Pubblicità

Vittoria Qurano 30c

di - 30/01/2017

Se diciamo che Vittoria è conosciuta a livello mondiale, principalmente per la produzione degli pneumatici, non affermiamo nulla di nuovo e di strano, prodotti da sempre riconosciuti per le loro performances a tutti i livelli, pneumatici che costantemente stimolano l’attenzione, per design, colorazioni e tecnologia.

Se alle coperture associamo un pacchetto ruote, della stessa azienda, particolari nelle forme e nella costruzione, completamente in carbonio, la curiosità aumenta, così come la voglia di portarle in strada. Abbiamo descritto e fatto una sintesi del primo approccio avuto nei confronti delle nuove Qurano 30c, un sistema ruota full carbon, con predisposizione al copertoncino dai profili asimmetrici dei cerchi. Entriamo nelle specifiche delle ruote partendo proprio dai cerchi: carbonio e Grafene+, quest’ultima un’esclusiva di casa Vittoria utilizzata per ruote e pneumatici. Il canale interno, le sue dimensioni sono di ultima generazione, allargato a 17 millimetri con predisposizione tubeless ( tecnologia SpeedLock).

I profili sono differenziati tra anteriore e posteriore, rispettivamente 28 e 30 mm di altezza. La raggiatura è radiale per l’avantreno (16 raggi) e un misto tra radiale (lato non drive, 21 raggi)) e con incrocio in seconda (lato pignoni) per la ruota posteriore: tutti i raggi sono in acciaio e i nipples in alluminio. Il mozzo anteriore è un cilindro con flange leggermente rialzate che nasconde dei cuscinetti sigillati. La ruota dietro ha una flangia oversize dal lato pignoni che prevede delle asole per l’alloggio dei raggi. da qui i raggi partono con le loro teste che quasi si toccano, per incrociarsi lungo il loro percorso. Il cuore del mozzo, la particolarità è il sistema di ruota libera SwitchIT, brevetto Vittoria che prevede un’intercambiabilità senza l’utilizzo di attrezzi: la ruota libera è ancorata al resto del mozzo a pressione.

https://www.vittoria.com/it/wheels/road-wheel/

 

LE NOSTRE IMPRESSIONI

Chi ha sviluppato questa prova è un amante delle ruote dai profili bassi, in quanto appassionato delle lunghe salite, delle discese tecniche e tortuose, dei kilometraggi fiume, tutti aspetti che fanno apprezzare (e richiedono) un sistema ruota capace di unire leggerezza, guidabilità, affidabilità, stabilità e anche un pò di comfort. A questi “dettagli”, aggiungiamo anche la versatilità della ruota, nell’interfacciarsi con pneumatici di differente natura e dimensioni.

La nuova Qurano di Vittoria ci ha sorpreso, perché è un pacchetto che include tutte le caratteristiche accennate in precedenza, abbinando anche una notevole dose di prontezza e risposte alle sollecitazioni, oltre ad essere particolarmente veloci nei tratti pianeggianti. Le ruote, entrambe, la posteriore e l’anteriore offrono una prestazione simile ad un cerchio da 40 millimetri di altezza (con riferimento ad equipaggiamenti di primissima fascia), con la bontà e fluidità di inserimento in curva che solo un cerchio basso è capace di offrire. L’anteriore è votata alla stabilità e tiene bene la traiettoria impostata, la posteriore ci piace definirla propulsiva: non disperde nulla in fase di accelerazione. Le abbiamo provate su bici di diverse tipologie, da progetti aero a telai superleggeri con forme standard, in modo da avere una panoramica completa della performance. Qurano 30c si adattano bene ad ogni telaio e situazione; a nostro parere è una ruota di un notevole spessore in fatto di tecnica, rivolta ad appassionati che in primo piano mettono il risultato finale della gara. Buona la frenata, senza scalini e indecisioni, presupponendo il fatto di essere capaci di frenare e gestire una ruota con cerchio in composito per clincher. Questa ruota è la dimostrazione di quanti passi in avanti sono stati fatti, rispetto al passato, per quanto concerne l’affidabilità della frenata in questa categoria, minimizzando i rischi di dilatazione della camera d’aria e pneumatico (non a caso la Qurano ha anche predisposizione tubeless) ma ci sarebbe piaciuta provarla con temperature estive, per portarle al limite e provarle in quello che riteniamo il loro scenario ideale di utilizzo: grandi distanze su percorsi alpini.