Della Straneo il record più bello della domenica
La straordinaria domenica della maratona con ben cinque prove targate Iaaf ha offerto tutto il suo meglio a Rotterdam e non possiamo che gioire per questo perché grande protagonista della classica olandese è stata Valeria Straneo. La piemontese non solo ha confermato le ottime impressioni destate nelle sue ultime uscite, non solo ha guadagnato la qualificazione olimpica, ma addirittura ha colto il nuovo record italiano sui 42,195 km, un primato vecchio di 12 anni e che apparteneva a Maura Viceconte. 2h23’44” è lo straordinario riscontro cronometrico della portacolori del Runner Team, che le è valso la seconda piazza nella gara, un risultato ingigantito dalla prestazione della vincitrice, l’etiope Tiki Gelana capace addirittura di correre in 2h18’58”. Alle spalle della Straneo un’altra accreditatissima etiope, Merima Hasen in 2h25’48”. La Straneo, 36 anni appena compiuti si è migliorata di quasi 3 minuti dal già eccezionale tempo dello scorso anno a Berlino. Si complica ancor di più la scelta delle tre atlete per Londra: ora è teoricamente esclusa Nadia Ejjafini che domenica giocherà le sue carte a Londra. Tornando alla gara di Rotterdam, esito a sorpresa nella prova maschile dove gli etiopi Yemane Adhane e Getu Feleke hanno dato scacco matto al favoritissimo Moses Mosop, ma su ritmi vertiginosi. Adhane si è aggiudicato la gara con una volata lunga chiudendo in 2h04’47” con 3 secondi su Feleke, terzo Mosop in un comunque probante 2h05’02”.
Spostiamoci a Parigi dove il forte vento in alcuni tratti contrario non ha impedito il miglioramento dei due record della corsa. La gara maschile è stata velocissima sin dall’inizio con passaggio alla mezza in 1h01’51”, ben sotto la tabella record, per 8 corridori. Lungo la Senna, dopo il 25° km, il pacemaker Philemon Limo ha ulteriormente allungato il gruppo. Al 28° km ha chiuso il suo compito e lì è scattato Stanley Biwott, reduce dalla vittoria nella mezza parigina un mese fa, che si è portato dietro gli etiopi Raji Assefa e il debuttante Sisay Jisa. Troppo forte però il ritmo di Biwott che ben presto si è trovato solo, senza che però questo lo rallentasse, fino al tempo finale di 2h05’11”, alle sue spalle Assefa in 2h06’23” e Jisa in 2h06’26”, personale per entrambi. Prestazione tecnicamente di pari livello fra le donne per l’etiope Tirfi Beyene, che dopo una partenza relativamente lenta si è portata via tre compagne d’avventura fra cui la turca Sultan Haydar, campionessa europea junior nel 2008 sui 1500 metri che aveva un personale di 2h35’06” e che è stata la rivelazione della corsa. La Beyene è andata accelerando progressivamente con una seconda parte più veloce della prima per andare a chiudere in 2h21’39”, oltre un minuto meglio del suo personale, ponendo la sua candidatura per un posto a Londra 2012 (ma anche per gli etiopi la scelta sarà difficilissima), dietro splendido 2h25’07” della Haydar, record nazionale, poi l’altra etiope Makda Harun in 2h26’46”. A Parigi c’era anche un italiano di spicco, il campione nazionale dei 10000 Domenico Ricatti, ma un problema a un polpaccio lo ha fermato al 20° km.
A Vienna l’attenzione maggiore era per la sfida fra l’etiope Haile Gebrselassie e la britannica Paula Radcliffe sulla mezza maratona: la primatista mondiale è partita con 7’52” di vantaggio, ma la caccia di Gebre è stata abbastanza breve, con riaggancio al km 15,3. Gebre ha chiuso la mezza in 1h00’52”, la Radcliffe, sofferente per i postumi di una bronchite, in 1h12’03”. Per quanto riguarda la maratona, anche qui è caduto il record maschile della manifestazione per merito del kenyano Henry Sugut, vincitore in 2h06’58” bissando la vittoria del 2010, davanti ai connazionali Gilbert Yegon in 2h07’38” e il campione uscente John Kiprotich in 2h07’44”. Nella gara femminile successo dell’etiope Fade Tola che ha fatto fermare i cronometri sul tempo di 2h26’39”, davanti alla russa Olga Glok (2h27’18”) e alla namibiana Helalia Johannes (2h27’20”).
Poteva Brighton essere da meno e non far cadere i propri record? Certamente no, ma nella città inglese i ritmi sono stati ben diversi. Qui la vittoria e il nuovo primato della corsa sono appannaggio del kenyano Peter Some che ha chiuso in 2h12’01” davanti al connazionale Dominic Pius Ondoro che in 2h12’10” si è migliorato di oltre 2 minuti, terzo l’oro dei Commonwealth Games John Kelai in 2h12’43”. Muro delle 2h30’ abbattuto anche per la prova britannica grazie alla bielorussa Svetlana Kouhan vincitrice in 2h29’36” con un progresso personale di oltre 5 minuti, alle sue spalle la kenyana Chepkirui in 2h33’55” e la britannica Holly Rush in 2h41’22”.
Si correva anche a Nagano (Jpn) dove la maratona è tornata dopo un anno di sosta. Ancora Kenya sugli scudi grazie a Francis Kibiwott con 2h09’05”, naturalmente record della corsa, precedendo i connazionali Silas Sang a 5 secondi e Moses Kangogo a 1’48”, buono il quarto posto del russo Alexey Sokolov in 2h10’59” che potrebbe valergli la selezione olimpica. Fra le donne vittoria della kenyana Pauline Wangui in 2h34’22”, con lei sul podio l’etiope Belaynesh Zemendkun (2h35’19”) e la kenyana Rose Nyangacha (2h36’18”).
Gabriele Gentili