Sì è svolta nello stato Indiano del Ladakh, tra i confini di Pakistan e Tibet “l’Himalayan Highest Mtb Race” la corsa a tappe più alta del mondo, sempre in quota tra i 3500m della capitale Leh e i 5602m del Khardlungla pass.
Una manifestazione organizzata dagli italiani di Wheels without Borders, disputata in 6 tappe tra grandi montagne innevate di 6000 e 7000m, immense vallate montane quasi totalmente disabitate se non da nomadi dove pascolano gli yack, immensi fiumi che formano chilometri di canyon con pareti vertiginose che con lo sciogliersi delle nevi dei ghiacciai si gonfiano sempre più rendendo le strade impossibili da percorrere per il tracimare delle acque.
Per questo molte strade sono transitabili solo un paio di mesi l’anno, i valichi per l’abbondanza di neve vengono aperti verso la fine di giugno mentre con l’aumentare dell’acqua dei fiumi diverse vallate non possono più avere collegamenti tra loro.
Sei tappe spettacolari con scenari incredibili per un totale di 500km, circa 9000m di dislivello, 3 passi oltre i 5000m, nella terza tappa tra la valle dell’Indo attraverso un passo a 5000m si è pernottato a Tsho Kar Lake a ben 4600m mentre nella tappa conclusiva si è disputato la “Sky is the Limit” una cronometro individuale di 51,7km con arrivo ai 5602m del Khardlungla pass, il passo carrozzabile più alto del mondo.
Il percorso totalmente pedalabile e mai con pendenze eccessive è veramente di grande fascino, una prova ed esperienza unica dove i concorrenti sono messi alla prova con l’altura dove una buona acclimatazione è fondamentale.
Il bergamasco Marzio Deho (cicli Olympia – Vittoria) si è imposto al termine di questa affascinante prova precedendo il campione francese Thomas Dietsch (team Bulls) mentre la lecchese Stefania Valsecchi (già vincitrice del Mongolia bike challenge) ha fatto sua la prova al femminile. Seconda Enrica Caramello E terza Rina Fracassini.
Comunicato stampa
Grande vittoria per Marzio Deho sulle cime più alte del mondo (foto organizzatori)
