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4 chiacchiere con Keith Teboul

di - 24/12/2015

Come più volte abbiamo scritto, la nostra missione è anche quella di viaggiare per toccare con mano le varie realtà del mondo del Windsurf per proporvi dei contenuti unici sia sul magazine che sul web. Durante la nostra incursione a Maui abbiamo avuto il modo di intervistare diversi personaggi. Vi proponiamo la prima intervista: Keith Teboul, il mitico shaper delle tavole Quatro che ci racconta tutte le novità 2016.

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Sveglia all’alba, a Maui si dorme poco… o meglio si va a dormire presto alla sera! Dopo la surfatina della mattina con le prime luci dell’alba l’incontro classico è alla Cannery di Haiku. Capuccino e brioche al bar e poi visita nel covo Quatro/Goya/MFC. Dietro una porta intento a controllare sullo schermo le impostazioni della sua nuovissima macchina CNC c’è Keith Teboul. Gli chiedo se ha tempo per una intervista… senza nemmeno girarsi mi dice che sta lavorando con dei nuovi parametri e che è molto impegnato in questo momento. Mi da appuntamneto più tardi… ma prima di andare ad Hookipa a fare Windsurf. Alle 12:00 torno alla Cannery e Keith Teboul mi aspetta nel suo ufficio con un caffè e iniziamo a fare 4 chiacchiere!

Ciao Keith, iniziamo a parlare un po’ delle novità riguardanti gli shape di Quatro?
Per il 2016 abbiamo il Cube, il nostro modello Quad, che è stato rinnovato, introducendo altri volumi ed andando ad integrare quelli già esistenti. Ci sono state parecchie novità anche per il range Pyramid, che sono state riadattate anche per le nostre Sphere sideshore wave e le Tetra, freewave.

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Quatro Sphere 2016

Cosa hai cambiato di preciso?
In generale, tutte le tavole sono state leggermente accorciate, con una prua leggermente più stretta e poppa più larga. Il cambiamento primario è stato fatto nella zona in cui il rider sta in piedi, arretrando il tutto leggermente verso poppa per maggiore radicalità e comfort allo stesso tempo. Essendo la poppa più larga, infatti, è necessario essere più indietro in modo da poterne sfruttare tutti i benefici, avendo anche riadattato il rocker. Con uno shape più corto, infatti, non si può star troppo avanti altrimenti t’impunti troppo nei cutback e sei fuori equilibrio.

Quali sono gli elementi primari che cerchi per una tavola da mettere sul mercato?
Non esiste una tavola perfetta ed è per questo che realizziamo svariati modelli e gamme. Io personalmente mi sento più a mio agio a shapare le Pyramid, le nostre wave sideshore, dato che ne ho fatte e ne faccio sempre una marea. Dev’essere sicuramente veloce, altamente manovrabile e facile da portare e che generi portanza e proiezione down the line. Ho fatto moltissima ricerca sul posizionamento delle pinne, del rider sulla coperta e di come abbiano un risultato sullo stile in surfata del rider. Non sono quindi semplicemente tavole che vanno bene, ma il risultato di moltissime ore di lavoro di precisione e ricerca continua. L’ampio pool di rider diversi, tra cui Bernd o Levi o io stesso, permette di elaborare ulteriormente il tutto anche con pesi e stili diversi.
Stesso discorso anche per le Cube, le nostre Quad. In generale, le tavole devono curvare alla grande, com’è sempre stato per le Quatro.

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Le nuove grafiche Quatro 2016 sono molto belle e diverse! Hai lavorato molto col designer?
Non proprio. Bjorn, il nostro grafico e pubblicitario, si occupa di queste cose ed è pienamente in grado di fare tutto da solo, ottenendo risultati di qualità. Ogni tanto, durante l’anno, gli do qualche indicazione su come me le fossi immaginate ma poi è lui che concretizza e sviluppo il tutto. Solitamente realizza dei provini stampati e poi io decido quali portare avanti e quali no. Ora comunque le grafiche sono più minimali, a seconda un po’ di come ci sentiamo.

Prendi anche qualche spunto magari dagli altri marchi o vai dritto per la tua strada?
Per il windsurf, non guardo assolutamente nessun altro. Forse riprendo qualcosa dal surf da onda, sia come shape che come grafiche, ma le grafiche windsurfistiche proprio non m’interessano.

Come sai, moltissimi brand stanno spingendo le nuove tavole con prua e poppa mozzata…
Stavo aspettando questa domanda!

 …Tu vivi nella mecca del windsurf quindi vedi e sai tutto. Che cosa ne pensi di questi shape?
Hmmmm… Già due anni fa avevo realizzato almeno una quindicina di prototipi di tavola Slate, peraltro assolutamente copiate identiche a quelle di surf da onda. Anch’io stesso, ne faccio e ne uso molte ma solo in surf da onda. Penso che il concetto sia buono e valido per il surf da onda ma sia assolutamente fuori contesto nel windsurf. In surf, infatti, c’è la necessità che la tavola sia cortissima e stretta, con un rocker diverso… tutto diverso. Nel windsurf non fa schifo ma è un concept diverso da quello per cui è nato nel surf da onda.
Penso che girino molto velocemente, sebbene ci sia una vela che genera portanza, ma personalmente non penso debba andare in produzione e messa in commercio.
Come seconda tavola potrebbe andar bene… anche se sembra che Fanatic e gli altri abbiano già quasi esaurito le prevendite… Io però non sono Fanatic, non ho il loro budget e mettere una tavola del genere in produzione sarebbe un rischio troppo grosso, quindi preferirei investire i soldi in ricerca e sviluppo piuttosto che in marketing intelligente…
Non è che sia una tavola che non va bene. Ci ho visto su Victor ad Ho’okipa ed andava abbastanza bene, ma penso che il range di utilizzo sia molto limitato. A mio avviso non è minimamente paragonabile alle rivoluzioni che sono state il Twin ed il Quad, che hanno veramente cambiato l’approccio e lo stile di surfata del windsurf moderno. È un extra di cui si può benissimo far a meno. Divertente ma abbastanza superfluo e di nicchia. Anche quando vado a far surf da onda, non è la mia prima scelta. Il 90% delle uscite uso la mia solita tavola, poi, in condizioni molto particolari, uso la Slate. Questa è solo la mia opinione però. Non detto legge.
Lavorerò anche su qualcosa di quel tipo in futuro ma giusto per sperimentare un po’, ma sono piuttosto brutte.
Lo scorso anno ne ho provata una del genere ad Ho’okipa ed andava bene in condizioni adatte. Dopo averla surfata, però, sono tornato alla mia tavola normale. È come un esperimento momentaneo di passaggio.
Quando poi sei un marchio che le mette in produzione e le vuole spingere, tutti i tuoi team rider la dovranno utilizzare, spesso e volentieri in condizioni non adatte, finendo così per intaccarne la performance.

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Quatro Pyramid 2016

Nel vostro range di tavole Quatro in produzione avete sia una gamma Thruster che Quad. Per un rider medio in condizioni europee, cosa consiglieresti? Qualche dritta?
Entrambe sono ottime opzioni e dipende anche molto dalla preferenza e stile del rider. Io tendenzialmente, con onde più grosse e formate, preferisco il Thruster ed anche Levi. Così facendo, infatti, si sfrutta maggiormente la velocità del single fin. Le Quad invece sono ideali per le onde un po’ più molli e più piccole, generando maggiore portanza e facendo curve più morbide e strette, con off the top più spontanei. Penso che se hai un background da single fin conviene puntare più sul Thruster che Quad. Ci sono però anche moltissimi altri elementi quali il rocker, lo shape in generale, le condizioni e la predisposizione del rider. È quindi difficile dire “al buio” quale sia meglio per un rider a meno di passarci del tempo insieme e capire su cosa punti.

In condizioni onshore!
Sono entrambe ottime. Io personalmente preferisco il Quad per iniziare il bottom perchè proietta meglio, però preferisco il Thruster quando invece impatto il lip perchè è più radicale. Ci sono elementi particolari che mi piacciono di entrambi e che me le fanno piacere per condizioni specifiche. Ci sono anche moltissimi rider ad Ho’okipa che usano i Twinzer!
Io personalmente utilizzo sempre Thrusters ma mi farò anche qualche Quad in modo da continuare a svilupparci su e fare tavole sempre migliori, lavorando anche sulle pinne con MFC.

Quanti litri ha la tua tavola da Ho’okipa?
77 litri e peso 72kg.

Generalmente usi la 4.5 o 4.7 giusto?
No, mai. Solo 4.2. Non mi piacciono le vele grosse. Quando magari vado in posti con vento particolarmente leggero, come le Marshall Islands, allora porto anche la 4.5. Ad Ho’okipa, sempre e solo 4.2, per surfare e basta. In generale sempre 3 stecche e mai più grosse della 4.5.
Io personalmente mi diverto molto di più a surfare, con la vela e senza, quindi punto ad avere un rig il più leggero e meno invadente possibile.

Per curiosità, come riesci ad organizzarti con la produzione parallela di tavole custom, dato che ne realizzi tantissime ogni anno? I prototipi delle tavole di serie vengono realizzati qui e poi mandati in Cobra?
Esattamente. Qui a Maui realizzo sia i prototipi che i custom per i clienti che me le ordinano appositamente via internet. Andando infatti sul nostro sito, nella sezione customs, c’è la possibilità di vedere le varie opzioni e poi Paskal riceve la mail di richiesta ed inizia tutta la trattativa e processo per la realizzazione di una tavola custom specifica per il rider. Abbiamo infatti un questionario molto dettagliato che mandiamo ai potenziali clienti con le preferenze personali, in modo da avere un’idea sulla soluzione adatta, discutendo anche del setup di pinne, costruzioni e facendo un preventivo definitivo. Appena l’ordine viene confermato e pagato, inizio così a progettare e realizzare la tavola, secondo le specifiche richieste. Generalmente la parte più lunga è la prima, cioè l’analisi e la trattativa sul prezzo. Fatto quello, il resto è relativamente veloce. Nel giro di massimo 3 settimane finisco tutto e la tavola è pronta per la spedizione. Purtroppo anche la spedizione, in tutto il mondo, ha un costo non trascurabile, sempre interamente a carico del cliente.

Quanti custom fai mediamente in un anno?
Ne faccio… Abbastanza.

Quanta gente lavora qui con / per te?
Pascal, Nano per le grafiche, Thierry per le costruzioni, Philip per la verniciatura esterna, Dave per la carteggiatura e poi io. Quindi ogni tavola passa sotto 6 persone diverse.

Lavori una tavola alla volta o riesci a parallelizzare il tutto?
Generalmente 3/4 tavole alla volta, generalmente in aspetti differenti e che non si intralciano. Poniamo che la settimana inizi e Philip ha 8 tavole da verniciare in una settimana. Nel frattempo dovrà anche farci le scasse, sempre nella stessa settimana. Io quindi avrò 8 tavole da shapare e Thierry da costruire. Ogni giorno lavori quindi su tavole diverse.

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Quatro Tetra 2016

Per le grafiche come fate?
I clienti possono scegliere quello che vogliono, ci possono perfino mandare delle immagini nella mail e noi gliela mettiamo su. Possono scegliere dal sito, o da qualsiasi altra ispirazione, finchè pagano. Nano è bravissimo, quindi può fare tutto.

Quanto costa il non plus ultra custom in termini di costruzione, shape, grafica. Il tetto massimo?
Dirai dai 2000 ai 4000 dollari. Solo la grafica può arrivare a costare 600 u$d.

Ci sono però un sacco di pro rider, anche per altri marchi, che usano le tue tavole custom.
Sì, più che altro ce n’erano un sacco. Ora molto meno, perchè i marchi non possono permettersi di spendere così tanto ed alcuni poi si “offendono” se il loro rider usa tavole di un altro shaper. Spesso capita quindi che sia il rider stesso a doverle pagare di tasca sua, proprio perchè il brand non supporta l’iniziativa. Nessuno di Tabou per esempio è mai venuto a chiedermi customs, perchè Fabien Vollenwaider è uno shaper eccezionale e molto attento e dedito ai suoi team rider ed alle loro necessità.
Moltissimi rider JP si facevano fare tavole da me, ora invece solo qualcuno e raramente qualche rider Starboard. Sempre meno però.
Sinceramente comunque sono più contento così, alla fine significa che tutti vogliono i miei shape e che io dedicherò esclusivamente a Quatro, racchiudendo tutti i vari feedback e piccoli trucchi e dettagli appresi nel tempo. Era bello lavorare con tutti questi rider diversi, in modo da avere una varietà di scenari e stili che mi obbligassero ad imparare sempre qualcosa di nuovo, ma penso che ora sia il momento di applicare il tutto solo sulle nostre tavole.
In caso, farò ancora anche delle altre tavole per altre rider ma gli costerà molto di più.

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Ok. Ho visto che avete una nuova macchina CNC qui alla Cannery!
Sì, sono riuscito a rimediarla tramite Dan Bolfing, che la utilizzava già nel settore windsurfistico, facendo tavole ICC qui a Maui, ancora 15 anni fa! L’ho conosciuto così e poi si è trasferito in California, aprendo così un’azienda di macchine CNC per l’industria automobilistica però, non per il windsurf. Circa 3 anni fa, Goya aveva sponsorizzato ed organizzato l’evento a Santa Cruz e l’ho rivisto lì. Dopo avergli parlato, gli ho spiegato che cosa avrei voluto fare con la mia particolare macchina CNC e così, dopo svariate conversazioni, ha progettato la macchina di cui avevo bisogno, combinando la sua conoscenza windsurfistica e meccanica in generale.

Quali vantaggi porta?
Sicuramente la rapidità ed anche la precisione assolutamente micrometrica, essendo gestita da un computer. Così facendo, inoltre, l’intero processo, partendo dall’ordine al taglio dello shape, risulta molto più veloce. Prima, invece, dovevo mandare il file a Matt Kinoshita, e lui faceva un ottimo lavoro, ma a volte ci metteva anche una settimana. Adesso è una questione di ore. Così poi è tutto più sulle tempistiche del surf da onda, in cui ci si mette molto meno a fare una tavola da zero, shapandola e mettendo già le resina entro sera stessa e dopo un paio di giorni esserci già in acqua a surfarci su.
Ora io lavoro di più, nel senso che prima mandavo un file e basta mentre ora devo realizzare il file, controllare la macchina ecc. Faccio più fatica però almeno riesco a capire da vicino come funziona la macchina e posso riutilizzarla anche per il surf e lo stand up paddle. Così facendo, addirittura, posso mandare i file direttamente in Cobra, facendole realizzare e poi volando sul posto per provarle e decidere quali mandare in produzione. Per il windsurf ho ancora bisogno di testarle qui direttamente.

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Vai spesso in Cobra?
In passato 1 o 2 volte ma da adesso andrò almeno 2 o 3 all’anno, per una settimana alla volta almeno. Ho una linea di tavole da surf da onda, che ad esempio gli mando per il taglio iniziale dei pani. Volo poi sul posto e le shapo direttamente, generalmente sulle 10/12 tavole, per poi farle ricoprire e costruire, mentre supervisiono il tutto.

Il livello dei vostri team rider è eccezionale, ed ogni anno migliora. Come pensi cambierà il waveriding nel futuro e che effetto avrà il tutto sul materiale? Come vedi il futuro, da rinomato visionario che sei?
Ottima domanda! Non penso di esser poi così visionario, riesco solo ad intuire in che direzione evolvano le cose. Non sono uno come Daniel Thompson, il creatore delle tavole Slate rettangolari. Lui è un vero visionario, cambiando lo sport e portando al surf da onda qualcosa di profondamente diverso e che solo in quel modo si può provare. Per il surf, il concetto Slate, funziona alla grande.
Penso di avere una buona intuizione a breve termine e tenere al mio lavoro, ma nulla in confronto. Più che altro eccello nel riuscire a migliorare sempre le mie idee, anche se poco alla volta, arrivando a livelli sempre migliori di qualità e funzionalità. Bisogna anche tener presente che non bisogna distaccarsi troppo altrimenti la gente potrebbe non capirti e poi è anche più facile sconfinare ed incappare in errori.
Anch’io, ovviamente, cerco di sperimentare a seconda di come mi sento. A volte provo e mi va bene, altre magari finisco per tornare indietro ed introdurre il cambiamento più gradualmente. La maggior parte delle volte, però, tendo a far piccole migliorie sulle tavole e shape che già conosco.

In generale cosa chiedono i rider?
Solitamente la richiesta principale è la massima velocità possibile, seguita dalla massima abilità di curvare. Alcuni maggiore compattezza per i trick aerei. Io personalmente cerco la formula che mi possa far avvicinare sempre più al surf da onda, stando sempre vicinissimo alla sezione critica. Questo è infatti il mio massimo piacere nel wavesailing, ed è questo che cerco di riproporre nelle mie tavole.

Qual è il tuo sogno professionale e nella vita?
Penso che il mio sogno professionale sia riuscire ad offrire un prodotto frutto delle mie conoscenze e che sia ottimale per la maggior parte di rider possibili, in modo che ne possano trarre lo stesso divertimento che provo io. Così facendo, poi, il marchio si espande ed il business cresce. L’obiettivo primario comunque è sempre la realizzazione di un prodotto di ottima qualità, che non sia troppo “strano” o segua solo la moda, ma che sia in continua evoluzione per avvicinare sempre più il mondo del wavesailing in windsurf a quello del surf da onda. Io adoro il surf da onda e voglio lavorarci sempre più, come shaper, per riuscire poi a riportare le nuove scoperta nel windsurf. Voglio continuare a surfare il più possibile, sia con che senza vela, per realizzare le tavole migliori che possa.

INTERVISTA 4Windsurf
FONTE 4Windsurf n° 168

Ciao a tutti, sono Fabio Calò (ITA-720), ho iniziato a fare windsurf all’età di 13 anni e da quel momento è diventata la mia più grande passione, poi la mia vita e il mio lavoro. Campione Italiano Wave nel 2013 e 2015. Vivo a Torbole sul Garda e respiro l’aria del windsurf 365 giorni all’anno.