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Il test della Rose X-Lite CDX, la bici oltre le aspettative

di - 27/07/2017

X-Lite di Rose Bike, una bici road disco con telaio in carbonio HM T40/60 HOC aerospaziale (890 grammi nella taglia 53), forcella full carbon disc, ruote Rose CW 1550 full carbon disc clincher con copertoncini Conty GP4000s II, Sram Red22 Hydro WiFli, Selle Italia Flow e tutto il cockpit Ritchey (seat-post FlexLogic incluso) WCS, questo è il biglietto da visita con cui si presenta questa bici. Il suo peso nella misura 53? 6,97 kg, rilevati e senza pedali.

Una bicicletta, un concetto e una piattaforma progettuale che unisce comfort e una notevole resa su strada, facendo collimare tra loro, al meglio, anche le prestazioni di una componentistica di primissima fascia. Non solo: facendo fede alla categoria endurance, forcella e carro posteriore permettono di montare pneumatici fino a 32 mm di sezione.

Guida anteriore leggermente alta e foderi obliqui posteriori ricurvi nella parte alta, soluzioni pensate per non schiacciare la porzione diaframmatica del busto e per smorzare le vibrazioni del retrotreno, a vantaggio di stabilità e comfort a lungo termine.

 

LE NOSTRE IMPRESSIONI

In un certo senso relegarla alla sola categoria endurance ci sembra riduttivo, visto le sue qualità in termini di valore alla bilancia e di prestazioni in salita. Questa bici, oltre a segnare il passo, ad oggi una delle poche road disc con un peso così ridotto, va bene e funziona con efficacia quasi ovunque. Ok, non è una bici da scattista vero e proprio ma la sua fluidità è un qualcosa di tangibile da cui può trarre vantaggio anche lo sprinter incallito.

Le ruote Rose, prodotto onesto e scorrevole, avremmo preferito una raggiatura più rigida, un pò più cattivella per una risposta più pronta durante i cambi di ritmo in salita.

Altre informazioni sul prodotto in test, sulle altre bici della gamma, colorazioni, allestimenti e geometrie, sono disponibili direttamente al sito ufficiale

www.rosebikes.it

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.