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Vigorelli Ghisallo #4 una classica e tanto di più

di - 29/10/2018

La Vigorelli-Ghisallo #4 è un evento pensato e creato con l’intento di unire, ci piace definirla una social ride che ha l’obiettivo di avvicinare le diverse categorie del ciclismo di oggi. Granfondisti, randonneur, triatleti, pedalatori della domenica e city bikers, semplici appassionati con la bici da passeggio, agonisti delle gare a circuito.

Il Vigorelli ai piedi dei grattacieli di Milano City Life

Ci sono quelli con le bici super  moderne e chi pedala con la bici che giusto tre domeniche addietro ha fatto l’Eroica, tutti ma proprio tutti possono affrontare la “non competitiva” che parte dal celebre velodromo di Milano e si conclude nel piazzale di una delle salite simbolo di tutti i tempi.

Tante bici d’epoca

Non esiste classifica, ma c’è la voglia di fare fatica, ognuno è libero di interpretare il percorso a suo modo. Ognuno è libero di prendere il via (è comunque necessario fare l’iscrizione), a prescindere dal meteo, dalla voglia, dalle condizioni fisiche, dal permesso della moglie: LIBERI E BELLI, con i pantalocini corti, oppure con il kit invernale. Prima un bel caffé.

Caffé da Faema, uno degli sponsor storici del ciclismo

La Vigorelli-Ghisallo #4 inoltre, è un bellissimo spot per il ciclismo, trasmette un messaggio trasversale e positivo. Pensateci un attimo: si parte dal centro di Milano, vicinissimi dai nuovi grattacieli di Milano City Life, non lontani da zona Garibaldi, Corso Como (la movida milanese), per attraversare la Brianza, volendo costeggiare una parte del Lago di Como e arrivare al Ghisallo, al cospetto della chiesetta e della Madonna dei ciclisti, di fronte al “nostro museo”. Nostro si, perché il Museo del Ghisallo è un patrimonio!

Il Museo del Ghisallo e il “parcheggio” per le bici recintato di giallo

La giornata di oggi è stata caratterizzata da un meteo pessimo, le previsioni da giorni non lasciavamo molti dubbi ma si sa, quello dei ciclisti è un popolo di matti. Quando piove si va in bici? Ma no dai. Ops, qualcosa ci sfugge! Si gioca a calcio quando piove? Si. Si gioca a rugby quando piove? Si. Si corre a piedi quando piove? Si (vi invitiamo a guardare le immagini della Venice Marathon di Venezia, tregenda).

Prima della partenza

Il ciclismo è uno sport che si pratica con uno strumento, la bicicletta, così come il calcio ha le scarpe da pallone. La bici adoperata per questa disciplina sportiva, che tendenzialmente non è quella con il cestino che si utilizza per andare in stazione, o a prendere il pane, si usa anche quando piove, quando diluvia, la si può usare anche con la neve.

Una bici Titici con i freni a disco

Partenza alle 9 precise dal Vigorelli, dopo aver approfittato dei cabaret di brioches, del caffè offerto da Faema, dell’atmosfera del velodromo, dopo aver abusato della simpatia di Paolo Bettini, di Luca Paolini (che si è presentato con braccioli, maschera e boccaglio da sub) e altri ex, ora direttori sportivi di successo (Davide Bramati, Luca Guarcilena, Oscar Damiani ad esempio).

Luca Paolini con i braccioli
Il sorriso di Paolo Bettini, coinvolgente
Sorriso sempre e comunque

Prima dello start si parla, si discute, si racconta. Quelli con i baffi, con la barba bianca e le rughe dell’esperienza (si dice così, “vecchiaia” è un termine che è passato di moda) raccontano ai più giovani cos’era questa struttura, il Vigorelli, cosa significava in passato. Qualcuno lo fa con nostalgia, qualcun’altro, lo si percepisce, si esprime con un velo di speranza, immaginando un futuro roseo per questo velodromo: chissà (sperem si dice da queste parti). Si esce dalla metropoli scortati dalla Polizia Municipale che fa un gran lavoro. Siamo un centinaio a fronte di 500 iscrizioni: peccato ma ci stà, il meteo non agevola nulla, piove a dirotto ma non fa freddo. C’è anche una concomitanza ciclistica, infatti nelle stesse ore si è svolta la manifestazione gravel, Milano Gravel Road. Un paio di cadute senza conseguenze, tra i binari del tram viscidi e l’attraversamento di un ponte in legno. C’è la traccia gps fornita dall’organizzazione, scaricabile on line ma ci sono anche le frecce che indicano la giusta via. Due i percorsi previsti: il corto da 70 km e il lungo da 90. Il secondo permette di fare il Ghisallo dal versante più impegnativo, dalla parte del lago: pochi e intrepidi hanno allungato.

Usciti da Milano, attraverso Monza, dopo aver costeggiato il comprensorio della Villa Reale, la strada è un susseguirsi di sali-scendi, pianura poca. Tira un forte vento, in alcuni momenti la pioggia è battente ma la temperatura varia tra i 15 e 18 gradi: non male tutto sommato.

Incontriamo gente che corre a piedi, gente che semplicemente cammina per la strada con l’ombrello, si va in chiesa oppure a mangiare le lasagne dalla nonna. Si fa movimento per fare spazio al pranzo, in una giornata che sa di ozio estremo (per un attimo abbiamo pensato alla polenta e una litrata di birra: anche noi siamo a fine stagione). Incontriamo un triatleta, con la tutina, praticamente nudo che si allena (corsa a piedi)! Che fisico. Quasi nello stesso istante incrociamo anche un ciclista in senso opposto, saluto veloce e via. Qualche passante ti guarda stranito ma c’è stato anche chi ha applaudito e per un attimo ci ha accompagnato nelle nostre gesta. Bello, motivante, gratificante. Puoi anche essere ingarellato e fighetto quanto vuoi ma se sei un ciclista, quando pedali ti accontenti di poco.

Bus Mapei e ammiraglia Quick Step
Al traguardo

Siamo al limite delle 2 ore e 20 minuti circa, i km sono più o meno quelli, attraversiamo un paesino (siamo in salita) e la gente fuori dal bar ci incita, una bella carica. Da qui a poco si arriva. Eccoci serviti: si vede il bus blu della Mapei, che pur non avendo il team pro, ha un pullman che copre alcuni eventi, per promuovere la sua attività di supporto sportivo e per assecondare le esigenze degli atleti che segue. Ci sono i gazebo di titici.com al centro del piazzale. L’accoglienza è calorosa così come il the caldo offerto all’interno del museo.

Antonio Visinali del gruppo dei Canidi si scalda con un bel bicchierone di the bollente
Canidi a/e di Milano

The caldo!? Panini, brioches (dopo che ne abbiamo mangiate 5 prima di partire), coca, caffè e una bella birrazza (dai, i ciclisti dicono così) del birrificioinesistente.it ci riscaldano l’anima, il giusto premio. Siamo dentro al museo, come fai a non allargare la bocca, a rimanere basito. Antonio, Elia, Matteo, Amedeo, Roberto, Luca, Giovanni, Eugenio, Omar, Massimo e tanti altri, si parla e si chiacchiera, si ride e ci si prende per i fondelli. La macchina che proveniva in senso opposto e che ci ha lavato con una pozzanghera che aveva le sembianze di un mare! Gli indumenti completamente impregnati di acqua che hanno aumentato il peso di 5/6 kg: abbiamo fatto le sfr in vista della prossima stagione, abbiamo potenziato il muscolo!

Un temerario, come si andava in bici una volta
L’interno del museo

Il canotto della sella che si è abbassato e tanto altro. Che bello essere stati con gli appassionati della bicicletta.. Il sole che è spuntato dopo la pedalata non suona come una beffa ma come il giusto termine di una giornata di festa. Grazie.

museodelghisallo.it

vigorelli.eu

foto a cura di Comitato Vigorelli-Ghisallo #4 e redazione tecnica

Alberto Fossati, nasco come biker agli inizi degli anni novanta, ho vissuto l'epoca d'oro dell'off road e i periodi della sua massima espansione nelle discipline race. Con il passare degli anni vengo trasportato nel mondo delle granfondo su strada a macinare km, facendo collimare la passione all'attività lavorativa, ma senza mai dimenticare le mie origini. Mi piace la tecnica della bici in tutte le sue forme, uno dei motivi per cui il mio interesse converge anche nelle direzioni di gravel e ciclocross. Amo la bicicletta intesa come progetto facente parte della nostra evoluzione e credo fermamente che la bici per essere raccontata debba, prima di tutto, essere vissuta.