Pubblicità

ESCLUSIVA: Andrea Lalli e i sogni per New York

di - 23/10/2015

Stefano La Rosa ad Amsterdam ha lanciato il guanto di sfida, Andrea Lalli lo raccoglie ed è pronto a rispondere a New York, in una maratona certamente non semplice e non velocissima come quella olandese, ma con un prestigio assoluto. La caccia alla terza maglia per la maratona di Rio 2016 è aperta, avere al via tre azzurri sarebbe un risultato notevole per un movimento che finalmente si è smosso da quella crisi che lo aveva avvolto dopo il ritiro di Baldini e della sua eccezionale generazione di campioni.

Una foto beneaugurante: la vittoria di Andrea Lalli al Campionato Italiano di Mezza Maratona 2015 (foto organizzatori) Una foto beneaugurante: la vittoria di Andrea Lalli al Campionato Italiano di Mezza Maratona 2015 (foto organizzatori)

Le prime uscite di Andrea Lalli in maratona non sono state così fortunate, ma hanno accresciuto la sua voglia di riscatto ed anche la sua esperienza, non dimentichiamoci poi il suo fondamentale lavoro durante la fase centrale della gara degli Europei di Zurigo, che diede un grande contributo alla vittoria di Daniele Meucci. Il molisano, in esclusiva per 4actionmedia.it/running ha aperto il portafoglio delle sue aspettative e delle sue speranze in vista di una gara che è già vista come il crocevia di una carriera.

Che cosa ti aspetti dalla maratona americana, in termini di tempo, di piazzamento, soprattutto di sensazioni?
Dalla maratona di New York non mi aspetto nulla, anche perché se avessi pensato al cronometro sicuramente non sarei andato lì. Voglio solo riuscire a gestire bene la gara che non è affatto semplice. Sono l’ultimo arrivato, quindi non ho nulla da perdere, ma solo da imparare.

Il fatto che alla maratona sarà presente anche Meucci ti toglie un po’ di pressione addosso e può rappresentare un vantaggio?
Sicuramente Meucci ha ottenuto finora risultati migliori dei miei quindi perché no, potrebbe essere un punto di riferimento. Sicuramente sapere che non sono l’unico italiano in mezzo a tutti africani, mi dà più coraggio.

Delle precedenti esperienze sui 42,195 km che cosa ti è rimasto e quale giudichi la più positiva?
Le altre maratone mi hanno insegnato che ho ancora tanto da imparare su questa specialità. Ho commesso troppi errori, ma l’esperienza serve proprio a questo su gare così lunghe. Sicuramente i più bei ricordi li ho di Torino dove comunque sono riuscito a migliorare pur con un misero 2h12’48” che non è nulla, ma sempre una soddisfazione per aver portato a termine una maratona col PB.

Sei inserito tra i preselezionati per gli Europei di cross: in questa fase della tua carriera la corsa campestre che funzione può avere?
Sono sempre stato dell’idea che correre la maratona non ti fa perdere quelle caratteristiche che si avevano in passato… ovviamente il cross per correrlo forte va pur sempre preparato e finalizzato e ovviamente se vestirò la maglia azzurra agli Europei farò del mio meglio per non far sfigurare la nostra nazione. Il cross è una buona palestra per tutte le specialità, sia mezzofondo che fondo.

Rio 2016: è più probabile arrivarci tramite la maratona o la pista?
Per me al momento è difficile in tutte e due le specialità. Sicuramente nella maratona il minimo è più fattibile rispetto alla pista dove i tempi sono sempre più difficile da fare.

Gabriele Gentili