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100 Km del Caribe, un successo clamoroso

di - 11/06/2015

Si è conclusa la 2^ edizione della 100 km del Caribe, e se è stata buona la prima, meglio ancora è andata la seconda, con il raddoppio dei runners partecipanti a questa bella avventura.

L’ideatrice Mariluz Vinas è un’ultramaratoneta, dominicana di origine ma italiana di adozione, che ha compendiato l’amore per la sua terra e per la corsa inventandosi questa manifestazione, colorandola e perfezionandola al massimo. Quattordici le nazioni rappresentate, oltre 100 gli iscritti (con qualche ritiro dovuto al caldo-umido), più che a 1.000 l’entusiasmo che ha coinvolto tutti. E come avrebbe potuto non essere così? Le 5 tappe hanno portato i partecipanti a correre ogni giorno in location diverse, con un unico denominatore comune: la natura, ma quella selvaggia, quella che non si attraverserebbe se non in occasioni così. Siamo nel nord della Repubblica Dominicana, sì quella con sabbia bianca, palme verdi e mare turchino. Ma non solo.

Caribe

1^ tappa – Cabarete, 10 km di sterrati e spiaggia. Atlantico a sinistra e palme a destra. Come non volare?

2^ tappa – Puerto Plata, 17,5 km di montagna, 1.350 m di dislivello. Qui la musica cambia, c’è poco da scherzare. Testa bassa e grande determinazione fanno arrivare in cima, dove una statua gigante di un Cristo pietoso accoglie gli atleti stanchi. Si torna giù con la teleferica, per fortuna.

3^ tappa – Sosua, 18 km, 380 m di dislivello, niente di che, giusto un po’ di fisiologico up and down. Si parte dalla Monkey Jungle e si corre dentro la giungla affiancando, ogni tanto, povere casette che povera gente abita; guardano straniti i corridori, come a chiedersi: Perché lo fanno? Si guadano fiumi, si corre sotto palmeti, fino alla finish line di tappa che si trova proprio davanti a una fresca pozza d’acqua. Come non buttarsi dentro così come si è? Con scarpe e tutto?

4^ tappa – Las Terrenas, 44 km, 760 m di dislivello, già meno fisiologici dei primi. La più bella e la più dura, forse, con la meravigliosa cascata che si incontra a circa metà percorso, come a ridare coraggio, a ridare energia. E’ il Salto del Limòn, 50 metri di acqua in caduta libera. Altri palmeti e scalette a perdifiato fino ad arrivare finalmente alla playa. Il caldo enfatizzato dall’umidità fa percepire i 44°C. Tutti, dunque, sono ben felici di essere “costretti” a entrare in mare per aggirare le mangrovie, quasi 2 km con l’acqua alla vita. Ottimo idromassaggio per gambe stanche.

5^ tappa – Playa Lanze del Norte, 12 km che partono dalla spiaggia per risalire in lieve altura e chiudersi ad anello ancora in spiaggia. Caldo, sole, umidità, ma ormai è finita. I bimbi ci gridano “Animo, animo”. Sì, ne abbiamo di animo, ne abbiamo da vendere, e ormai l’arrivo è lì, sulla spiaggia, con musica e festa per gli atleti. Sul palco, colorate ballerine danzano a ritmi caraibici, sembrano soli le loro gonne gialle che ruotano.

Ogni tappa ha una classifica a sé, così che chi ultramaratoneta proprio non è può partecipare solo ad alcune di queste. Nell’ultima, la 5^, l’affluenza è stata massima, soprattutto dei locals che hanno voluto festeggiare così una bella domenica di giugno.

E’ italiana la vincitrice di questa edizione

Si tratta di Alice Modignani, ultramaratoneta doc, pluricampionessa internazionale, anche se all’emozione della vittoria non si è ancora abituata e quando è salita sul palco, sul gradino più alto del podio, i suoi occhi lucidi l’hanno tradita.

Comunicato stampa