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Ti-Rex Granfondo del Penice, la seconda edizione

di - 04/06/2018

Quando una prima edizione è un successo, un qualcosa di particolare e, in un certo senso unica nel suo genere, le aspettative che si creano diventano grandi. Nel 2017 eravamo testimoni di una prima edizione, quella della Ti-Rex Granfondo del Penice, di un evento unico, nato da un’idea, da una sfida, dal voler proporre una manifestazione amatoriale nel cuore dell’Appennino tra Lombardia ed Emilia Romagna, tra le provincie di Pavia e Piacenza, territorio caratterizzato da salite e strade che non fanno sconti a nessuno.

Questa seconda del 2018 ha confermato la difficoltà dei percorsi, granfondo e mediofondo e al tempo stesso ha sancito la difficoltà di mantenere alti gli standard qualitativi, con particolare riferimento alla condizione di alcuni tratti di strada. Qui ci sono salite che richiedono un grosso sforzo, se affrontate in bici, discese tecniche e tortuose, asfalti che sono martoriati dall’inverno e dall’incuria, che non sono  curati: le amministrazioni e le provincie in genere, qui fanno quello che possono (è necessario dirlo). Organizzare una gara in bicicletta su queste strade è un impegno che non tutti sono in grado di prendere (più in generale merita un applauso a chi si accolla l’onere), ovvio che questo implica anche dei rischi, per alcuni aspetti è necessario prendere in considerazione dei compromessi. Si uno o più compromessi, perché puoi anche tracciare il percorso sulla carta ma poi devi chiedere i permessi ai comuni per il passaggio dei corridori! E talvolta il nulla osta non ti viene concesso, oppure viene modificato all’ultimo momento e ti devi adeguare, se costretto a modificare il percorso.

Ma focaliziamoci sulla granfondo che si è svolta ieri: giornata tersa, calda fin dalle prime ore del mattino anche all’interno del territorio di Zavattarello, dove i temporali nascono dal nulla, di giorno come nelle ore più fresche. Un paese che conta qualche centinaio di residenti, per un giorno diventa un formicaio, pronto ad accogliere ciclisti e sportivi. Problemi di logistica? Nessuno, per una distribuzione dei punti nevralgici (distribuzione pacchi gara, docce, parcheggi e ritrovo/premiazioni) migliorato rispetto al 2017.

Percorsi simili, praticamente identici, se paragonati a quelli dell’edizione scorsa, affascinanti per panorami e impegnativi ma con strade più sporche e più dissestate: sabbia, detriti, manto stradale con qualche buca di troppo (in alcuni punti e in particolare sul percorso medio), a nostro parere, non devono far cambiare la percezione di quello che può offrire questo territorio. I due percorsi, 140 e 82 km, se li valuti dalla planimetria, sembrano degli elettrocardiogramma. più di 3000 mdsl il primo, 2000 il secondo, un’enormità fatte le proporzioni con il chilometraggio e al fatto che non siamo sulle Alpi. Si sale e si scende in continuazione, senza respiro, senza pause e anche il caldo ci mette del suo. Alla fine la doccia gelata non era così male!

Si può e si deve migliorare, sempre, la ricerca di standard di livello sempre maggiore, sono il fondamento delle granfondo che mai come oggi, sono un punto di riferimento, anche per il turismo e la promozione dei territori stessi. Il mondo amatoriale è portatore di un messaggio, quello della vitalità della bicicletta e che la gente ha voglia di scoprire cose nuove a patto che rimanga qualcosa di positivo nei ricordi. La Ti-Rex Granfondo del Penice è una gara amatoriale che ha necessità di essere valorizzata, spinta, supportata ma anche assecondata. Perché assecondata? Perché se vieni nella Provincia di Pavia oggi, lo sai che puoi trovare strade che sembrano “campi di patate”, che non vuole essere una scusante, anzi deve essere motivo di “incazzatura” ma al tempo stesso, l’asfalto brutto deve anche essere motivo di maggiore attenzione. Tutti i ciclisti vorrebbero le strade delle Dolomiti, del Tirolo ma purtroppo la Lombardia non beneficia dello statuto di autonomia: se pensiamo che fanno fatica ad asfaltare alcuni tratti di autostrada!

850 iscritti circa e circa 700 partiti, tutto sommato non male, considerando le concomitanze con altre granfondo e con tante gare a circuito dei diversi enti promotori, che in alcuni casi hanno assegnato le maglie di campione nazionale.

Noi aspettiamo l’edizione del 2019, vogliamo prepararci anche fisicamente per quella che sarà la terza edizione, nella speranza che la “lenta” ri-asfaltatura delle strade del pavese inizi a dare i primi frutti. Le versione 2019, vi anticipiamo, vedrà la modifica di alcuni tratti, che avranno l’obiettivo di aggirare, eliminare alcuni punti più difficili da controllare.

foto di Sara Carena

 

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.