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Un weekend tutto di corsa

di - 18/01/2016

Tanti eventi nel weekend internazionale che ha confermato innanzitutto come anche nel cross il dominio africano sia inequivocabile e forse senza appelli: sabato l’Antrim International Cross Country, tappa nordirlandese dello Iaaf Cross Country Permit ha ridimensionato innanzitutto le ambizioni della britannica Kate Avery e dell’irlandese Fionnuala McCormack, pronte a riaffrontarsi dopo la sfida della settimana prima a Edimburgo, ma non hanno fatto i conti con le atlete africane che inizialmente hanno lasciato loro l’iniziativa per poi volare verso le prime posizioni,oltretutto in condizioni climatiche molto fredde che sulla carta dovevano favorire le europee. Prima piazza per la kenyana Alice Aprot, reduce dalla vittoria nel Campaccio, che ha percorso gli 8,5 km del percorso in 18’05” precedendo di 4” Mimi Belete del Bahrain. Terzo posto a 8” per la McCormack, questa volta finita davanti alla Avery per 3”.

L'arrivo della vincitrice Alice Aprot (foto Mark Shearman/Iaaf) L’arrivo della vincitrice Alice Aprot (foto Mark Shearman/Iaaf)

Nella gara maschile c’era molta attesa per la presenza dell’azzurro Yeman Crippa, al suo secondo impegno internazionale di cross dopo il passaggio di categoria. Il due volte campione europeo junior ha chiuso 13° a 1’41” dal vincitore, Aweke Ayalew del Bahrain ma a soli 32” dal primo europeo, lo scozzese Andrew Butchart classificatosi 6°. La gara è vissuta tutta sulla sfida fra i corridori degli altipiani con Ayalew che ha fatto valere le sue doti di sprinter nei confronti dell’ugandese Thomas Ayeko, impedendogli così il tris di successi ad Antrim, e del kenyano Timothy Cheruiyot, staccato di 2” dalla coppia di testa.

SIVIGLIA E IL FATTORE TOLA

Di grande livello anche l’altra gara dello Iaaf cross Country Permit, il Cross Internacional de Italica che ha confermato il grande momento di forma dell’etiope Tamirat Tola, che avevamo già vinto trionfare il 31 dicembre a Bolzano e che in questo momento appare come uno dei più talentuosi mezzofondisti mondiali. Sui 10,8 km del percorso. Tola inizialmente è rimasto dietro gi avversari con El Hassan Elabbassi (Brn) a fare l’andatura, per poi attaccare nel penultimo giro, recuperando i 50 metri di distacco dall’eritreo Teklemariam Medhin e dall’ugandese Timothy Toroitich per saltarli e andare a vincere in 30’57” con Medhin a 12” e Toroitich a 15”. Quarto Elabbassi, quinto il vincitore 2013, il kenyano Conseslus Kipruto che nella prima parte era rimasto abbondantemente staccato ed è stato autore di un notevole recupero. Domenica a Elgoibar rivincita per tutti, Tola è pronto alla sua quinta vittoria negli ultimi due mesi.

Ancora un successo in questo inverno per Tamirat Tola (foto organizzatori) Ancora un successo in questo inverno per Tamirat Tola (foto organizzatori)

Di grande livello anche la prova femminile su 8,1 km dove dopo un paio di km le kenyane Faith Kipyegon, Viola Kibiwot e Irene Cheptai hanno allungato, trascinandosi dietro le etiopi Netsanet Gudeta e Alemitu Heroye, ma la Gudeta ha resistito poco al ritmo delle rivali kenyane. La Kipyegon, vicecampionessa mondiale sui 1500, ha allungato trascinandosi dietro la Kibiwot, ma alla campana dell’ultimo giro c’erano già 10” di distacco fra le due. La Kipyegon ha chiuso in 24’56” con la Kibiwot a 20”, la Cheptai ha completato il podio tutto kenyano a 54”. Quarta la prima etiope, la Heroye a 1’19”. La Kipyegon, ancora incerta per Rio 2016 fra 1500 e 5000, sarà a fine mese in Italia per la Cinque Mulini.

HOUSTON RIMANE FEUDO ETIOPE

Tante anche le maratone di alto livello nella domenica internazionale a cominciare dalla Chevron Houston Marathon che si è confermata terra di conquista per gli atleti etiopi, da otto anni imbattuti sulle strade texane. La gara americana è inizialmente vissuta sulla fuga del polacco Artur Kozlowski,passato a metà gara in 1h04’58” con oltre un minuto sui più immediati inseguitori. Un’azione che rischiava di diventare vincente e che ha costretto i principali avversari africani ad anticipare i tempi della loro rimonta. Kozlowski è stato superato dopo il 35° km, con Gebo Burka e Girmay Gebru Berhanu lanciati verso la contesa per la vittoria. Burka, secondo lo scorso anno, ha lanciato il suo attacco prima del rettilineo finale per chiudere in 2h10’55” con 10” sul rivale. A completare il podio tutto etiope il campione uscente Birhanu Gedefa, terzo in 2h11’53”. Per Kozlowski quinta piazza in 2h14’11” dietro un altro etiope, Yitayal Atanfu, quarto in 2h12’09”.

Gebo Burka in azione a Houston (foto organizzatori) Gebo Burka in azione a Houston (foto organizzatori)

Etiopi padroni anche fra le donne con Biruktayit Degefa Eshetu finalmente vincente dopo due tentativi andati a vuoto. Anche qui un’atleta inattesa a fare la gara nella prima parte, la 37enne australiana Lisa Weightman passata a metà in 1h12’47”e al comando fino al 30° km, ma capace di resistere nei quartieri alti della classifica fino a chiudere seconda in 2h27’35” dietro la Eshetu, andata a vincere in 2h26’07”. Terza l’altra etiope Sechale Dalasa in 2h28’43”.

A Houston grande risalto anche per la Aramco Half Marathon, andata all’etiope Lelisa Desisa in 1h00’37” davanti al connazionale Mosinet Geremew a 8”; ara femminile alla vicecampionessa mondiale, la kenyana Mary Wacera che ha firmato il record della corsa e il suo personale, oltre alla miglior prestazione mondiale 2016 in 1h06’29” con 12” sulla connazionale Cynthia Limo e 1’26” sulla campionessa mondiale di maratona, l’etiope Mare Dibaba.

KENYANI, RISCATTO A HONG KONG

Diverso discorso nell’altra prova dello Iaaf Road Label, la Standard Chartered Hong Kong Marathon, edizione del ventennale resa emozionante dai kenyani Mike Kiprotich Mutai e Lawrence Cherono, giocatisi la vittoria in un entusiasmante 400 finale. Gara resa estremamente difficile dal monsone abbattutosi su tutta la zona geografica, che ha fortemente influito sui tempi di percorrenza. Con i due è rimasto fino a un km dalla conclusione l’etiope Feyera Gemeda, vincitore due anni fa. La lotta fra i due ha visto prevalere Mutai in 2h12’12”, tempo notevole considerate la pioggia e il vento, con Cherono a 2” e Gemeda a 8”. Podio tutto etiope fra le donne con primo posto per la 25enne Letebrhan Haylay Gebreslasea in 2h36’51” davanti ad Ayelu Lemma Geda a 2” e Ehite Bizuayehu Gebreyes a 37”.

Mike Kiprotich Mutai primo sotto la pioggia di Hong Kong (foto organizzatori) Mike Kiprotich Mutai primo sotto la pioggia di Hong Kong (foto organizzatori)

A MUMBAI VINCE… UN PACEMAKER

Non è insolito che un corridore ingaggiato dagli organizzatori come lepre continui la sua corsa e vada a vincere. E’ quanto è avvenuto alla Stardard Chartered Mumbai Marathon, la maggior classica indiana sui 42,195 km dove il kenyano Gideon Kipketer che per compito doveva tirare fino al 30° km ha continuato la sua corsa, viste le condizioni fisiche e il distacco degli avversari, fino alla vittoria in 2h08’35”, nuovo primato della gara che gli è valso un premio finale di 56 mila dollari. Al secondo posto si è piazzato l’etiope Seboka Dibaba in 2h09’20” ed al terzo il kenyano Marius Kimutai in 2h09’39”. Nella maratona femminile a vincere è stata l’etiope Shuko Genemo con il tempo di 2h27’50”, alle sue spalle la kenyana Bornes Kitus in 2h32’00” e l’altra kenyana Valentine Kipketer in 2h34’07”.

Gabriele Gentili

La partenza della Standard Chartered Mumbai Marathon (foto organizzatori) La partenza della Standard Chartered Mumbai Marathon (foto organizzatori)