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Una vittoria speciale per Calcaterra

di - 09/03/2017

La SaharaMarathon è una corsa di eroi. La maggioranza sono anonimi. Come il tedesco Wolfgang che ogni anno con un gruppo di compatrioti parte per correre questa durissima prova, nonostante i suoi 76 anni. Come il boliviano Ovidio, il cui diabete non gli impedisce di affrontare la corsa nel deserto. Come Mohamed, il corridore Saharawi che ha perso una gamba per l’esplosione di una mina ma nonostante questo ha preso parte a questa corsa che rivendica la causa del suo popolo. Un totale di 455 corridori hanno solcato il deserto con la loro solidarietà e inondato i campi con il loro aiuto e supporto alle famiglie saharawi che vivono lontano dal loro paese da 42 anni.

E’ stata una prova dura, ma emozionante. All’alta temperatura del deserto si è aggiunto un forte vento che ha fatto soffrire i partecipanti dei 29 paesi presenti. E tra gli eroi si è calato un campione del mondo, l’italiano Giorgio Calcaterra, tre volte vincitore del campionato mondiale di ultramaratona, che ha combattuto come il campione che è fino ad arrivare alla vittoria. E’ stato un trionfo di tattica, molto travagliato, partito dal formarsi di un gruppo di 5 corridori nei primi chilometri. Presto il madrilegno Vicente Grande Duque, vincitore dell’ultima edizione, si è distaccato, mettendo una distanza tra sé e i suoi rivali Calcaterra e Jon Salvador (due volte vincitore in questo deserto).

Il destino sembrava scritto, però la hammada algerina può punirti quando meno te lo aspetti e Calcaterra ha approfittato per attaccare nel finale e recuperare la distanza che Grande Duque stava perdendo, sofferente per dolori muscolari. Anche Salvador, per una contrattura a metà percorso, non ha potuto ripetere il suo trionfo, però entrambi hanno terminato felicemente per poter essere sul podio accanto a un campione del mondo. 3h00’53” il tempo finale del romano, con 3’01” su Duque e 9’41” su Salvador.

Anche la competizione femminile ha dato vita a una bella corsa, in cui ha vinto l’atleta basca Elena Frenchilla, impostasi in 3h51’46” sulla svedese Sara Hannerz a 4’54” e alla anche lei basca Begoña Beristáin Garcia a 35’10”. Ottima prova per le italiane Elena Favero, quinta in 5h17’08” e Giovanna Stortolani, sesta in 5h36’54”.

I due vincitori della maratona (foto organizzatori)

Nella SaharaMarathon si celebrano anche corse su altre distanze e in queste si sono ripartiti i trionfi dei rappresentanti di Spagna, Algeria e Repubblica Araba Saharawi Democratica. Nella mezza maratona l’andaluso Rafael Ángel Gómez ha combattuto duramente con l’algerino Met Chat per guadagnare un incontestabile trionfo negli ultimi chilometri in 1h30’22” con 4’50” sul rivale, terzo Bujari Sidi Waag (Rasd) a 5’55”. Tra le donne podio tutto iberico, con Meri Bonet prima in 1h52’19”, Eva Arévalo a 3’33” e Marisa Guillén a 8’57”. Nella prova dei 10km si sono imposti l’eroe saharawi Amaidan Salah e la spagnola Gala Mora, mentre nei 5km vincevano Roberto Gracia e la locale Nasrala Salem.

La delegazione di quasi 500 persone che hanno partecipato a questa corsa rimarrà ai campi per il resto della settimana per far partire le decine di progetti di solidarietà che la SaharaMarathon supporta come gli aiuti umanitari e la convivenza con le famiglie saharawi che giorno per giorno partecipano nella loro particolare maratona.

I corridori lo hanno fatto su una distanza di 42km nel deserto e i saharawi lo continuano a fare negli ultimi 42 anni. Come ha detto un felice Calcaterra: “Ho corso molte corse di tanti tipi, ma nulla mi rende felice come correre per la libertà. E’ stata una grande esperienza: sono stato sette giorni, dormendo naturalmente in sacco a pelo. L’obiettivo del viaggio, eravamo 32 italiani, era quello di aiutare questo villaggio profughi”.

Comunicato stampa