Pubblicità

Surfer’s ear – L’orecchio del surfista

di - 15/10/2019

Forse non tutti sanno che esiste una patologia chiamata Surfer’ear (orecchio del surfista), proprio perchè affligge chi pratica sport acquatici ed è esposto a basse temperature, sia dell’acqua che dell’aria.
Il nome tecnico è in realtà esostosi, ovvero una crescita anormale dell’osso all’interno del canale uditivo, non deve essere confuso con “l’orecchio del nuotatore” che in realtà ne identifica solo un’infezione.

 

 

L’irritazione dovuta al vento freddo e all’esposizione all’acqua, fa sì che l’osso che circonda il condotto uditivo, sviluppi grumi di nuova crescita ossea che restringono il condotto uditivo. Laddove il condotto uditivo è effettivamente bloccato da questa condizione, l’acqua e il cerume possono rimanere intrappolati e provocare una infezione. Questa condizione può riguardare anche i surfisti che praticano in acqua calde, infatti il fenomeno dell’esostosi può essere innescato dal raffreddamento per evaporazione causato dal vento e dalla presenza di acqua nel condotto uditivo.

 

 

Andiamo ad analizzare i sintomi più comuni:

Cominciamo col dire che in generale il sintomo del problema sia avvertirà più ad uno dei due orecchi, a causa della direzione del vento prevalente nell’area dove si va a surfare o del lato che più spesso colpisce per primo l’onda.

– Diminuzione dell’udito o perdita totale, temporanea o progressiva
– Aumento della frequenza delle infezioni alle orecchie, con dolore associato
– Difficoltà nello svuotare l’orecchio da detriti o acqua, sensazione di intasamento

 

 

Le cause dell’esostosi:

La maggior parte dei pazienti presenta questa patologia tra i 30 e i 40 anni. Ciò è probabilmente dovuto a una combinazione della lenta crescita dell’osso e della diminuzione dell’attività sportiva in acqua fredda dai 30 anni in poi. Tuttavia si può essere affetti da questo problema ad ogni età, ovviamente in maniera proporzionale alla quantità di tempo che si passa in climi freddi, umidi e ventosi senza un’adeguata protezione.

Il canale uditivo normale ha un diametro di circa 7 mm e un volume di circa 0,8 ml (circa un sesto di un cucchiaino da tè). Man mano che la condizione progredisce, il diametro si restringe e, se non trattato, può persino chiudersi completamente, anche se chi ne è affetto generalmente cerca aiuto quando nota una notevole diminuzione dell’udito. Sebbene non sia necessariamente dannoso di per sé, la costrizione del condotto uditivo, a causa di queste escrescenze, può intrappolare dei detriti e portare dolorose infezioni difficili da trattare.

 

Prevenire l’orecchio del surfista:

La diffusione delle mute di qualità ha permesso di praticare il surf in acque sempre più fredde, questo ha incrementato l’incidenza e la gravità di questa patologia, soprattutto per quelle persone che non prestano attenzione alla protezione delle proprie orecchie.

Per evitare spiacevoli conseguenze è necessario mantenere il canale uditivo il più asciutto e caldo possibile, soprattutto in condizioni ventose e fredde.

Gli strumenti che possiamo impiegare per proteggere le nostre orecchio sono:
– tappi per orecchie
– cappuccio di neoprene

 

Trattamento della patologia:

L’intervento chirurgico per rimuovere l’osso che ostruisce il condotto uditivo viene di solito eseguito in anestesia generale in una sala operatoria e mediante l’uso di un microscopio binoculare, per svolgere questa operazione delicata la maggior parte dei chirurghi utilizza un trapano apposito.
Alcuni medici preferiscono invece utilizzare scalpelli molto piccoli, in grado di rimuovere l’osso ostruente ed entrare direttamente attraverso il condotto uditivo. Questa tecnica può, in alcuni casi, essere eseguita in sedazione con anestesia locale.
A seconda delle condizioni del condotto uditivo e della tecnica chirurgica utilizzata, la guarigione più richiedere da alcune settimane a diversi mesi.
Dopo essersi sottoposti alle cure, l’esposizione non protetta dei canali auricolari all’acqua fredda e al vento, può portare alla ricrescita dell’osso e quindi alla necessità di sottoporsi nuovamente alle operazioni chirurgiche.

 

fonte: en.wikipedia.org