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Alex Txikon conquista il Manaslu in pieno inverno

di - 12/01/2023

Txikon

Alex Txikon, alpinista basco e ambassador di Ferrino, ha realizzato il suo grande sogno: conquistare il Manaslu, senza l’utilizzo di bombole d’ossigeno, in inverno. La grande impresa si è realizzata lo scorso 6 gennaio insieme agli alpinisti nepalesi Tenjen Lama Sherpa, Pasang Nurbu Sherpa, Mingtemba Sherpa, Chhepal Sherpa, Pemba Tasi Sherpa e Gyalu Sherpa.

 

E’ la seconda volta che questa montagna viene raggiunta durante l’inverno gelido. La prima eè stata nel 1984 dal team di scalatori polacchi composto da Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski, che però avevano cominciato le operazioni sulla montagna a fine autunno. La cordata invece di Txikon è la prima ad averla realizzata completamente in inverno.

TXIKON_MANASLU

L’ascesa

Alex entra a fare parte della storia dell’alpinismo himalayano nel 2016, quando, in cordata con l’italiano Simone Moro e il pachistano Ali Sadpara, raggiunge per primo in inverno la vetta del Nanga Parbat. Dopo questo successo, tenta per ben due volte la salita al Manaslu, senza però raggiungere la vetta. Quest’anno invece, grazie al cambio di strategia, che ha consentito agli alpinisti di arrivare al Manaslu già acclimatati per l’altissima quota, pronti per sfruttare la prima occasione favorevole, ha compiuto una splendida missione.

Il campo base, ad una quota di 5000 mt, è stato allestito a fine dicembre. Guardando le previsioni meteo, si è scoperto che negli ultimi giorni dell’anno il vento sarebbe stato forte ma poi il tempo avrebbe cominciato a stabilizzarsi.

TXIKON_MANASLU

Era l’occasione che stavamo aspettando. Così il 4 gennaio, abbiamo preso il materiale necessario e siamo saliti direttamente al campo 2, a 6400 metri. Abbiamo fatto circa 1500 metri di dislivello e la salita è stata molto dura a causa del vento, del freddo e di tutto il peso che avevamo sulle spalle“. Racconta Alex.

Qui, Simone Moro, parte integrante del gruppo, ha dovuto rinunciare per problemi di salute, rientrando da solo al campo base. Gli altri scalatori hanno proseguito rapidamente, raggiungendo il 5 gennaio il C3, allestito poco sotto i 7000 metri.

Quando siamo arrivati al C3 abbiamo pensato alla strategia da seguire. Dovevamo decidere se riposarci oppure attaccare direttamente la vetta. Non era una decisione facile, perché era ormai molto tardi e a quelle quote, d’inverno, più tempo trascorri all’aperto di notte più corri il rischio di patire congelamenti. Però eravamo lì e le condizioni meteorologiche erano buone. Era la nostra opportunità e dovevamo approfittarne!“. Aggiunge Alex.

La conquista della vetta

E dopo neanche un’ora di riposo, alle 23, Txikon e i compagni nepalesi sono quindi ripartiti verso la vetta, che hanno raggiunto alle 9,30 del 6 gennaio:

È stata un’ascensione molto lunga, infinita! Quando abbiamo raggiunto il pinnacolo, a 7992 metri, prima della vetta principale, era già giorno. Abbiamo visto il luogo dove si fermano le spedizioni commerciali, ma, dalle foto analizzate prima della salita, sapevamo che la vera vetta era poco più in là, oltre una breve cresta. Il vertice del Manaslu è un posto molto stretto e non abbiamo potuto starci tutti assieme. Abbiamo salito e sceso la cresta uno alla volta, ma alla fine tutti gli scalatori del gruppo hanno raggiunto la cima. In seguito, abbiamo iniziato a scendere, il che è stato, senza dubbio, la parte più difficile della sfida. Alle 18 siamo arrivati tutti al campo base: devastati!“.

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In un tempo record per la scalata su un 8.000 compiuta in inverno, meno di 60 ore, Txikon e compagni hanno completato l’ascensione e la discesa. Alex racconta le enormi difficoltà affrontate:

“È stata una delle esperienze più dure e pericolose della mia carriera professionistica e ci ha richiesto una forza fisica e mentale incredibile. Soprattutto nella prima parte la montagna era in condizioni peggiori di quanto pensassi. Le temperature sono scese fino a -45º, e le raffiche di vento hanno raggiunto i 50 km orari. È difficile per le persone farsi un’idea di cosa siano queste condizioni: anche l’acqua delle borracce che portavamo tra il petto e la tuta di piumino gelava, una cosa che non mi era mai accaduta prima!”.

Non mancano inoltre gli elogi alla pionieristica spedizione polacca del 1984:

Hanno avuto un merito enorme. Massimo rispetto per quegli scalatori! Anche se hanno cominciato la spedizione in autunno, mentre la nostra è stata realizzata interamente in inverno, è chiaro che noi disponevamo di attrezzature e informazioni che loro non potevano avere“.

Il grande sostegno di Ferrino

Ferrino, in questa epica impresa, ha accompagnato passo dopo passo Alex Txikon e compagni mettendo a disposizione le tende modello Colle Sud, utilizzate al campo base, e le tende d’alta quota Sbowbound 3 per i campi alti.

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Due prodotti di punta della linea Ferrino HighLab che, grazie ad un lavoro di costante ricerca, test e sviluppo, garantisce un continuo miglioramento delle attrezzature, ottimizzando le loro altissime prestazioni anche nelle condizioni dell’Himalaya in inverno, con venti fortissimi, nevicate intense e temperature di parecchi gradi sotto lo zero, come dimostrano le immagini dell’impresa di Alex.

Per quanto riguarda invece gli zaini, Alex ha utilizzato la linea Instinct, ultraleggeri e costruiti in Dyneema® Composite Fabric, Cordura® Nylon e rinforzi in SuperFabric® per garantire un rapporto ottimale tra resistenza e leggerezza. Essenziali in ogni loro parte ma completi di ogni tipo di dotazione per l’alpinismo, sono dei veri all-around per la montagna.

 

Commenta Anna Ferrino, CEO di FerrinoSiamo davvero orgogliosi di aver dato il nostro contributo a questa importante ascensione, che vede protagonista il nostro ambassador Alex Txikon. Uno scalatore che ha dimostrato una volta di più di avere il talento e l’audacia dei grandi protagonisti della storia dell’alpinismo, immaginando avventure ancora capaci di far sognare e realizzandole nel rispetto degli standard tecnici e dello stile leggero e pulito che caratterizzano la frontiera di questa disciplina “.

Camilla cresce a Torino dove si laurea in giurisprudenza, frequenta un master in Sport e Business management, ma capisce ben presto che la sua strada la porta in montagna. Dopo anni di Sci club, diventa maestra ed allenatrice di sci alpino e comincia a frequentare sempre di più le montagne che oggi sono casa. Sci alpinismo, alpinismo, trail running ed arrampicata sono le attività in cui spende ogni singola energia e, grazie alle quali, l’ha portata a scrivere ed a collaborare con le diverse aziende del settore outdoor.