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Fanatic Stubby TE, 77 e 88 lt

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Klaas Voget, Fanatic R&D Manager, ci parla del nuovo progetto “Stubby” di Fanatic. Abbiamo intercettato Klaas ad ottobre 2014 incuriositi da alcune voci che ci erano giunti sul fatto che anche Fanatic stesse testando un nuovo concetto di tavole wave. Parte di questa intervista, con le prime foto inedite, avete già avuto modo di leggerla sul numero di 4Windsurf di novembre (edizione invernale) dove vi abbiamo presentato in anteprima lo Stubby di Fanatic. In occasione oggi del suo lancio ufficiale vi proponiamo l’intervista integrale e le foto di evoluzione del progetto. Ecco quello che Klaas ci aveva svelato qualche mese fa!

Stubby_arthur_lighthouse-9951Arthur Arutkin con il nuovo Stubby di Fanatic (gennaio 2015)

Stubby_Alessio_HenningNockel_5HN6795Alessio Stillrich testa lo Stubby in Sudafrica (gennaio 2015)

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Fanatic Stubby Teaser from Fanatic International on Vimeo.

 

Ciao Klaas, qual è il principio alla base di questo nuovo modello e come ti è venuta in mente l’idea di una tavola del genere?
Guardando la tavola, è palese che l’idea derivi dal surf da onda. Ultimamente stanno sperimentando un sacco, specialmente col concetto di rails più paralleli, con alcuni modelli molto popolari tra cui le Vanguard della Firewire.
Io e Sebastian Wenzel stavamo tenendo d’occhio questi nuovi concept da un bel po’ di tempo, ma il primo input ci è arrivato dal gruppo Boards & More.
Mentre ero a Cape Town lo scorso gennaio 2014, stavo parlando con il team di R&D della North Kiteboarding, ed i ragazzi mi hanno fatto vedere alcune foto dei loro ultimi prototipi, spiegandomi un po’ le sensazioni. La loro eccitazione mi ha dato la spinta di cui avevo bisogno per creare la prima tavola da Windsurf. La poppa e prua molto larghe garantiscono un’ottima stabilità alla tavola, sia in planata, che non. I rails più dritti invece garantiscono maggiore stabilità in curva, e, paradossalmente, curve più strette, massimizzando la lunghezza funzionale del rail che viene utilizzata per curvare.
Le linee d’acqua più dritte sul profilo della tavola generano meno turbolenza rispetto a un outline più arrotondato, risultando così in un aumento di velocità. La prua è quasi completamente “monca”, dato che l’area in cui tradizionalmente continuava la prua ora non ha più funzionalità, e finirebbe così per aggiungere peso e lunghezza inutili. L’idea alla base, infatti, è quella di massimizzare la lunghezza funzionale, eliminando qualsiasi eccesso inutile, in modo da diminuire molto il peso in rotazione e lunghezza complessiva, permettendo alla tavola di girare con molta più agilità. Questa riduzione si percepisce specialmente nelle curve e manovre aeree, in cui la tavola gira molto più velocemente, cambiando direzione in una frazione di secondo. Nel windsurf abbiamo una serie di forze contrastanti all’opera sulla tavola e sulle pinne se comparato al surf da onda. La tavola, infatti, non deve solamente performare al massimo sull’onda, ma anche in andatura e salti. È proprio per questo, infatti, che non è possibile semplicemente fare una copia più grossa di uno di quei modelli di tavole da surf da onda. Io e Sebastian ci siamo messi al lavoro appena dopo il nostro viaggio a Cape Town e, dopo aver fatto un sacco di brainstorming, siamo riusciti ad avere il primo prototipo in acqua da testare a Maui per fine marzo, ed il primo test è stato così positivo che abbiamo deciso di tenere l’intero processo di R&D completamente segreto da quel momento in poi.

Klaas_SecretMission-IMG_6035Klaas Voget, mentre gli altri sono ad Hookipa impegnati nei photoshooting, lui prova in segreto a Camp One lo Stubby (marzo 2014)

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Da quanto ci state lavorando su?
Abbiamo iniziato da zero nel gennaio 2014, subito dopo Cape Town, per fare la prima prova della tavola a marzo a Maui.

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Quanti prototipi avete realizzato?
Finora abbiamo costruito 3 prototipi, ma prima di realizzare il secondo, abbiamo fatto delle modifiche integrative al primo modello. Essendo partiti dal nulla abbiamo anche costruito la tavola in maniera diversa dal solito, in modo che fosse più facile cambiare e regolare alcuni dettagli influenti.

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È stato difficile farla funzionare come volevate?
Penso che il nostro notevole sforzo iniziale e ampia ricerca, uniti all’input di NKB, combinato all’enorme database di shape e misure che Sebastian ha realizzato nel corso degli anni, ci abbiano permesso di ottenere ottimi risultati già dal primo prototipo. Ci ho messo neanche 15 minuti a fare un piccolo cambiamento al set di pinne per dire a Sebastian che fosse una delle tavole più divertenti che avessi mai provato.

Come sei riuscito a testarla senza che nessuno la vedesse? Dove le avete provate?
Per il primo test, io, Sebastian e Dani Aeberli siamo andati a Camp One a Maui e abbiamo portato la tavola in spiaggia in una sacca. Essendo un’ottima giornata ad Ho’okipa, c’era veramente poca gente in giro in quanto tutti i marchi erano a far foto lì. Non c’era quasi nessuno, quindi abbiamo avuto poco più di un’ora per riuscire a testarla insieme ad altre tavole tradizionali da confrontare ed una serie di pinne. Ci siamo resi conto immediatamente che questa tavola fosse speciale. Appena dopo il photoshooting a Maui, sono andato in un altro spot segreto, appositamente per testare la tavola lontano da occhi indiscreti. Ho surfato giornate intere con un solo local presente. È rimasto così estasiato da quello che ha visto che mi ha aspettato in spiaggia per comprarne un modello identico. Dicendogli che non fosse in vendita, mi ha detto che appena fosse uscita, l’avrebbe acquistata immediatamente. Dopo quel viaggio ho fatto qualche altra modifica alla poppa e al setup delle pinne, riuscendo poi a testarla nuovamente in una spiaggetta tranquilla in Danimarca, prima di partire per la tappa di coppa del mondo alle Canarie. Mi sono portato dietro la tavola, per farla testare anche a Victor, ma ogni volta che sembrava il momento giusto, arrivava qualche pro con fotografo al seguito. Alla fine, quindi Craig (Gertenbach) ed io siamo andati a fare un po’ di testing all’alba durante i giorni precedenti alla tappa di PWA Tenerife.
Dopodiché abbiamo realizzato altri due prototipi in modo che Victor ed io li potessimo testare tranquillamente qui in Danimarca, lontano da occhi indiscreti e potendo finalmente metterle in acqua con ottimi risultati.

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Puoi darmi le misure approssimative del prototipo che abbiamo visto?
Il prototipo che voi avete visto era un 77l Thruster, lungo 209cm, dopo aver regolato la poppa originale. Sulla carta sembrerebbe veramente piccola, ma in realtà è sorprendente quanta portanza generi e quanto sia facile da portare anche con vento leggero.

Com’è da surfarci e quali pensi siano i suoi punti di forza?
La prima impressione è che parta molto in anticipo, planando velocemente e libera. La tavola risulta alquanto comfortevole ed anche la posizione del rider, col piede posteriore quasi completamente sulla poppa, risulta naturale e meno strana di quanto possa sembrare. Essendo la poppa così larga, utilizziamo una pinna centrale piuttosto grossa, ottenendo un’ottima performance in risalita, permettendo al rider di bolinare ad un angolo prima sconosciuto con le altre tavole wave. La prua così corta non s’ingavona quasi mai, essendo così largo, corto ed alto sull’acqua, generando sempre la massima portanza in uscita dalle curve e quando vai ad impattare il lip.
Già queste caratteristiche sono abbastanza da renderla la tavola suprema per condizioni cross-onshore, ma anche le curve hanno qualcosa di assolutamente unico. Essendo infatti la poppa così larga, ci si potrebbe aspettare di fare una notevole fatica per far girare questo parallelepipedo, ma, essendo il piede posteriore quasi completamente a poppa, gira eccezionalmente. Il bottom turn si esegue senza il minimo sforzo e col massimo controllo, avendo molta lunghezza funzionale del rail in acqua. Stiamo attualmente lavorando sul velocizzare i cambi di direzione repentini una volta che la curva è impostata, ma penso che questo sia solamente una questione di trovare il giusto setup di pinne ed il posizionamento perfetto di questo.
Appena colpisci il lip con questa tavola, la poppa esplode con enorme facilità, rilasciando la pressione con spray enormi. Tricks wave come Taka, Backside 360 ecc. risultano molto facili e veloci, in quanto la stance piuttosto larga del rider garantisce molto “pop” e la lunghezza ridotta permette di girare più velocemente rispetto ad una tavola normale.

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È una tavola più dedicata ai rider esperti o a condizioni particolari?
Assolutamente no. Penso che l’aspetto più eccezionale sia la facilità d’utilizzo, specialmente quando le condizioni sono tutto fuorchè speciali. E veramente divertente da usare. La puoi girare come se fosse uno skateboard, ma con un equilibrio ed una portanza in planata eccezionali.

Nello specifico, cosa pensi possa offrire per un wave rider intermedio?
Penso che sia facilissima da portare, veloce, bilanciata e con una performance di risalita sopravento veramente eccezionale, anche per i rider intermedi. Ora stiamo sperimentando con lunghezze e volumi diversi per vedere se riusciamo a renderle ancora più morbide e facili da gestire.

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Com’è invece per saltare? Sicuramente, con una prua così corta e larga non è il massimo?
I salti iniziano nel momento in cui tu colpisci il lip e ti proietti in cielo, alla massima velocità. Avendo questa tavola così tanta superficie a prua, e raggiungendo anche ottime velocità di punta, la performance nei salti è piuttosto buona! Ci vuole ben poco ad abituarsi alla prua corta e larga, specialmente quando atterri dai Back Loop, dove si sfruttava la prua per chiuderli il più asciutti possibile.

Dovrà pur avere qualche svantaggio rispetto ad una tavola wave tradizionale?
Attualmente le uniche cose su cui stiamo lavorando sono le curve sulla parete con onda grossa e formata, ed i repentini cambi di direzione durante un bottom turn, specialmente in condizioni più down the line. Penso che faremo piuttosto in fretta, concentrandoci sulle pinne. Non ho infatti trascorso abbastanza giornate sulla tavola per sapere esattamente come le pinne si comportino in scenari svariati, dovendo così ancora trovare l’impostazione ideale. Al giorno d’oggi è veramente difficile testare qualcosa che si vuole tenere segreto. Dobbiamo ancora provare anche qualche diversa linea di rocker e chiglia, specialmente con condizioni puramente down the line. Attualmente, per le condizioni europee, questa è una delle tavole migliori e più divertenti in assoluto!

Essendo così larga, conviene usare una tavola più piccola del solito?
In termini di volume le tavole non sono così grosse e a dire il vero sono anche poco più strette di tavole tradizionali dello stesso volume. Essendo infatti sia la poppa che la prua molto larghe, si sviluppa maggiore volume del normale per quella lunghezza e larghezza.

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La prua così larga e piuttosto dritta non tende ad ingavonarsi facilmente?
Penso che siamo riusciti a centrare l’obiettivo già dai primi prototipi, per fortuna. È tutta una questione di trovare il perfetto equilibrio tra la curva di rocker line corretta ed avere la prua appena sopra al limite minimo in cui s’ingavoni, ma comunque il più bassa possibile per facilitare l’ingresso in planata. Inizialmente sono stato catapultato in avanti un paio di volte ma avevo messo il piede d’albero troppo avanti. Dopo averlo regolato correttamente, infatti, regolando anche la posizione delle strap e pinne, non succede più e la prua riemerge agevolmente all’uscita di ogni curva.

Quale set-up di pinne pensi lavori al meglio?
Attualmente utilizziamo una pinna centrale custom MFC da 18cm, con pinnette laterali da 12cm, ideali per il prototipo del 77l. Ad ogni test, però, cerco di cambiare il più possibile per sperimentare con altre opzioni. Ieri ho testato una versione più piccola con assetto Quad ed ho avuto un’ottima impressione. Anche in questo caso comunque abbiamo bisogno di fare molto altro testing dato che, essendo la tavola così diversa, anche le pinne devono adattarsi. Ho già pronto il prossimo set di tavole e pinne e un altro paio nella mia sacca delle pinne. Spero di riuscire ad entrare in acqua al più presto, ogni session è un continuo miglioramento.

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Pensi che questa tipologia di tavole rappresenti la fine degli shape tradizionali? È davvero così eccezionale?
È difficile a dirsi. Quando guardo al surf da onda, la maggior parte dei rider di WCT continuano a surfare con le short boards classiche, vedendo le riprese dei contest. Ho anche visto molti pros in free surf sperimentare un sacco con questi concepts, e perfino usarli in gara. Penso che per la maggior parte dei pros sia così abituata alle tavole tradizionali che preferiscono non rischiare in gara, e surfano inoltre onde quasi sempre perfette, un altro campo in cui dobbiamo migliorare. La mia personale impressione è che questi shape, per come sono, rappresentano comunque qualcosa di rivoluzionario e che io non avevo mai provato e sono estremamente divertenti.

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Vedremo questa tavola in produzione a breve? Se sì, in che misure?
Per ora puntiamo ad un rilascio sul mercato in primavera, in due misure. Per i dettagli dovrete pazientare ancora un po’ 😉

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Hai già un nome?
Il nome in codice è Stubby. Quando però l’ho fatto vedere ad un mio amico l’ha chiamato Hammerhead. Non so quale sia meglio per la famiglia Fanatic – ne parleremo più avanti.

Chi dovrebbe comprarla?
Chiunque ami il wavesailing ma non ha la fortuna di vivere a Punta Preta. Penso che la utilizzerò nella maggior parte delle uscite che faccio. Dalle Canarie alla Danimarca fino al Mar Baltico, forse perfino ad Ho’okipa. Non vedo l’ora di poterla provare con più calma ed apertamente appena rilasciamo la notizia!… 😉

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32_40 - Toys-4La presentazione dello Stubby su 4Windsurf n°163 (edizione invernale)

 

FANATIC STUBBY, caratteristiche principali:

• Rails con profilo più dritto e parallelo, con una linea d’acqua più pulita e minore turbolenza.

• Prua corta e larghissima – “Stubby-Nose” – che riduce drasticamente la lunghezza, ma non quella funzionale della tavola. Riduzione anche del peso in rotazione, permettendo velocissimi cambi di direzione e rotazione quanto ripresa da re-entries e salti.

• Poppa ampia a doppio diamond per la massima planata.

• Tail-Channel a poppa per extra portanze e controllo.

• Larghezza a centro tavola ridotta per maggiore velocità di punta e scorrevolezza dell’acqua sui rails.

• Trim e posizione del rider (stance) arretrati, riadattati per la lunghezza ridotta delle tavole, poppa larga e linea di cocker.

• Setup TriFin adatto alla poppa più larga, per generare la massima portanza, spinta e capacità di risalita.

• V costante con un leggero doppio concavo per facilità e controllo in planata, anche con acqua choppata.

• Rails più pieni per maggiore stabilità, poppa sottile per ottima presa e curve radicali.

• Pinnette laterali leggermente inclinate, con bordi laterali scanalati per favorire il rilascio d’acqua e diminuire le turbolenze.

 Microsoft Word - New Release - Stubby TE.En.docx

Stubby_alice_bigbay-8874Alice Arutkin in Sudafrica (gennaio 2015)

FOTO Henning Nockel

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Ciao a tutti, sono Fabio Calò (ITA-720), ho iniziato a fare windsurf all’età di 13 anni e da quel momento è diventata la mia più grande passione, la mia vita. Finiti gli studi universitari ho iniziato a lavorare in un negozio di windsurf a Torino, poi agente di commercio e nel 2006 è iniziata la mia grande avventura con la redazione di 4Windsurf e poi anche di 4Sup. Sono stato campione italiano Wave di windsurf nel 2013 e 2015, altri ottimi risultati agonistici gli ho ottenuti anche nel freestyle sia in Italia che in Europa. Dal 2017 sono il direttore di una delle scuole più importanti del Lago di Garda, il PierWindsurf. Trasmetto la mia passione con progetti dedicati ai giovani come il Progetto Serenity di Malcesine, e organizzo Wave Clinics nel periodo invernale. Vivo a Torbole sul Garda e respiro l’aria del windsurf 365 giorni all’anno.