Lo “sport” del surf prenderà parte ai Giochi Olimpici di Tokyo del 2020, in Giappone
Per la prima volta nella storia del surf i surfisti si sfideranno per la medaglia d’oro, argento e bronzo alle Olimpiadi estive. Questa svolta storica nel surfing decisione è stata annunciata dal Comitato Olimpico Internazionale (IOC) poche ore fa: il 28 settembre 2015 entra dunque nella lunga lista delle date fondamentali che hanno segnato la storia del surf da onda nel Mondo (vuoi rivedere tutte le date principali? CLICCA QUI).
Secondo gli ultimi aggiornamenti non è ancora sicuro al 100 % che il surf da onda venga incluso tra gli sport ufficiali praticati, però con la notizia di oggi entra ufficialmente nella lista degli sport proposti insieme ad altre quattro discipline elencate di seguito, che nel complesso copriranno 18 eventi:
Per maggiori informazioni leggi l’articolo originale dal sito Tokyo2020 cliccando qui. La conferma ufficiale arriverà nell’agosto 2016 durante il 129-esmo IOC a Rio.
Il dibattito su questo tema è sempre stato lungo e articolato, centrato tutto sul quesito “Il surf dovrebbe essere incluso nel movimento olimpico?“. I puristi di questo sport hanno spesso mostrato antipatia verso tale idea, mentre i progressisti l’hanno fin da subito abbracciata e sostenuta.
Il vero vincitore di questa lunga battaglia per riconoscere uno sport importante come il nostro resta tuttavia Fernando Aguerre, presidente della International Surfing Association (ISA), il quale si batte per l’inclusione del surf alle Olimpiadi da oltre un decennio.
Le sue argomentazioni sono valide e condivisibili: “Il surf è uno sport globale, più popolare e ampiamente praticato di molti altri sport olimpici già presenti. Il surf viene praticato in ogni angolo del mondo, in oltre cento paesi. Al momento il numero di surfisti supera i 35 milioni in tutto il mondo ed è in continua espansione!” – queste le parole di Aguerre – “I surfisti sono una forte e positiva influenza sui giovani di tutto il mondo, sono una parte molto rilevante della cultura giovanile e sono fonte d’ispirazione per tante persone, nel rispetto dei valori olimpici“.
Il surf park, da sempre sostenuto da Aguerre, starebbe alla base di una perfetta riuscita dei surf contest durante le OlimpiadiAguerre ha sempre sostenuto le tecnologie delle onde artificiali come percorso naturale verso i Giochi Olimpici. Il boss ISA ritiene che le surf-pool “forniranno l’opportunità d’integrazione dei diversi gruppi socio-economici, etnici, religiosi e di età differenti attraverso il mezzo delle olimpiadi”. Alla fine delle sue dichiarazioni Aguerre ha anche lanciato un messaggio ai puristi del surf: “Non credo che lo spirito del surf imponga che esso sia uno sport d’elite riservato ai pochi fortunati che vivono vicino alla costa affacciata sull’oceano”.
Il cammino verso le Olimpiadi è stato lungo e tortuoso: l’avventura iniziò nel lontano 1992, quando l’ex presidente ISA Jacques Hele diede inizio alle attività di richiesta per l’inclusione del surf nei giochi olimpici internazionali.
Negl’ultimi 20 anni i surfisti hanno perso cinque occasioni di presenziare alle olimpiadi: Sydney, Atene, Pechino, Londra e Brasile, facendo nascere numerosi dubbi sulla possibilità del surf di influenzare la sensibilità del Comitato Olimpico Internazionale, ma poi è arrivata la svolta tanto attesa. Aguerre non è certo il solo nel festeggiare tale risultato importantissimo: Kelly Slater, Gerry Lopez, Mick Fanning, Hank Gaskell, Taylor Knox e Gabriel Medina sono solo alcuni dei nomi che hanno sostenuto questo il sogno…sogno che ora è divenuto realtà.
Fonti:
surfertoday.com
www.isasurf.org
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