Pubblicità

Challenger Sails 2015, progetti e tendenze future

di - 23/05/2014

Claudio Badiali, proprietario e sail designer di Challenger Sails, ci racconta qualche cosa sulle sue vele della linea 2015 e sui progetti e tendenze future del Windsurf!

OLYMPUS DIGITAL CAMERAClaudio Badiali al lavoro in veleria a Senigalia

Ciao Claudio, come sempre ogni volta che ti vengo a trovare vedo che sei sempre impegnato a sfornare prototipi e nuove idee, no stop research & development! Come avviene quindi il processo di sviluppo di una vela da windsurf? Si parte da dati già in possesso? O in altri casi si fa tutto da nuovo?
Il processo di sviluppo varia a seconda dei casi, ad esempio se parliamo di un prodotto che già esiste come può essere la K.Onda o l’aero per lo slalom è logico che si parte da idee che, secondo me, servono per migliorarle quindi vado a modificare i file per portare la vela a quello che ritengo un’evoluzione che poi verrà verificata nei test in acqua.
Invece se si tratta di qualcosa di totalmente nuovo come è avvenuto per le 3g è come se fossi davanti ad una tela bianca.
Basandomi sulla mia esperienza  personale incomincio a mettere giù idee che possono far si che una cosa totalmente nuova funzioni.
Per cui sono 2 processi totalmente diversi, in un caso parliamo di sviluppo e ricerca in miglioramento con modifiche più o meno sostanziali nel secondo caso si parla di creare qualcosa dal nulla ed affidarsi solamente alla propria esperienza ed intuizioni.

Nel piccolo mondo del windsurf le ultime novità in fatto di wave sono state le tavole multipinna introdotte da Kauli e da Quatro, mentre per le vele si è dovuto aspettare l’intuizione tutta italiana. Ormai tutte le case costruttrici ci si stanno buttando, ma puoi raccontarci come è nata e sviluppata la 3G? Dalla intuizione di Fede Radi alla conferma di Dany Bruch! Mi dicevi che ci sono voluti diversi anni per collaudare la vela e renderla stabile con il ventine…
La 3G è stata una sfida, e come ogni sfida è stata eccitante  nel se senso che per me che faccio questo mestiere da quasi 40 anni si è presentata l’occasione di ridiscutere le mie certezze i miei limiti e le mie idee, uscire fuori dalla normale routine e pensare ad un prodotto nuovo, ma non nuovo nella quantità di stecche chiariamoci, ma nuovo nella capacità di funzionare alla perfezione in un range molto ampio di condizioni wave con le sole 3 stecche!
Circa 4 anni fa Federico Radiccioni tornando dall’Australia mi spiazzò dicendomi: “Claudio diamo una scossa al mondio del windsurf, facciamo una vela a 3 stecche, un prodotto totalmente nuovo con delle caratteristiche uniche e ineguagliabili dalle altre tipologie già presenti!”.
La mia reazione fu quella di dargli del pazzo… che ci mettiamo a fare delle vele giocattolo da scuola, non si può fare una 3 stecche seria!
Però il seme della sfida era già stato gettato e stava maturando nella mia testa, così ragionando, visto che già utilizzavo da tempo s_shape per stabilizzare il profilo un punto di partenza lo avevo.
Dovete sapere che lo scoglio principale da superare era mantenere la stabilità del profilo, cioè redere la vela stabile con il vento forte e in soprainvelatura.
Il passo successivo,  vedendo il lavoro di altri velai, devo ammettere, è stato quello di inserire delle bande strutturali che partivano dal punto di scotta fino alle stecche.
Questo è stato un altro tassello per stabillizzare il profilo, poi mi serviva una vela che funzionasse con poco profilo in manovra e che lo avesse profondo e potente in altri momenti della navigazione. Un profilo dinamico e da li l’intuizione del mast pannel in dacron che, grazie alla piega al centro, rende il profilo piatto e magro e quando la piega si stende sotto la pressione del vento rende la vela potente e reattiva.
Mescolando questi accorgimenti ed aggiungendo altre cose che rimangono e rimarranno segrete e che ci differenziano dagli altri e permettono alla  vela di funzionare alla perfezione in un range di vento veramente ampio, abbiamo messo giù i primi proto.
Il feedbeck è stato subito positivo e già dai primi test in Australia  Federico ne era entusiata, la vela funzionava egregiamente, dopo altre modifiche siamo arrivati al 2011 con una vela definitiva ed ho incominciato a vendere le prime custom. Ogni cliente mi telefonava per dirmi quanto si fosse trovato bene con la vela! Avevamo fatto centro!
Così nel 2012 siamo andati in produzione diventando e lo dico con orgoglio un punto di riferimento in questa tipologia.
Basta vedere che ormai tutte le velerie  si stanno adeguando al concetto 3 stecche, anche se, da come ho potuto vedere, con difficoltà e limiti.
La conferma definitiva della bontà del progetto è arrivata grazie a Daniel Bruch.
Arrivato in veleria grazie a Valter Scotto, Daniel ha espresso subito la volontà di fare una sua vela, cosi siamo partiti con alcuni proto 4 stecche e gli ho dato il nostro intero range 5-4-3 stecche da provare.
In realtà la 3G neanche la voleva,  non credeva andasse bene per rider pesanti e solo per mia insistenza si è portato via alcune misure qualcuna addirittura della prima serie.
Dopo un mese mi richiama e mi dice: “Claudio ho deciso che vela fare, facciamo la 3 stecche (mentre all’inizio eravamo partiti con una DB series a 4 stecche). Dopo averla provata sono rimasto esterefatto e voglio portare avanti il progetto! Non ho mai avuto una vela così potente e allo stesso tempo così stabile!”. È rimasto talmente contento e fiducioso del prodotto che ha deciso di portarlo direttamente alla Red Bull Storm Chase dove ha meso alla frusta la vela con vento  da 60 nodi ed onde gigantesche!

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Che lavoro state facendo con Daniel? So che ci saranno grosse novità sulle “misure grandi”?
Si con Daniel c’è stato subito feeling, è una persona moto attenta ai particolari e metodica, cosi abbiamo iniziato a lavorare sulla 3G e per il 2015 ci sarà una versione  D.B. tutta rossa. È stata ampliata la gamma, con un lavoro capillare,  e testate a dovere tutte le misure dalla 3,3 alla 5 concluso con uno shooting alle Hawaii qualche mese fa, a dimostrazione che la vela eccelle anche in condizioni down the line oltre che nel onshore.
Ora ci siamo concentrati sulle misure “grandi” 5,3 5,8 dove si presenta o si presentava il vero limite di questo concetto in quanto la distanza tra le stecche è tropo grande, quindi con Daniel stiamo decidendo che strada prendere, che sia esclusivamente funzionale e slegata al fattore fashion  marketing e moda (giusto per dire siamo i primi con 3 stecche nelle misure grandi). I lprodotto dovrà funzionare al 100% e ripeto come sempre a me piace fare senza tener conto di mode o di marketing

E le altre vele 4Pro e K.Onda? Ultimamente mi è capitato di vedere diversi proto qui in veleria delle altre altre 2 vele wave. Federico e Valter non si fermano mai!
Ovviamente in Challenger non ci dedichiamo solo alla3G, si porta avanti tutto il reparto flatwater e tutto il reparto freestyle wave.
Con la K.Onda 2015 siamo già pronti grazie ai continui feedback di Valter, una vera macchina d’esperienza e classe. Le modifiche ai proto sono state testate ed approvate dallo Scotto nazionale, veramente contento ed orgoglioso del lavoro fatto in tutti questi anni.
Per la 4Pro stiamo ultimando le vele definitive e dopo un inverno passato in Australia a testare i vari proto che gli spedivo, Federadi rientra in italia a giorni e con altri freestyler darà, se non emergono problemi dell’ultimo minuto, il via libera alla produzione in serie per poi ritornare in Australia e riprendere il lavoro di r&d di cui parlavamo prima per il 2016.

Come ti rapporti con il feed back degli atleti, immagino che lo sviluppo di una vela sia un lavoro di squadra come una macchina o moto da corsa?
Il feedback degli atleti è importantissimo per il corretto sviluppo di una vela, ma è importante anche quello del surfista amatoriale, che a volte in modo a lui inconsapevole con domande o perplessità che riporta in veleria mi aiuta a migliorare il prodotto.
Gli atleti a volte per definizione tengono conto solo delle performance dalla vela mentre il feedback del surfista amatoriale del Garda, di Portonovo  o di Senigalia tanto per fare un esempio ti fa capire dove migliorare magari i piccoli dettagli sia dal punto di vista dei tessuti, dei paracolpi dei rinforzi etc…

6Claudio Badiali con Federico Radicioni

Parlando invece della parte estetica come procede il lavoro?
Negli ultimi anni ci siamo rivolti a Raffaello Saracini un architetto italo-greco con una grande qualità lavorativa e oltretutto un ottimo surfista! Con lui si sta portando avanti un lavoro che porti ad avere una continuità grafica in tutte le linee.
Prima avevamo ogni linea a se dalla konda alla freeg alla slalom le vele erano scorporate e non avevano continuità ma una grafica a se.
Con Raffaello abbiamo cambiato marcia e ora c’è continuità nell’aspetto grafico in tutte le linee, con dei risultati decisamente appezzabili che stanno migliorando di anno in anno… per il 2015 ci saranno molte sorprese. Siamo veramente soddisfatti del lavoro svolto.

Parliamo di slalom, la vera formula 1 del windsurf, dove il millimetro fa la differenza! Dopo i grandi successi internazionali, quest’anno su cosa state lavorando e in che direzione vuoi portare l’Aero?
La vela slalom è per antonomasia il prodotto dove emergono le doti del velaio, in quanto una buona vela wave può essere progettata anche da chi ha meno esperienza, una slalom invece richiede conoscenza accurata dei programmi e soprattutto esperienza e conoscenza aereodinamica della vela. Mentre nelle wave a volte il grasso viene dato solo sul giro d’albero nelle slalom questo non è possibile per via dei camber che determinano punti fissi quindi il grasso che genera il profilo alare e l’apertura della balumina devono essere progettate sulla vela  e non derivare da un eccedenza di tessuto, tutto deve essere studiato al decimo di millimetro.
Per cui avere delle vele che hanno dimostrato, sia come velaio Challenger che velai o Point-7, di essere  tra le più veloci e performanti a livello mondiale sui campi di regata PWA è motivo di soddisfazione e di orgoglio perchè capisci che hai lavorato bene e che sai fare il tuo mestiere, per cui lavorare sulle slalom è una sfida importante e stimolante.
Quest’anno, anche  dopo la fine della collaborazione con P7, sto mettendo il 110% di concentrazione sul nostro prodotto, per migliorarlo, tanto è vero che sto dedicando tantissimo del mio tempo sullo slalom con mesi di anticipo. Normalmente lo sviluppo di queste vele avviene tra marzo e fine ottobre, questa stagione ho iniziato a fine novembre quindi con circa 4 mesi di anticipo, tanto è vero che Andrea Baldini è già stato spesso in Francia per testare le misure piccole.

4

Ho visto la nuova vela alare in forma definitiva. Un grande rivoluzione nel windsurf è ora all’anno 0! State partendo finalmente dopo, non so quante, centinaia di proto? Un lavoro incredibile per un sistema rivoluzionario che dice addio ai camber e alza il livello delle prestazioni, raccontaci…
La vela alare che prenderà il nome di Soft Wing Sail, è finalmente arrivata al suo anno 0. È stato un parto molto lungo vista la complessità del progetto e soprattutto visto che non avevamo punti di partenza ci siamo dovuti inventare tutto! Siamo partiti circa 6 anni fa dopo aver conosciuto chi ha inventato il brevetto Dino Petretto, con cui abbiamo iniziato una serie di prototipi, a cui si è aggiunto poi Giulio Iviani che è un esperto di computer e progettazione 3d e Roberto da Costa come tester.
Roberto, unico sviluppatore del progetto Soft Wing, aggiunge: “Stiamo lavorando molto anche ai progetti delle vele da slalom, formula e speed, presto usciranno interessanti news!”.
In questi anni abbiamo realizzato circa 300 prototipi con un investimento di denaro, energie e tempo notevole con tantissime ore di test in acqua.
Da quest’anno CHS è entrata socia e partner con i 2 detentori del brevetto e nel giro di un anno siamo riusciti a chiudere il cerchio e  a far decollare, nel vero senso della parola, la vela come dimostrato dai test, e nel giro di qualche mese partiremo con la produzione di serie.
Una vela semplice, facile da gestire, divertente che si arma in un minuto, una freeride ma con delle prestazioni di accelerazione e  velocità vicine allo slalom in sole 3 misure 6-7-8 con un range incredibile.
Il range è una delle particolarità di questa vela e del suo profilo, ad esempio una 6 tiene come una 5,5 e ed ha una potenza di una 7 e la 8 va da 7,5 a quasi 9 per cui con tre vele si copre un range di vento che con le tradizionali si va dalla 5,5 alla 9.
È una vela leggerissima che sia tecnicamente che costruttivamente non ha nulla da invidiare alle tradizionali slalom, anzi ha in più la particolarità di avere la tasca (una volta chiusa) stagna, per cui la vela galleggia ed è facilissimo farla partire dall’acqua.
Anche in questo caso siamo riusciti a tirare fuori un prodotto unico e d eccezionale partendo da un idea iniziale che poco si sposava per motivi tecnici costruttivi al mondo del windsurf.

Capitolo Handcrafed, o custom. Produci molte vele qui a Senigallia con un elevato standard qualitativo 100%made in italy, spiegaci chi è che richiede questo tipo di vele e le differenze dalle vele di serie?
Il reparto handcrafted o custom è il valore aggiunto della veleria, non esistono aziende che vantano sia ottime vele di produzione di serie  che la possibilità di costruire una vela custom per i propri clienti con le stesse specifiche o con altre personalizzate.
Qualcuno potrà chiedere: ma se la vela di serie è ottima perchè volerne una versione custom?
La risposta è molto semplice, la versione custom ha una precisione ed una cura nell’assemblaggio che la serie non potrà mai avere.
Vengono tagliate al plotter con precisione al centesimo di millimetro ed assemblate, cucite e seguite in tutte la fasi  da me qui in veleria a Senigallia, con una cura estrema, che ovviamente va ad incidere sulle prestazioni finali della vela.
Di solito chi cerca un prodotto del genere vuole anche personalizzare i materiali in base all’utilizzo ed al livello che ha, può volere una vela leggerissima con rinforzi minimi perchè cerca prestazioni al top ed esce solo in acqua piatta, e chi invece cerca un carro armato a prova dei più temutissimi reef, oppure puntare al top di leggerezza ma con la massima resistenza.
Inoltre con una custom si ha sempre il modello più evoluto, ovviamente già testato, ad esempio chi prende una custom oggi ha già uno sviluppo del prodotto (sto parlando di wave e freestyle)  che nelle serie arriverà nel 2016 visto che le 2015 sono già definite e stiamo già provando alcuni proto per il 2016.

2

Ultima domanda, se vuoi filosofica, in italia si tende ad essere un po “esterofili” cioè amanti del prodotto estero, e denigrando il brand italiano. Eppure l’Italia vanta una innovazione e competenza ai vertici mondiali, ed il mondo del windsurf non è da meno, tavole, vele, boma e alberi italiani non hanno nulla da invidiare a prodotti americani o francesi ecc. Come ti spieghi questo?
Qui con me sfondi una porta aperta, sembra che il nostro difetto sia quello di essere italiani! Mentre dovrebbe essere motivo di vanto. Mettendo l’attenzione nel mondo del windsurf l’Italia vanta eccellenze di prim’ordine.
Ci sono almeno 3 aziende al top mondiale che fanno boma, il 90% degli alberi di alta qualità sono fatti in italia, le pinne migliori sono frutto dell’inventiva  italiana, abbiamo shaper di tavole a livello mondiale che vincono coppe del mondo e anche nelle vele non siamo di certo inferiori a nessuno, lo dico con successi alla mano!
Però il surfista è maggiormente attratto da prodotti di marchio estero ed esotico e magari denigra il prodotto italiano che invece fa scuola.
Bisognerebbe recuperare un po’ di sano patriottismo come accade in Francia, Germania e USA, dove vedono il loro prodotto al top, in questo modo, sicuramente, si da una mano anche al nostro paese in un momento così difficile e di sicuro si hanno prodotti ottimi ed in qualche caso si spende anche meno!

INTERVISTA DI Nicola Cecchini, WindsurfCenterMarotta

 

 

 

 

 

Ciao a tutti, sono Fabio Calò (ITA-720), ho iniziato a fare windsurf all’età di 13 anni e da quel momento è diventata la mia più grande passione, poi la mia vita e il mio lavoro. Campione Italiano Wave nel 2013 e 2015. Vivo a Torbole sul Garda e respiro l’aria del windsurf 365 giorni all’anno.