quindi, praticamente in città uscivi dalla tua macchina come un tappo di spumante indossando una muta, con una fiammeggiante tavola sotto braccio.
Tra lo sgomento e le risate e dei passanti, ti dirigi verso il mare con lunghe falcate cercando di passare inosservato, ma devi affrontare il mostro finale…L’attraversamento della Fiera vestito come Diabolik (e non è carnevale) sudato in mezzo alle signore profumate, piade salsiccia e verdura mescolati a zucchero filato, con la leggerezza di un ghepardo e dubbi sulla qualità delle onde, arrivo baldanzoso alla Palla.

Profumo di salsedine.
Alcuni sono già in acqua, altri stanno arrivando. Le onde non sono grandi, ma sono belle, le vedo e lo sento dalle urla e lo leggo nei sorrisi.
Sono già oltre la balaustra e mi butto. Ricomincia la festa!

Questo è un periodo di cambiamenti,tutto inizia e tutto finisce… ma la Mareggiata della Fiera, resta.

Grazie a Tutti gli amici che hanno vissuto quei momenti con me e che hanno ispirato questo racconto.
Filo, Zano, Albi, Lucio, Rina,Chicco, Campa e Max.
Foto immortale by Filippo Joe Amarena
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