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Cheromei, fino al 38° km era un capolavoro…

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Cheromei, fino al 38° km era un capolavoro…

La stagione delle grandi maratone primaverili europee si è chiusa a Praga con una prova dagli alti contenuti tecnici, anche se non sono arrivati nuovi record della manifestazione. Se dal punto di vista cronometrico ha maggior valore il 2h06’25” del vincitore Deressa Chimsa, è stata la gara femminile a coinvolgere maggiormente dal punto di vista agonistico con alcune delle grandi escluse dalla nazionale olimpica che si sono confrontate a viso aperto. La partenza è stata fulminante con un passaggio ai 10 km in 32’47”, sul piede di 2h18’ e la 34enne Lidya Cheromei , detentrice della miglior prestazione nella capitale ceka, sembrava pronta alla grande impresa. A inseguirla le connazionali Agnes Kiprop, intenzionata a cancellare il recente ritiro di Boston, e Filomena Chepchirchir. . Il passaggio a metà gara della Cheromei era impressionante, 1h09’22” e sembrava sempre più possibile l’ìmpresa di essere la settima donna (e la quarta kenyana…) a scendere sotto le 2h20’ quest’anno. Un minuto il ritardo della Kiprop, un distacco che aumentava al 30° km. La grande impresa aveva però un epilogo tanto negativo quanto drammatico, con la Cheromei costretta improvvisamente al ritiro al 38° km per problemi a una gamba. Strada spianata quindi per la Kiprop, prima in 2h25’40” con 2’10” sulla Chepchirchir e terza l’etiope Mesiret Debele al personale in 2h27’15”; quarta una vecchia conoscenza italiana, l’algerina Ait Souat Salem in 2h27’21” davanti all’etiope di stanza negli Usa Misiker Mekonnin in 2h29’46”. Nella prova maschile Deressa Chimsa, già protagonista in gennaio a Dubai con 2h05’39” ha confermato tutto il suo talento, inaspettato per un corridore piuttosto muscoloso per essere un maratoneta, dominando la gara in 2h06’25” mettendo d’accordo tutta la folta pattuglia di kenyani, ben cinque alle sue spalle, con secondo Stephen Tum al proprio personale in 2h07’16” e terzo il debuttante Philemon Limo in 2h09’25”.